Una storia che era diventata una sorta di incubo. Puntuale, infatti, ogni volta, arrivava la convocazione del tribunale di Massa e Carrara per l'ennesima puntata di quell'udienza preliminare che avrebbe dovuto stabilire se rinviare a giudizio Vinicia Tesconi, all'epoca collaboratrice del quotidiano on line www.lagazzettadimassaecarrara.it per il reato di diffamazione a mezzo stampa e il direttore responsabile Aldo Grandi per il reato di omesso controllo dell'articolo 'incriminato'.
Una storia che andava avanti da ben cinque anni, da quando, cioè, il 4 maggio 2017 sulle colonne del giornale apparve l'articolo dal titolo Abuso d'ufficio: denunciate la dirigente dell'ufficio sociale Daniela Tommasini e l'assistente sociale del comune Adriana Gentile. La querela era stata sporta da tre assistenti sociali, Daniela Tommasini di Carrara, Adriana Gentile di Massa e Sara Bertoncini di Pieve Fosciana le quali, attraverso il proprio legale, ravvisavano di essere state offese e diffamate dall'articolo scritto da Vinicia Tesconi.
Quest'ultima, nel corso del procedimento penale, ha chiesto di essere interrogata e ha ripetutamente espresso la convinzione di aver agito nel pieno rispetto di quelli che sono i tre requisiti fondamentali per l'esercizio del diritto di cronaca: veridicità della notizia, interesse pubblico della medesima e linguaggio non oltraggioso o tale da compromettere la dignità delle persone. Il direttore Aldo Grandi ha appoggiato in pieno questa tesi anche perché, prima della pubblicazione e anche subito dopo, ha chiesto e ottenuto le spiegazioni necessarie affinché l'articolo fosse meritevole di pubblicazione e, in particolare, non ledesse l'immagine di alcuno.
In tutti questi anni non c'è stato alcun tentativo, né da una parte né dall'altra, di arrivare ad un compromesso. Inizialmente Aldo Grandi aveva tentato di convincere la dottoressa Tommasini a rinunciare, ma non c'era stato verso e il procedimento era andato avanti. Alcuni mesi fa la stessa Tommasini ha ritirato la querela nei confronti della Vinicia Tesconi autrice dell'articolo chiedendo, però, che essa venisse mantenuta verso il direttore responsabile della testata.
Mercoledì scorso l'ultimo atto di fronte al giudice dell'udienza preliminare che ha ascoltato i due legali degli indagati, l'avvocato Umberto Zangani del foro di Massa per Vinicia Tesconi e l'avvocato Cristiana Francesconi del foro di Lucca per Aldo Grandi. Il primo ha tracciato con acume e puntalità le fasi del procedimento e, soprattutto, l'articolo in questione e le fonti da cui era derivato riscontrando come il lavoro della sua cliente fosse stato particolarmente accurato e approfondito sia nei contenuti sia nella qualità e valutazione delle fonti.
Cristiana Francesconi ha ribadito che il proprio assistito, in qualità di direttore responsabile, non poteva essere accusato di omesso controllo semplicemente perché la sua collaboratrice aveva confermati di aver seguito tutti i crismi necessari affinché la notizia fosse pubblicabile. Quindi, poiché la fiducia che riponeva nell'autrice del pezzo era storica e meritata oltreché derivante da una capacità professionale e lavorativa indiscusse, aveva dato l'okay per la pubblicazione.
A questo punto e visto che le parti lese non si erano costituite parte civile, il giudice si è ritirato in camera di consiglio per uscirne, poi, e dare lettura della sentenza di non luogo a procedere sia nei confronti di Vinicia Tesconi sia verso Aldo Grandi.
Nella foto: Aldo Grandi direttore delle Gazzette e l'avvocato Cristiana Francesconi, un sodalizio indissolubile