Anno XI 
Mercoledì 27 Novembre 2024
- GIORNALE NON VACCINATO
claudio
claudio5

Scritto da carmelo burgio
Cronaca
07 Luglio 2024

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Elly Schleyn, a fronte del fatto che il padre sia ebreo aschenazita, non appartiene al “popolo eletto”. Ritengo utile spiegarlo ai pochissimi lettori che magari ignorano tale particolare. Si è ebrei se la madre lo è, e nel suo caso il papà la concepì con una gentile, definizione che accomuna per i figli d’Israele tutti i non ebrei.
Mi son già espresso con riprovazione verso gli studenti di scuole di politica di FdI che hanno proferito frasi contro il mondo semita, per cui, per par condicio, potrei dire la mia sulle splendide esternazioni di analogo segno che avrebbe diffuso la famosa (?) scrittrice Cecilia Parodi, che gli ebrei li vorrebbe impiccati tutti, e in un rigurgito neo-piazzaleloretista, a testa in giù. In effetti, già che ci siamo, oltre che da ebrei trattiamoli pure da fascisti, così non ci si sbaglia.
Invece non posso sollevare critica.
Che dire? Attendendo le reazioni di Elly, ma forse a lei nulla interessa atteso che ebrea non è, qualcosa vi sarebbe, soprattutto manifestare lo stupore.
Intanto la Parodi è pubblicizzata come grande scrittrice, ennesima perla dell’intellighenzia di una parte che pare abbia il monopolio culturale per mandato divino. Magari sarà la novella Murgia, perché no: del resto se professi un certo credo e compili la schedina, ci sarà qualcuno che te la recensirà come esempio d’arte astratta. 
Scrive di cose dolcissime: di micini, del suo amore per la terra sarda ove s’è trasferita, eppure, se tratta d’israeliti, l’impicca a testa in giù. Ma non stupiamoci, anche Hitler dipingeva acquerelli, e il ReichsMarshall Hermann Göring notoriamente era grande amante dell’arte e fregava opere dappertutto nell’Europa occupata per la sua personale galleria. Quindi l’amore per il bello può andare a braccetto con le esecuzioni di massa.
Ma torniamo allo stupore che a me, privo d’ispirazione artistica, ha suscitato il suo voler rinnovellare quello spettacolo del lontano, ma evidentemente non troppo, 29 aprile 1945.
A Piazzale Loreto il 15 agosto 1944 furono fucilati dai fascisti di Salò 15 partigiani. I cadaveri furono oltraggiati da chi aveva provveduto all’eccidio, dimostrando di non possedere il minimo senso dell’onore militare, oltre ad altri valori. Il 29 aprile 1945 furono trasportati a Piazzale Loreto i corpi di Mussolini, della sua amante e di alcuni gerarchi, fucilati dopo la cattura a Dongo, sul lago di Como, mentre cercavano di raggiungere la Svizzera. Vennero appesi a testa in giù ad un distributore di benzina, dopo essere stati a loro volta oltraggiati da folla che di Salò e fascisti non ne poteva più. All’esecrazione di tale comportamento assai prossimo alla legge del taglione – a proposito: seguita da ebrei e islamici – soccorre una parte del mondo partigiano che replicava a suo tempo che non vi fosse stato alcun intento offensivo verso i cadaveri, né rappresaglia per il precedente dell’agosto 1944. Furono appesi a testa in giù, suscitando riprovazione nei militari alleati presenti, per sottrarli all’oltraggio della folla, che bastonava, scalciava e orinava su quei cadaveri, offendendoli oltremodo. Naturalmente ci si trovava a Piazzale Loreto per caso, erano i tempi in cui il povero Signore Gesù Cristo moriva di scarlattina.
Ho già manifestato cosa pensi di chi faceva arrivare in orario i treni, riuscendo poi a farli distruggere con tutta la ferrovia, per cui non soffro di “nostalgia canaglia”. 
Mi riesce quindi semplice offrire tutta la mia comprensione alla novella Murgia, o Deledda che paragonar si voglia, che non intende – come potrebbe sembrare all’incolto lettore – compiere esecuzioni sommarie e vilipendio di cadaveri. No. Intende solo sottrarli alla furia selvaggia della folla, naturalmente “fassista”. Infatti nell’esternare riesce pure a piangere, altra operazione evidentemente diffusa a certe latitudini politiche.
E allora che dire? È un artista, le cose le intuisce meglio dei comuni mortali, magari ha pure ragione. E la Schleyn non tace perché sa di non correre rischi non essendo ebrea, ma perché consapevole del fatto che un artista ha sempre ragione. L’ha stabilito anche un giudice per gl’insulti canori di Fedez a militari e poliziotti.   

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