"Contro la violenza assistita: strumenti operativi, approcci, normativa per contrastarla". Questo il titolo dell'incontro che si terrà venerdì 29 novembre alle 16 nell'antica Armeria di palazzo Ducale . L'iniziativa che è stata curata dell'associazione Woman to be Aps, è aperta a tutti e patrocinata dalla provincia di Lucca e dall'azienda USL Toscana nord ovest .
Cos'è la violenza assistita? Un fenomeno opaco e spesso frainteso. Con il termine violenza assistita si intendono tutti quei casi in cui un minorenne vede una persona a cui è legato da un vincolo affettivo oppure una figura di riferimento subire una qualche forma di violenza, sia essa fisica, verbale, psicologica, sessuale o economica. Sono ferite che non guariscono quelle inferte quotidianamente ai minori, vittime di violenza assistita.
All'incontro di venerdì parteciperanno: Teresa Leone, esperta di pari opportunità e politiche di genere della Provincia di Lucca a Stefania Trimarchi, viceprefetto vicario della Prefettura di Lucca, a Piera Banti coordinatore medico aziendale Toscana Nordovest dei referenti medici di Ps Codice Rosa, a Silvia Mammini, Psicologa clinica, ai Servizi sociali con Carla Panelli, assistente sociale Zona Piana di Lucca e Referente Codice Rosa, all'avvocato penalista Martina Tarzia, a Maria Grazia Anatra, narratrice per bambini/e, e presidente dell'associazione Woman to be che da anni si occupa del fenomeno.
Ha sottolineato Maria Grazia Anatra, presidente dell'Associazione Woman to be: "Scegliere il momento attuale per approcciare un tema tanto complesso nasce da alcune motivazioni: la condizione di sfondo di opacità con cui continua ad essere proposto il fenomeno - che impongono chiarezza e conoscenza - e la riattualizzazione a livello provinciale del Protocollo Mi.Ri.A.M da parte dei soggetti preposti, una recente Direttiva europea, la prima, del maggio 2024 che sollecita azioni multiorientate in ogni paese membro, le sperimentazioni in atto circa la presa in cura dei minori".
I dati aggiornati (primo semestre 2024 diffusi dall'ISTAT parlano tristemente chiaro: oltre il 51% delle donne vittime di maltrattamenti dichiara che i propri figli assistono alle violenze (e nel 19% dei casi le subiscono anche in prima persona). Situazione allarmante considerando i dati in possesso del Ministero degli interni, che denunciano in un decennio (2013-2023) una crescita del 105% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi.
Eppure la violenza assistita non è considerata reato dall'ordinamento penale italiano, ma la Legge 69 del 19 luglio 2019, nota come "Codice Rosso", l'ha inserita tra le circostanze aggravanti per i reati di maltrattamento domestico (articolo 572 del Codice penale).
Ma gli effetti sono devastanti sullo sviluppo fisico, causando deficit nella crescita, ritardi nello sviluppo psico-motorio, deficit visivi; sullo sviluppo cognitivo generando effetti negativi sull'autostima, sulla capacità di empatia e sulle competenze intellettive, oltre che provocare disturbi del linguaggio e disturbi evolutivi dell'autocontrollo (come deficit di attenzione e iperattività, sullo lo sviluppo comportamentale, portando all'insorgere o all'aggravarsi di stati di paura costante, senso di colpa nel non essere la vittima diretta della violenza, tristezza e rabbia dovute al senso di impotenza e all'incapacità di reagire alla violenza.