Non fanno più notizia oramai le classiche e maledette "truffe dello specchietto", praticate ripetutamente da miriadi di imbroglioni ai danni soprattutto di anziani e donne sole colte alla guida dell'auto in zone pressoché isolate. Purtroppo, nonostante il "modus operandi" sia ad oggi ben noto, ci sono sempre sfortunati avventori e avventrici che ci cascano, i quali si vedono imporre con velate minacce la "colpa" della collisione stradale dal truffatore che, mascherato da comune cittadino, lamenta un (improbabile) urto con conseguente ammaccatura alla propria auto. L'improvvisa e sconcertante circostanza, fa prevalere nella vittima timore e paura, che portano velocemente via il posto alla ragione. Un ipotetico danno alla macchina valutato dal truffatore in qualche centinaio di euro, che se pagato nell'immediato via cash dalla vittima imbambolata, elimina impicci legali e possibili aumenti della polizza auto. Ed ecco come la missione è compiuta. Portafoglio svuotato e problema risolto all'apparenza, perché al primo racconto ad amici e/o familiari, la tremenda beffa viene a galla, lasciando la persona con una devastante e opprimente umiliante angoscia.Ma in molti altri casi, la cosiddetta "preda" del criminale non ci casca, e dopo aver chiarito di voler chiamare il 112 a seguito della richiesta del contante per "chiudere" la questione, il truffatore sparisce velocemente all'orizzonte alla ricerca comunque di altre possibili vittime.E così è stato per Anna, nome di fantasia che un'infermiera dell'ospedale San Luca di Lucca si è data per evitare eventuali possibili ritorsioni da parte del farabutto che lo scorso sabato pomeriggio ha tentato l'ennesima truffa non solo dello specchietto, ma anche della "strusciata" sul fianco della vettura. "Uscita dal turno di lavoro, sabato, di primo pomeriggio, una macchina mi sorpassa a tutta velocità e si ferma 50 metri più avanti" – racconta Anna ai taccuini della nostra redazione. "Gli passo accanto, e dal finestrino, un uomo con fare agitato inveisce contro di me e mi fa cenno di fermarmi". Location dell'accaduto, Viale Carducci, sulla circonvallazione, nei pressi della farmacia 24h. "Sbalordita e incredula da ciò, proseguo per la mia strada, ma con questa macchina impazzita alle calcagna che mi lampeggia e mi suona insistentemente, fino a che mi taglia la strada e mi costringe ad inchiodare di fianco all'ex campo Balilla." - continua Anna. "L'uomo, con fare del tutto fuori di sé, esce di macchina e mi si precipita allo sportello. Con urla disumane, botte sul vetro, minacce, e ripetute foto alla mia targa con il suo cellulare, lamenta un ingente danno alla carrozzeria che io devo risarcire nell'immediato". In tale circostanza, il truffatore assume un atteggiamento meno "diplomatico", puntando a terrorizzare la preda spingendola praticamente con le spalle al muro, senza lasciarli nemmeno il tempo di poter respirare. Con l'infermiera in questione avviene però l'effetto contrario e per questo si serra in macchina bloccando tutte le aperture. L'uomo continua con la sua "missione" di richiesta danari, ma passano i minuti e la pseudo-rabbia piano piano cala di potenza. Anna, al riparo nella sua auto, vince la paura e riprende in mano, oltre alla ragione, anche il cellulare, e dal vetro lo mostra al criminale da strapazzo, comunicandogli che saranno le forze dell'ordine appena chiamate a decretare se il "sinistro" va risolto con un istantaneo esborso economico. Il malcapitato capisce che la preda ha tirato fuori gli artigli ed in men che non si dica, monta in macchina e se la da a gambe. "L'incredibile concitazione non mi ha lasciato purtroppo la velocità di poter prendere il numero di targa" – continua Anna. "Ma importante per me è non aver ceduto".