La struttura di Pneumologia di Lucca diretta da Barbara Canari Venturi partecipa ad uno studio nazionale sull’asma bronchiale, nell’ambito del quale il medico del reparto Paolo Busatto è sperimentatore principale.
Lo studio è denominato “Osservatorio dedicato ai pazienti con asma lieve e moderata – Progetto MANI”.
I prestigiosi promotori sono la Società Italiana di Pneumologia/Italian Respiratory Society (SIP/IRS) e la Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica (SIAAIC) – CRO (Clinical Research Organization): FONDAZIONE PER LA SALUTE RESPIRATORIA DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI PNEUMOLOGIA”
Allo studio, insieme al dottor Busatto, partecipano anche altre due dottoresse della Pneumologia di Lucca, Giulia Lenzini e Maria Noemi Cicero.
I pazienti vengono seguiti grazie all’ambulatorio dell’asma, attivo a Lucca dall’inizio del 2018, con la possibilità per gli utenti di avere a disposizione tutte le opzioni terapeutiche oggi disponibili per questa malattia, anche per le forme più gravi.
L’inserimento in questo studio fornisce un contributo rilevante alla ricerca su questa malattia, in previsione di nuove strategie gestionali e terapeutiche, in grado di venire incontro sempre più alle esigenze dei pazienti.
L’ambulatorio presente all’ospedale “San Luca” è dedicato in particolare all’asma bronchiale, infiammazione cronica delle vie respiratorie sempre più diffusa a livello mondiale ma anche nella nostra realtà. Il referente dell’ambulatorio è appunto il dottor Paolo Busatto, che fa parte dell’equipe della Pneumologia diretta dalla dottoressa Barbara Canari Venturi.
A Lucca viene quindi offerto un servizio specialistico che permette di riconoscere precocemente la malattia e di gestire il problema della sottostima della malattia e quello della scarsa adesione alla terapia. Quest’ultimo aspetto contribuisce al mancato controllo nel 50% dei pazienti asmatici, con conseguente peggioramento della qualità della vita e rischio concreto di accessi al pronto soccorso e quindi di ricoveri in ospedale.
Grazie a questo ambulatorio, il paziente viene preso in carico, monitorato, rivalutato e inserito in un percorso che mette a disposizione le opzioni terapeutiche attualmente presenti per l’asma bronchiale, in tutte le sue forme, cercando di prevenire le riacutizzazioni che possono indurre il paziente ad accedere, anche più volte, al pronto soccorso.
L’asma è una delle patologie più diffuse, visto che a livello mondiale, secondo le ultime stime, ci sono più di 300 milioni di pazienti. Nell’Unione Europea la prevalenza varia, a seconda del Paese considerato, dal 4 al 7%, e sono almeno 1,5 milioni le persone affette da asma grave, forma difficile da gestire e che, in circostanze estreme, può portare addirittura alla morte.
In Italia si parla complessivamente di un’incidenza del 4.5% della popolazione, ossia di circa 2,6 milioni pazienti, mentre soltanto nella Regione Toscana soffrono di asma bronchiale oltre 300mila persone.
Il numero di pazienti è comunque in costante aumento, soprattutto nei Paesi occidentali. Un ruolo importante nell’aumento della prevalenza dell’asma in queste aree sarebbe da attribuire a particolari fattori ambientali, allo stile di vita, all’inquinamento atmosferico e ad alcuni fattori di tipo igienico.