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Scritto da Redazione
Cronaca
17 Marzo 2020

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Si può affermare che le misure poste in essere, ancorché temporanee, non trovano eguali nella storia del nostro Paese fatta eccezione forse per i periodi di guerra.

Proviamo ad analizzare altri eventi per capire se uno Stato è sempre così attento alla vita dei cittadini, adottando le necessarie misure, o se invece normalmente prevalgono riflessioni e provvedimenti diversi partendo dal caso scuola del Tabagismo.

(http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=3765)

In Italia, secondo il Rapporto 2018 sulla prevenzione e controllo del tabagismo, sono attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno.

Vi anticipo le misure adottate dai governi.

Aumentare il prezzo delle sigarette, insieme a tante chiacchiere rivelatesi inefficaci e irrilevanti, le statistiche ci dicono che il numero dei morti anno non è cambiato di molto, ma attenzione l’aumento del prezzo non è casuale, ma basato sul seguente dato.

Un aumento del prezzo del 10% porta ad una riduzione della domanda del 4%, in paesi a elevato reddito (Italia), e dell’8%, in paesi in via di sviluppo; tale aumento (50 centesimi su 5 euro che è l’aumento medio verificatosi negli anni) garantisce nel contempo un incremento delle entrate per lo Stato anche se diminuiscono i fumatori.

Cioè ad uno stato non conviene aumentare del 30% il costo delle sigarette (meno fumatori meno morti) perché si avrebbe, anche su un paese ad alto reddito, un decremento di fumatori eccessivo tale da ridurre le entrate (perché mentre le entrate dello stato crescono linearmente con le tasse i fumatori diminuiscono con una curva più ripida all‘aumentare del prezzo).

Adam Smith, uno dei padri del liberismo su “An Inquiry into the Nature and Causes of The Wealth of Nations, 1776” affermava :

"Sugar, rum, and tobacco, are commodities which are no where necessaries of life, which are become objects of almost universal consumption, and which are therefore extremely proper subjects of taxation.”

Non è cambiata molto la politica degli Stati da allora - Adam Smith si preoccupava più delle tasse che dei morti - la vita dei cittadini è valutata anche per i riflessi economici, la conseguenza ovvia è che se diminuisco del 4% i fumatori evito 2.800/3.300 morti all’anno, ma non ci provo neanche come Stato ad aumentare il prezzo del 20% per evitare 14.000/16.600 morti, perché diminuirebbero troppo le entrate oltre a far irritare alcuni milioni di elettori, …non cittadini ma elettori. E questo non mi pare scandalizzi nessuno, né ho mai visto sommosse o manifestazioni di piazza.

Certo quello che si fa, a fronte di queste riflessioni è introdurre argomenti quali il libero arbitrio in uno stato democratico, ma noi abbiamo il libero arbitrio di andare al cinema, al ristorante, andare in vacanza, abbracciarci in questo periodo di Coronavirus? Non mi pare.

Non è di alcuna utilità richiamare in maniera random principi universali in funzione della convenienza (personale se sono un fumatore), dello Stato (per mantenere inalterate i proventi delle tasse), delle multinazionali del tabacco (Ça va sans dire) o ancora sull’onda di una emotività diffusa indotta dalla informazione dominante.

A proposito di argomentazioni funzionali ad interessi specifici vale la pena leggere cosa scriveva una multinazionale nel 2001:

“RAPPORTO COMMISSIONATO DALLA PHILIP MORRIS (2001)

Public Finance Balance of Smoking in the Czech Republic”

 

Nello studio si afferma che il fumo determina i seguenti benefici per la Czech Republic :

  • aumento degli introiti fiscali (e qui ci siamo)

  • riduzione delle spese sanitarie in età avanzata (certo… i fumatori muoiono prima)

  • riduzione nell’erogazione di pensioni (buona soluzione, ammazziamo direttamente i pensionati)

  • Il risparmio complessivo nella Rep. Ceca sarebbe di 140 milioni di dollari all’anno (grazie alla morte di qualche decina di migliaia di fumatori)

Fatta questa premessa si può osservare quindi che, in occasione del Coronavirus il valore dato alla vita è enormemente cambiato, viste le misure poste in essere (ho fatto l’esempio delle sigarette).

Allo stesso tempo vale la pena sottolineare che le difficoltà che stanno vivendo gli italiani in parte sono dovute alle misure prese, non tutte condivisibili almeno per l’intensità e l’uniformità geografica, ma derivano soprattutto dalla comunicazione criminale h24 a reti unificate da MinCulPop che a fronte di 24.747 contagiati ha prodotto 60.000.000 persone impaurite, ansiose se non terrorizzate, tralasciando per ora le conseguenze economiche.

