Una scena commovente avvenuta questa mattina nel corridoio del tribunale di Lucca in via Galli Tassi. I genitori di Antonio Caturano, il giovane di Lido di Camaiore che, due anni fa, travolse e uccise alla guida della propria auto Andrea Lucchesi, 21 anni, ferendo gravemente un suo amico mentre stavano attraversando la strada, hanno chiesto di poter incontrare la famiglia Lucchesi. Con loro, anche il figlio e imputato Antonio Caturano, visibilmente commosso.
Fiorella Checchi e Mario Lucchesi, genitori della vittima, insieme all'altro figlio Giacomo, accompagnati dall'avvocato Cristiana Francesconi del foro di Lucca, sono arrivati all'ex Galli Tassi per l'udienza preliminare prevista per oggi di fronte al giudice dell'udienza preliminare Riccardo Nerucci. Gli avvocati dell'imputato, Fabrizio Miracolo e Roberto Cappa, di Viareggio, ma entrambi del foro di Benevento, dopo essersi visti rifiutare la proposta del patteggiamento, hanno ufficialmente formulato, proprio poco fa, la richiesta del giudizio abbreviato che prevede la riduzione di un terzo della pena. Il giudice Nerucci ha fissato l'udienza per la discussione tra i legali delle parti, a porte chiuse, il 17 maggio.
Al di là delle questioni processuali la giornata odierna ha visto, per la prima volta dopo l'incidente, avvenuto a Viareggio, in Darsena, la sera del 4 febbraio 2018, le due famiglie si sono incontrate e lo stesso omicida ha chiesto e ottenuto di poter parlare con i genitori di Andrea Lucchesi. Un appuntamento che ha visto gli sfortunati protagonisti di questa storia scambiarsi alcune parole ad eccezione di Giacomo Lucchesi, il fratello della vittima, che non ha voluto avere niente a che fare né con Antonio Caturano né con i suoi genitori. "Avrebbero dovuto pensarci prima a chiedere scusa, non dopo due anni" ha commentato con l'avvocato Francesconi che non ha potuto non far rilevare come, effettivamente, fino ad oggi non ci fossero state, nell'arco dei due anni, particolari manifestazioni in tal senso da parte della famiglia dell'investitore.
Sono stati Edoardo Caturano e la moglie Anna Diez ad avvicinarsi, dopo che l'avvocato Cappa aveva chiesto il permesso, alla madre di Andrea. Sono stati attimi di profonda emotività, con forte commozione da entrambe le parti e con Antonio Caturano che, pochi metri indietro, seduto sulla panca, non era da meno. Poi anche l'omicida ha parlato prima con Mario Lucchesi, poi con la moglie Fiorella Checchi.
"Gli ho detto che mi dispiace anche per lui - ha spiegato la madre della vittima - ma che ha fatto una grande cazzata ed è giusto che paghi. A tutti ho detto e non ho paura di ripeterlo, che avrei preferito essere io dalla loro parte con il figliolo vivo, ma accusato di omicidio. Almeno lui è vivo, mentre il mio è, ormai, morto e nessuno lo riporterà da noi. Dopo due anni, inoltre, le scuse lasciano il tempo che trovano, avrebbero dovuto venire subito dopo l'incidente. Io, almeno, se fosse stato mio figlio dall'altra parte, lo avrei fatto. La mamma mi ha detto che non lo ha fatto perché le sembrava di disturbare, ma non avrebbe disturbato affatto".
"Antonio Caturano - ha dichiarato l'avvocato Roberto Cappa - ha chiesto di parlare con i genitori di Andrea e gli ha detto che avrebbe preferito essere lui, quel giorno, al posto di Andrea".
Nel processo sono presenti ben otto parti civili. Le accuse per l'imputato sono di omicidio stradale e omissione di soccorso. All'epoca, infatti, Caturano non si fermò a prestare soccorso ai due giovani travolti e fu successivamente rintracciato a Lido di Camaiore presso la sua abitazione dai carabinieri.
Nella foto in alto: Edoardo Caturano e Anna Diez parlano con Fiorella Checchi, madre della vittima. Sullo sfondo, seduto sulla panca, Antonio Caturano