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Scritto da Redazione
Cronaca
15 Maggio 2020

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Una scena straziante che non avremmo mai voluto vedere. Una madre il cui figlio è stato travolto e ucciso mentre stava attraversando la strada la notte del 3 febbraio 2018, appena uscita dall'aula del tribunale di Lucca dove è stata pronunciata la sentenza. Le mani di Fiorella Checchi che tirano fuori da una busta un quadro-fotografia con il ritratto di Andrea Lucchesi, all'epoca 21 anni, la vittima. Le parole, impugnando bene in vista l'immagine, indirizzate all'imputato, Anthony Caturano che, insieme all'avvocato Roberto Cappa, sta percorrendo il corridoio in direzione dell'uscita: "Almeno ricordatevi chi era mio figlio. Evidentemente la vita di mio figlio non valeva niente, è morto inutilmente, quattro anni soltanto. Nulla. Spero che altri possano vivere quello che ho vissuto io".

E' da poco terminata l'udienza, iniziata alle 11, che vedeva sul banco degli imputati l'operaio viareggino Anthony Caturano, 25 anni, assistito dai legali Fabrizio Miracolo e Roberto Cappa di Viareggio, accusato di omicidio stradale in concorso parziale con la vittima stessa. La difesa aveva già scelto di avvalersi di uno dei riti alternativi previsti dal codice di procedura penale, nella fattispecie il rito abbreviato che prevede la riduzione di un terzo della pena. 

Alla fine del processo il giudice Riccardo Nerucci ha emesso una sentenza di condanna accogliendo, sostanzialmente, le richieste del pubblico ministero, il sostituto procuratore della Repubblica Salvatore Giannino il quale partendo da una pena base di nove anni di reclusione, detratto il terzo previsto dal rito abbreviato e tenuto conto del concorso nell'incidente, aveva a sua volta chiesto proprio la pena di quattro anni. A cui sono stati aggiunti due anni e nove mesi di ritiro della patente di guida oltre a tutti i riconoscimenti nei confronti delle parti civili compresa l'associazione delle vittime della strada presente con un proprio legale collegato in remoto.

"Questo è un paese di merda - ha esordito subito dopo la sentenza Mario Lucchesi, il padre del giovane ucciso a Viareggio - Lo sapevo, ma quello che è accaduto oggi me ne dà la conferma. Mi vergogno di essere italiano. Viviamo in un paese dove le leggi non valgono nulla". Giacomo Lucchesi, il fratello della vittima, ha preferito tacere per non aggiungere parole di fuoco.

Ha commentato, invece, duramente, l'avvocato della famiglia Lucchesi, Cristiana Francesconi del foro di Lucca, la quale è andata giù pesante: "E' una vergogna. Se vogliono che la gente continui a morire impunemente, ebbene, che si vada avanti così. Quattro anni per aver travolto e ucciso un ragazzo di 21 anni sono niente, il colpevole non si farà nemmeno un giorno di carcere".

Già durante la pausa successiva allo svolgimento dell'udienza si erano percepiti momenti di tensione. Infatti, gli avvocati della difesa, Fabrizio Miracolo e Roberto Cappa, avevano, come ha ammesso lo stesso Cappa, un po' forzato la mano, chiedendo, addirittura, l'assoluzione per il proprio assistito che, secondo loro, non avrebbe potuto, anche volendo, evitare di travolgere Andrea Lucchesi il quale sarebbe stato l'unico responsabile di quanto avvenuto. Una posizione forte, che ha suscitato l'indignazione dell'avvocato Francesconi la quale aveva chiesto, dopo un'arringa decisa e puntuale, il massimo della pena, intorno ai 12 anni, anche per essere un esempio per tutti coloro che, come Caturano, si mettono alla guida consapevoli che avrebbero bevuto. 

"Caturano - ha detto Francesconi - è risultato positivo, dopo tre ore, all'alcol test, per 1,14 cioè al momento dell'incidente, avvenuto verso le 4 di notte, doveva avere dei valori sicuramente più alti. Quindi era evidentemente ubriaco e c i sono le prove testimoniali che il ragazzo era solito uscire così la sera per divertirsi portandosi dietro una fiaschetta di whisky di mezzo litro".

La difesa dell'imputato ha ribattuto dicendo che la velocità del Caturano era assolutamente adeguata così come la guida del veicolo. In sostanza Caturano non poteva evitare l'impatto. Per di più, gli avvocati Cappa e Miracolo si sono soffermati su un particolare, a loro avviso, fondamentale: "Al momento dell'incidente un taxi con due persone ha incrociato dei ragazzi, proprio la vittima e il suo amico, che stavano giocando ad evitare le auto in transito. Circostanza che è stata anche confermata dalle immagini riprese dalla videocamera di un cantiere che hanno dimostrato come i giovani stessero divertendosi in quel modo già da parecchio tempo quella sera".

Il pubblico ministero ha riconosciuto le responsabilità di Caturano, ma anche il concorso di colpa, nell'incidente, da parte della vittima. Una sentenza, quella di oggi, che ha lasciato l'amaro in bocca, soprattutto, ai familiari di Andrea Lucchesi che si aspettavano una pena più severa.

 

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