Lo sapeva e lo attendeva da mesi, ormai, preoccupata per ciò che sarebbe potuto accadere alla sua attività nella quale ha investito alcune centinaia di migliaia di euro e che dà da mangiare a una ventina di persone. Il momento, ossia il giorno degli Infami o dell'Infamia, è, fatalmente arrivato. Da oggi 15 febbraio chi ha compiuto 50 anni e non ha con sé il Green Pass rafforzato, dovrà astenersi dal lavorare e, se lo farà, verrà severamente sanzionato. Non sarà più sufficiente, per Sabina e per quelli e quelle come lei, che si sciroppavano, pagandolo profumatamente, un tampone ogni due giorni, recarsi in farmacia, no. Il ricatto che altro non è, a nostro avviso, se non una estorsione vera e propria, pretende di più: o ti vaccini o ti ammali, anzi, o ti vaccini o non puoi più lavorare per mantenere te e i tuoi cari.
Ma dove sono le associazioni di categoria che, a livello nazionale, dovrebbero tutelare i propri iscritti? Desaparecidos.
Allora, oggi a mezzogiorno in punto, Sabina Alberti che tutte le altre mattine arriva in negozio alle 5 e se ne va la sera alle 22, ha varcato la soglia del suo bar che ama di tutto l'amore possibile, e ha tirato simbolicamente giù la saracinesca a dimostrazione che lei non accetterà mai queste imposizioni da stato di polizia: "Io non ho paura di vaccinarmi, ma non sopporto le imposizioni quando esse sono manifestamente assurde e senza giustificazione alcuna. In questi due anni noi ristoratori e commercianti abbiamo pagato il prezzo più alto in termini di salute economica che, alla fine, è anche salute vera e propria perché ci siamo avvelenati il fegato e il sangue. Ora basta. Io per tutto questo tempo ho fatto su e giù prenotando con largo anticipo i tamponi in farmacia e cosa ho ottenuto? Sono stata rispettosa e ligia alle regole e invece di essere premiata ecco qui che vengo bastonata. Ho appena compiuto 50 anni e secondo gli esperti devo avere il Super Green Pass per lavorare ossia devio vaccinarmi. Ma siamo folli? Io ho otto persone da mantenere con questa attività devo allora metterli in mezzo alla strada? No, non posso farlo per una questione di sensibilità e perché non posso suicidarmi dopo tutto quello che ho fatto. Allora resto a partire da oggi sul marciapiede di fronte all'ingresso della mia pasticceria, al freddo e con la pioggia, ma ad accogliere i miei clienti che mi vogliono bene e che spero continuino a venire. Mi hanno massacrato con multe ingiuste e adesso vogliono definitivamente affossarmi, ma non ci riusciranno. Spero che qualcuno mi aiuti in questa mia lotta di sopravvivenza".
La Gazzetta di Lucca, inutile dirlo, è la prima.
Foto Ciprian Gheorghita