 

Per inciso sugli scenari futuri da social media sul Coronavirus, sarà bene fare qualche riflessione, con nomi e cognomi, tra 30/45 giorni

Il grafico mostra l’andamento in Cina dei casi di Coronavirus

 

Qualche dato ancora per complicare di più le riflessioni possibili.

Nel periodo di vigenza delle attuali misure straordinarie potremo contare, facile previsione, una riduzione dei morti per le seguenti ragioni:

  • Riduzione dei morti per incidenti stradali (riduzione della mobilità dei veicoli)

  • Riduzione dei morti per incidenti sul lavoro (meno persone vanno al lavoro)

(https://www.repubblica.it/economia/2020/01/03/news/inail_in_undici_mesi_del_2019_quasi_mille_morti_sul_lavoro_patologie_in_aumento-244910874/)

  • Riduzione dei morti, soprattutto in pianura padana, per Polveri, PM10 e Nox per ridotto traffico e inquinamento atmosferico

(https://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/molti-cittadini-europei-sono-ancora/morti-premature-attribuibili-allinquinamento-atmosferico)

  • Riduzione dei morti per incidenti aerei per riduzione dei voli

(https://www.corriere.it/cronache/20_gennaio_02/aerei-2019-incidente-mortale-ogni-48-milioni-voli-cd354508-2b5c-11ea-9c71-d84241879234.shtml)

  • Riduzione dei morti per malattie infettive (minori contagi) ad esempio per setticemie

(http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/09/12/ansa-focus-la-sepsi-uccide-10-volte-di-piu-dellhiv_5b96e4bb-7088-4f78-b983-fe77f78c7b24.html)

  • Riduzione dei morti per droga per la minore diffusione e assunzione

(http://www.vita.it/it/article/2019/12/06/droga-aumentano-i-morti-e-arrivano-nuove-sostanze/153534/)

  • Riduzione dei morti per alcool per minor consumo in locali, bar, ristoranti.. etc..)

(http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/alcol-uccide-piu-di-fumo-e-droga435mila-morti-in-Italia-in-10-anni-8cb848a0-1ad0-465c-96a4-9c39276bc745.html)

  • Riduzione dei morti per incidenti durante attività fisiche/sportive

(https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/02/01/news/quasi_cento_morti_all_anno_la_strage_silenziosa_degli_atleti-51694892/)

  • Riduzione dei morti per malattie legate all’attività sessuale occasionale (sifilide, gonorrea, clamidia, tricomoniasi si stima abbiano prodotto più di 130.000 morti, escluso l’Hiv, ogni anno)

 

Ma appare che solo in questa specifica occasione, ripeterò all’infinito questo termine, l’informazione dominante abbia fatto saltare la nostra scala di valori sulla vita e quindi i dati, sedimentati e assimilati, sopra riportati non saranno di grande interesse né ora né per iniziative future.

O altrimenti, se così non è ma siamo realmente cambiati, cessato il Coronavirus, siamo disposti a mutare radicalmente le nostre abitudini di vita per sempre, come stiamo facendo temporaneamente ora, per evitare le centinaia di migliaia di morti (Coronavirus ad oggi 1.809) dovuti 70.000/80.000 ai morti per fumo, 1.000 per infortuni sul lavoro, 60.000 per inquinamento atmosferico, 400 per droga, 40.000 per alcol, 4.000 per incidenti stradali, 9.000 per influenza e polmonite, per citarne solo alcuni, che dipendono tutti dalle leggi e dai nostri comportamenti quotidiani?

Temo che non avremo il nostro new deal, e torneremo alle nostre sensibilità usuali ignorando tutti questi morti, come facciamo collettivamente da sempre, e torneremo ad attribuire alla vita il valore, modesto, che le abbiamo dato almeno negli ultimi secoli come individui e come Stato; e se nel 2020 moriranno 4.000 persone in incidenti automobilisti (10/11 al giorno) ce la caveremo con “e ma questi corrono troppo” senza andare alla finestra a fare un bel flash mob di protesta.

Per terminare, l’Equilibrio e il Governo di una società complessa è tema troppo importante e delicato per essere orientato da Twitter, Facebook, dirette televisive h24 e comunicatori ad amplissimo spettro di competenze; e per carità di Patria tralasciamo per ora riflessioni sulla nostra classe politica a tutti i livelli, trasformatasi improvvisamente da Amministratori dello Stato in influencer a reti unificate(mai nome fu più evocativo) ai quali suggerirei, in completo disaccordo con i loro numerosi consulenti di comunicazione, di lavorare invece di andare ore e ore ogni giorno in televisione a pontificare con voce e mossette da instagram, roba mai vista/sentita neanche in tempo di guerra.

Per dare le stesse informazioni agli italiani bastano e avanzano i comunicati stampa con i fatti e i dati, cosa e perché.

AV

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