In cinquant'anni e anche oltre e, soprattutto, nei nostri 35 anni di soggiorno nemmeno tanto obbligato in questa valle di lacrime, mai era accaduto, né a noi né a qualcun altro che facesse il nostro stesso mestiere, ossia lo scribacchino di provincia, di essere denunciati per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale nel corso di un servizio giornalistico. Ebbene, la polizia municipale e il comandante Maurizio Prina hanno denunciato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale il direttore responsabile delle Gazzette Aldo Grandi. I fatti si riferiscono all'8 febbraio, giovedì, quando era stato annunciato il blitz delle forze speciali a San Cassiano a Vico per sgomberare e porre sotto sequestro il campo sportivo della Real Academy di Claudio Polonia. Quest'ultimo aveva minacciato di darsi fuoco e, con tanto di bottigliette piene di benzina, impediva di accedere alla struttura dove si era seduto in attesa che il sindaco - a Roma - o l'assessore Barsanti - chissà dove - venissero a parlargli e ad ascoltarlo. Sul posto sia gli uomini della questura con il dirigente addetto sia una decina di agenti della polizia municipale compreso il comandante, tutti dipendenti dall'attuale amministrazione e, nella fattispecie, dal vice sindaco e assessore Giovanni Minniti.
Secondo quanto è scritto nella notifica della denuncia, il direttore delle Gazzette, utilizzando la forza fisica, si sarebbe opposto all'allontanamento imposto da una disposizione della questura destinata a liberare il terreno visto il rischio che potesse accadere qualcosa di grave. In realtà noi, che eravamo presenti in quanto cronisti e non certo per disturbare l'operato delle forze di polizia o per piacere personale, eravamo gli unici ammessi alla presenza di Polonia il quale accettava di interloquire solamente con lo scrivente.
Improvvisamente chi scrive e gli altri giornalisti e cineoperatori si sono visti intimare di abbandonare la struttura - da tener presente che eravamo tutti all'esterno salvo il direttore (ir)responsabile che entrava ed usciva - nonostante stessero semplicemente facendo il proprio dovere di cronisti. Per di più, al fine di impedire qualsiasi possibilità di testimoniare sull'accaduto, venivano oscurate le reti con dei cartelloni. Noi ci siamo rifiutati civilmente di lasciare il terreno adducendo il diritto di cronaca che impone e dispone di assistere a ciò che accade al fine di poterlo raccontare nel modo più corretto possibile. Nessuna violenza da parte nostra anzi, la nostra giacca strappata dalle mani dei vigili urbani che senza tanti complimenti e loro sì a forza, ci hanno sollevati di peso e fatto allontanare.
Questo quanto alla resistenza.
Per l'oltraggio, secondo quanto viene contestato, Aldo Grandi si sarebbe rivolto al comandante Prina con la seguente frase: La maiala di su ma'. Non ci risulta assolutamente di aver mai pronunciato questa frase all'indirizzo del comandante, ma i vigili urbani sostengono di essere in possesso di video che testimoniano quanto da loro messo nero su bianco.
Dopo 35 anni di (dis)onorata carriere professionale, eccoci, quindi, equiparati a coloro che, di questi tempi, nelle università, nelle piazze e nelle strade delle metropoli e non solo, sputano, offendono, attaccano forzano i cordoni della forze di polizia. Per 35 anni abbiamo seguito e seguiamo la cronaca nera e quella giudiziaria e sfidiamo chiunque a portarci un esempio di mancanza di rispetto, di oltraggio o di resistenza alle forze dell'ordine con le quali abbiamo e abbiamo sempre avuto un rapporto di reciproca stima e fiducia.
Chissà cosa ne pensano il sindaco Mario Pardini e l'assessore competente Giovanni Minniti. Durante i dieci anni di amministrazione tambelliniana e nonostante un clima spesso incandescente, mai eravamo stati sottoposti al pubblico ludibrio per simili accuse.
Ovviamente saremo nell'aula di tribunale pronti a difenderci con tanto di testimoni a favore. Male non fare, paura non avere: questo il nostro motto che ha campeggiato per anni accanto alla testata dei nostri quotidiani on line: Recte agere nihil timere (agisci rettamente e non temere nulla). A difenderci, come avviene da oltre 13 anni, l'avvocato Cristiana Francesconi.