Quella dei bonifici annunciati, promessi e mai arrivati è una storia vecchia e risaputa. Noi per primi ci siamo cascati già una volta, ai tempi di Fouzi Hadj. Questa mattina giocatori, allenatore e chi altro avrebbe dovuto riceverli, hanno più volte cliccato sul proprio cellulare per vedere se i soldi promessi dal presidente rossonero, l'ultimo di una lunga serie, erano arrivati. Purtroppo non c'è stata traccia di accredito e a questo punto non resta altro da fare che sperare in domattina oppure, veramente, si sarà trattato dell'ennesima presa in giro. Alla squadra e alla città. I ragazzi, dopo una settimana trascorsa a decidere se scendere in campo oppure no, a Pontedera sono usciti sconfitti ed è evidente che la testa era da un'altra parte. Del resto, nonostante i cambi di proprietà, all'interno dell'universo rossonero non è cambiato alcunché: si va avanti all'insegna dell'autogestione, i giocatori si pagano le visite e gli esami specialistici, da qui alla fine del campionato e salvo l'aiuto dei tifosi, dovranno far di tutto per sopportare trasferte. Del resto a Pontedera, vista l'importanza della gara, si sarebbe potuti partire anche la sera prima invece no, non c'è un euro, quindi pullman in attesa a Porta Elisa la mattina e via. La domanda sorge spontanea: ma i soldi degli incassi delle partite casalinghe a chi vanno e come vengono utilizzati? Vengono reinvestiti nelle urgenze-esigenze immediate della squadra oppure vanno a finire da qualche altra tasca?
I giocatori avevano deciso di interrompere lo sciopero e di scendere in campo per dare un segnale di buona volontà alla nuova proprietà. Evidentemente la cosa non è servita e se domattina non arriverò niente sui conti correnti dei giocatori questi ultimi avranno davanti una sola alternativa: andare fino in fondo da soli oppure chiuderla qui.