Alcune considerazioni preliminari: in Italia il 20 per cento più ricco ha nelle proprie mani il 70 per cento della ricchezza nazionale netta, il patrimonio dei primi tre miliardari italiani della lista Forbes 2019 è superiore alla ricchezza netta detenuta (37,8 mld di euro) dal 10 per cento più povero della popolazione italiana, circa 6 milioni di persone (Sole24ore).
Vedi grafico in basso
Una proposta, la riporto solo con qualche riflessione personale, tratta dall’intervista di Emanuele Lauria per “la Repubblica” a Cirino Pomicino (frasi in corsivo) (https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2020/03/31/news/pomicino_contributo_dai_ricchi_in_cambio_4_anni_di_pace_fiscale_-252823563/)
e rivolta soprattutto a quel 20%; con le dichiarazioni ufficiali dei redditi ed i fatturati noti (per quanto non sempre attendibili).
Una Patrimoniale? No la soluzione non può essere la patrimoniale, che darebbe un input recessivo all'economia.
Lo Stato dovrebbe chiedere a tutti i contribuenti (con un occhio al 10% molto ricco), in modo volontario, un versamento a fondo perduto da 30 mila euro a 10 milioni secondo una scala definita sulla base del reddito o del fatturato, da versare in due annualità.
Un contributo da parte di cittadini abbienti e società in cambio di una "pace fiscale", cioè senza accertamenti, lunga quattro anni. Si potrebbe avere un gettito aggiuntivo di almeno 120 miliardi di euro.
I più fortunati di questo Paese vorranno essere meno generosi di medici e infermieri?
Ci vorrà coraggio, ma il coraggio fa parte della politica: chi non ce l’ha meglio che faccia altro.
Cirino Pomicino ha avuto condanne penali in via definitiva:
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1 anno e 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito ai partiti nel processo Enimont.
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2 mesi di reclusione per corruzione patteggiate nel 2002 nell'ambito dell'inchiesta sui fondi neri Eni.
e per due procedimenti si arrivò alla prescrizione. E questo fa parte della sua storia personale.
Un grandissimo filosofo degli anni ottanta, Massimo Catalano tra l’altro ottimo jazzista, avrebbe detto: “Meglio un politico intelligente e onesto di un politico incapace e corrotto”.
Pomicino non rientra tra nessuna delle due macrocategorie Catalane ma ha dato qualche indicazione, perlomeno da valutare, alla classe politica attuale che, con molta buona volontà possiamo ritenere onesta, ma che è sicuramente incapace e inadeguata ad affrontare questo periodo drammatico (forse da alcuni decenni). Pomicino per almeno uno dei sostantivi di Catalano, l’intelligenza, non ha eguali nel governo attuale.
Per dettagli capacità, competenze ed esperienza dell’attuale governo leggere l’articolo di Jacopo Iacoboni per “la Stampa” (https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/03/30/news/geraci-l-uomo-del-dossier-via-della-seta-al-governo-scarse-competenze-e-conte-non-ha-l-esperienza-per-trattare-con-putin-e-xi-jinping-1.38655982 ) .
Vale la pena quantomeno ascoltare e valutare la proposta che ai miei occhi ha almeno un enorme pregio, è la meno umiliante per gli italiani tra le tante proposte economiche che circolano per un Paese già caduto nel baratro economico; fosse anche etichettata come un precondono.
Ed è di gran lunga preferibile alle umiliazioni quotidiane che proviamo nell’ascoltare annunci vuoti su Facebook, chiacchiere su miliardi inventati, elemosine che neanche arrivano, politici implorano per avere il reddito di cittadinanza dall’Europa e persone che si stracciano le vesti per i contagiati e i defunti senza mettere la mano al portafoglio.