Dopo il comunicato diffuso da Lorenzo Del Barga a nome di tutti i capigruppo in consiglio comunale in merito agli incarichi professionali ricevuti dal notaio Gaetano Raspini papà dell'attuale capogruppo del Pd ed ex assessore Francesco, ora ci si mette anche Massimo Pieri di Forza Italia, consigliere di amministrazione di Sistema Ambiente. Le sue parole sono molto dure e, per certi versi, di una leggerezza incredibile. Non sappiamo se la maggioranza politica si rende conto di cosa significhi mettere in dubbio, così, senza alcuna prova concreta, la professionalità di un pubblico ufficiale rispettato e apprezzato. Pieri fa delle considerazioni che sono di una superficialità allarmante e dispiace che sia incorso in quello che, a nostro modesto avviso, è un inciampo che potrebbe arrecargli qualche fastidio di carattere giudiziario se, come pare, Francesco Raspini ha già dato mandato ai propri legali di tutelare il proprio nome e quello della sua famiglia. Come al solito e per una questione di cronaca, riportiamo l'intervento di Pieri pubblicato sul proprio profilo social. Aggiungiamo anche che assessori e consiglieri di maggioranza che hanno firmato il documento di ieri, dovrebbero informarsi sulle modalità giuridiche con le quali una persona che si ritenga lesa possa reclamare i propri diritti e l'eventuale risarcimento del danno.
Con Raspini assessore, incarichi a pioggia a Raspini padre.
E' quanto rivelano i gruppi consiliari di maggioranza in un comunicato divulgato ieri sera: nel periodo ricompreso grosso modo fra il 2017 e il 2021, cioè quando l'oggi candidato sindaco perdente Francesco Raspini ricopriva la carica di assessore della Giunta Tambellini a guida della città, il padre dello stesso, il Notaio Gaetano Raspini, insieme ad un Notaio a questi associato, avrebbe conseguito l'80% dei compensi notarili erogati dalle società controllate dal Comune di Lucca.
In sostanza, quando Raspini figlio era assessore, la grande maggioranza degli incarichi professionali di tipo notarile delle società partecipate venivano affidati a Raspini Padre o al suo associato di studio.
Si tratta di una circostanza (o forse, per meglio dire, coincidenza) che lascia perplessi, per non dire attoniti, e sulla quale dovranno ovviamente essere resi chiarimenti: perché per ora non è possibile affermare che questi affidamenti siano stati illegittimi o illeciti, ma non è nemmeno possibile passare sopra ad un dato fattuale così significativo.
Così come lascia perplessi la reazione a caldo del diretto interessato, Francesco Raspini, intervenuto in serata sui social.
Anziché chiarire, documenti alla mano, la situazione, si è rifugiato dietro quello che ormai è un marchio di fabbrica del modo di fare politica del PD lucchese: la minaccia di querela o di causa civile per danni d'immagine.
Perché questi sono così: quando poni l'attenzione su un tema, questi non replicano. Minacciano.
Se questo è vero, è però vera anche un'altra cosa: i piddini lucchesi, quando minacciano, è perché si sentono minacciati.
E allora invitiamo le forze di maggioranza ad andare fino in fondo a questa vicenda, e a valutare se, dietro questa, per ora, straordinaria coincidenza, non vi siano i presupposti per adire la Corte dei conti o la Procura della Repubblica.
E' tempo che, anche su questo aspetto, sia consegnata alla città la verità.