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Scritto da irene decorte
Cronaca
06 Settembre 2024

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75 anni di storia lucchese, attraverso il rapporto della città con le istituzioni, ma non solo: a permettere di ripercorrerla è la mostra che avrà sede fino al 29 settembre nella chiesa di S. Cristoforo, con oltre 350 scatti provenienti dall’archivio di Foto Alcide Lucca. Centinaia di foto in bianco e nero e a colori che, organizzate per decenni, ripercorrono alcuni dei momenti più salienti delle istituzioni di Lucca e a Lucca, dagli anni ’50 fino ai giorni d’oggi, passando per i quattro presidenti della repubblica che hanno visitato la città (Gronchi, Cossiga, Ciampi e Mattarella) e chiudendo con lo scatto del sindaco Mario Pardini insieme al premio Oscar Dustin Hoffmann. 
“Le istituzioni sono quelle rappresentate da queste foto, ma anche Foto Alcide è un’istituzione lucchese, e così lo è anche l’Associazione amici dell’archivio fotografico lucchese- ha dichiarato il sindaco in occasione dell’inaugurazione della mostra, che da oggi sarà visitabile a ingresso libero ogni giorno dalle 11 alle 19- Per me è un’emozione grande far parte di questa storia di istituzioni: una mostra del genere non poteva che essere convintamente sposata dall’amministrazione. È emozionante ritrovarsi nelle foto e attraverso le foto riscoprire fatti e persone: a quello servono le foto. Spero e sono convinto che quest’istituzione sempre di più apparterrà alla città”. 
L’emozione suscitata dagli scatti di Alcide Tosi e di quanti a lui si sono affiancati e succeduti, messi particolarmente in risalto dall’allestimento realizzato dagli architetti Anna Martorano e Alessandra Guidi, è risultata evidente proprio nel centesimo anno dalla sua nascita nella quantità di persone che sono accorse per presenziare al taglio del nastro. 
“Un grazie all’amministrazione comunale che ha permesso questa mostra, e grazie a chi in tutti questi anni ci ha regalato degli scatti che non sono solo ricordi, ma trasmettono anche delle emozioni che vengono tramandate di generazione in generazione- ha dichiarato l’onorevole Elisa Montemagni- Foto Alcide è una vera istituzione, parte integrante del tessuto sociale: quando si parla di Foto Alcide non solo a Lucca, ma anche in tutta la provincia, si pensa alla storia del nostro territorio, a qualcosa che viene tramandato con la voglia di fare meglio e spingersi oltre il passato per regalare qualcosa al futuro. Quello che noi vediamo qui non è effimero, ma viene rivissuto ogni volta che si vede”.  
“Sono molto emozionato: probabilmente in queste foto troverete mio nonno materno Cesare Angiolini, mio nonno paterno Italico Baccelli, mio zio Piero Angiolini e mio padre- ha commentato anche l’assessore regionale Stefano Baccelli- Ringrazio davvero Alcide, grandissimo amico di papà: quando andava a trovarlo nel suo studio professionale, sospendeva quello che faceva, andavamo giù da Alcide che a sua volta concludeva quello che stava facendo e prendevamo il caffè insieme. Stare insieme a due persone che stimavo così tanto per me era momento unico e straordinario”. 
“La camera di commercio Toscana nordovest ha sostenuto con piacere questa mostra, che ci mostra l’evoluzione del nostro territorio: ho avuto la fortuna di conoscere Alcide, che ha saputo portare avanti un mondo fotografico che mantiene in piedi la tradizione e la cultura dell’immagine, che non potrà mai scomparire. Speriamo che le leve future portino avanti questa tradizione”, è stato l’intervento del rappresentante Rodolfo Pasquini.
Fine ultimo della mostra è lasciare e continuare a lasciare un segno profondo: per questo sarà possibile godere della visione delle foto che ne hanno fatto parte anche a mostra conclusa grazie ad un prezioso catalogo, acquistabile presso la stessa chiesa di S. Cristoforo. A dare il suo contributo al catalogo anche La Nazione, con cui Alcide Tosi ha collaborato a lungo.
“Tantissime delle foto che vedete in questa mostra furono pubblicate sulla Nazione: il viaggio di Alcide è partito quasi insieme alla collaborazione con il giornale- ha spiegato Paolo Pacini- Negli anni ’50  Alcide ha cominciato a fotografare frammenti di storia che oggi noi possiamo ricomporre visitando questa mostra, accorgendoci di cosa è cambiato, di quanta distanza o vicinanza notiamo tra ora e allora”. 
“Man mano che fotografava materiale su materiale, cominciava a capire che andava archiviato: tra gli anni ’80 e gli anni ’90 ci siamo mossi con il suo amico intimo Arnaldo Fazzi, con il sostegno del comune e della regione Emilia-Romagna che aveva un importante software di archiviazione. Per diversi anni siamo andati avanti con il processo di archiviazione, che ha visto poi il passaggio dall’analogico al digitale- ha ricordato Alessandro Tosi, a tutti noto come Mimmo, che insieme al fratello Claudio porta avanti la tradizione fotografica inaugurata dal padre- Arriviamo fino ai giorni d’oggi con questa mostra, che ripercorre le tappe della vita istituzionale di Lucca: dagli anni ’50 con la visita del presidente Gronchi, passando per gli anni d’oro del partito democristiano negli anni ’60 e ’70, e poi per Andreotti, Moro, fino ai primi presidenti degli anni 2000, come Berlusconi e Prodi, per arrivare al 2022-2023 con l’amministrazione Pardini. In tutto, la parte analogica dell’archivio comprende oltre 27 mila e 300 lavori, mentre la parte digitale, che va dagli anni 2000 a dicembre 2023, conta un totale di 17 mila e 174 cartelle, oltre tre milioni di file e più di 21 mila gigabyte di memoria; per non menzionare le oltre tremila e 500 partite della Lucchese archiviate. Un giorno, papà mi disse: sarei curioso di vedere quel che farai quando avrò cent'anni io. Spero che mi stia guardando, e veda cosa sto facendo”. 
“Se non ci fosse stato Foto Alcide che per 75 anni ha fatto questo servizio, che memoria potremmo avere? Le grandi civiltà si sono basate sul catalogare gli eventi: la consapevolezza di un popolo non può prescindere dalla conoscenza del passato- ha concluso il presidente dell’Associazione amici dell’archivio fotografico lucchese Pietro Fazzi- Questo modo piacevole deve essere sfruttato per arrivare ad una memoria condivisa, in maniera critica. Nel 2022 si sono poste le premesse per la collocazione dell’archivio a palazzo Guinigi, una cosa fantastica: questo ci riempie di speranza. Sì, è un’istituzione, ma va trattata come tale: questo è un primo passo, ma fondamentale”. 

Foto Ciprian Gheorghita

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