Anno XI 
Giovedì 10 Ottobre 2024
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da aldo grandi
Vergogna
03 Agosto 2024

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Ma che straordinaria, immaginifica, meravigliosa, superba figura di merda avranno fatto tutti coloro che vomitarono accuse e critiche indecorose e indecenti contro Roberto Vannacci, il generale (sempre) più amato dagli italiani e (sempre) meno odiato dagli imbecilli a una dimensione?

Lo avevano denunciato, i dementi del mondo al contrario, per aver utilizzato, durante la sua missione di addetto militare all'ambasciata italiana a Mosca, di aver utilizzato a sproposito una vettura Bmw in dotazione all'ambasciata medesima e di aver speso impropriamente del denaro proveniente dal fondo 'Promozione Italia' per un evento conviviale allestito ancora nella capitale russa ovviamente nel corso del suo incarico professionale durato due anni.

Ebbene, il 30 luglio il sottocapo di Stato Maggiore alla Difesa generale Giovanni Balestri ha firmato il decreto, immediatamente esecutivo, con il quale ha sancito la non sussistenza di alcun tipo di responsabilità amministrativa per dolo o colpa grave, a carico del generale di divisione Roberto Vannacci, addetto militare pro-tempore presso l'ambasciata d'Italia a Mosca.

Se facciamo un passo indietro nel tempo, e nemmeno tanto lungo né tanto alto, ritroviamo le perle scritte da colleghi che misero alla berlina e sopra la graticola il generale Vannacci colpevole di aver, semplicemente, scritto in un libro quello che la stragrande maggioranza degli italiani pensa, ha sempre pensato e, ci auguriamo, continuerà a pensare in futuro. La Rai, Repubblica, Corriere della Sera, Mediaset, Ansa e chi più ne ha più ne metta abusarono di termini quale peculato e truffa ai danni dello Stato, trattandolo alla stregua di un parassita delinquente e non, invece, di un ufficiale incursore che della coerenza e dell'onestà ha fatto, da sempre, la sua religione. 

Sono passati sei mesi giorno più giorno meno da quando l'ondata di fango lo ha investito sbattendolo come se fosse un mostro, in prima pagina con l'unico obiettivo di stroncarlo, massacrarlo, sputtanarlo, per togliergli l'unica cosa che, in un mondo al contrario come quello in cui viviamo, rappresenta la dote più importante di un essere umano: la credibilità. Qualcuno, all'interno degli uffici preposti all'esame della denuncia che, nell'autunno 2023, lo aveva interessato, evidentemente aveva anche fatto trapelare ai soliti giornalisti da un tanto al chilo, indiscrezioni mirate tendenti a distruggere la sua figura, umana e professionale.

Avrebbe potuto replicare alzando i toni, arrabbiandosi oltre ogni limite, querelare, perché no?, anche sfidare a duello se questa fosse un'epoca di uomini e non, invece, di esseri invertebrati in grado solo di strisciare e incapaci anche solo di stare in piedi. Roberto Vannacci non lo ha fatto. Per carattere? Forse, per conformazione professionale sicuramente, per quella capacità innata e appresa che gli ha permesso di assumere, questi sì, incarichi gravosi, delicati, di alto profilo e di altissima responsabilità quali l'essere stato comandante del 9° Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin" e della Brigata Folgore. Mica pizza e fichi come certi intellettuali che, nella propria vita, al massimo hanno preso parte a qualche assalto al tramezzino o alla tazza del cesso.

Lo diciamo non per piaggeria che chi ci conosce sa bene non essere una nostra caratteristica, ma perché consideriamo da quando abbiamo letto il libro, quella notte di agosto 2023, Roberto Vannacci l'unica vera novità nel campo politico degli ultimi anni di questo Stivale allo sfascio. E siamo rimasti colpiti nell'aver ascolta un Marco Travaglio dire, in risposta a una domanda, che il generale Vannacci ha detto un sacco di cazzate. Probabilmente Travaglio ha perso lo smalto dei giorni migliori e apre la bocca anche quando non sa cosa farci uscire. Nella stessa intervista, poi, ha balbettato-balbuziato qualche parola di circostanza quando il bravo intervistatore gli ha chiesto come mai Vannacci, se aveva sparato le solite cazzate di sempre, aveva, però, venduto così tante copie. Povero Travaglio, se non il potere certamente la fama dà alla testa e anche a qualcosa di più.

Ma torniamo al decreto con cui il Ministero della Difesa ha prosciolto completamente da ogni accusa Roberto Vannacci.

In 37 anni di carriera - ha commentato appena appresa la notizia - non mi sono mai appropriato nemmeno di un rotolo di carta igienica. Sono contento, ma non ho mai dubitato. Adesso mi piacerebbe sapere cosa ha da dire la giornalista del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini che mi accusò apertamente in un suo articolo rivalendo, tra l'altro, notizie coperte da... segreto istruttorio. Parlò apertamente di peculato e truffa, ricordo bene, di indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, spese per benefit legate all’auto di servizio non autorizzate, rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che in realtà non sarebbero stati organizzati. Ecco, adesso cosa dovrei dire alla signora Sarzanini? Non le dirò nulla, il tempo è galantuomo e la pessima figura l'ha fatta lei. Io sono sempre stato certo dell'onestà del mio agire.

Il 30 luglio un generale di corpo d'armata incaricato di fare le pulci sull'operato di addetto militare a Mosca di Roberto Vannacci, ha stabilito che quest'ultimo è innocente. Che tutte le accuse che gli erano state, a nostro avviso strumentalmente mosse, si sono rivelate dei birilli caduti uno dopo l'altro come in una giornata trascorsa al bowling. E che dirà, poveretto e poverino, adesso, il laureato del ministro di Fratelli d'Italia Guido Crosetto che, per primo, aveva sparato merda su un suo fedele servitore e sottoposto definendo farneticazioni quello che aveva scritto nel libro, tra l'altro senza nemmeno averlo letto?

Come le ciliegie, anche le vittorie di Vannacci arrivano una dopo l'altra confermando ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che avevamo visto giusti fin dall'inizio. In un mondo al contrario dove il buonsenso e la verità vengono stravolti e stroncati dall'ignoranza della supponenza e dell'idiozia, c'è ancora un gruppo di amici che non si arrendono mai.

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