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Scritto da Redazione
Cronaca
04 Luglio 2024

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La giunta Pardini ha dato il via libera a tre nuove intitolazioni.

La prima, su input del consiglio comunale, riguarda la figura di Norma Cossetto, istriana nata a Visinada il 17 maggio 1920 e morta ad Antignana il 5 ottobre 1943. Studentessa universitaria italiana, fu uccisa da partigiani jugoslavi nel 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani ed è diventata il simbolo della tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmataA lei sarà intitolato un parco giochi a San Marco, nei pressi della scuola primaria.

A Romano Silva, studioso fondatore dell'Istituto storico lucchese, sarà intitolato un parco sempre a San Marco, tra le vie Torrini e Isa Belli Barsali, nei pressi della scuola d'infanzia. Infine ad Antonio Possenti, pittore la cui opera è riconosciuta a livello mondiale, sarà intitolata una piazzetta nei pressi di via dell'Anfiteatro.

Le tre intitolazioni sono state discusse e approvate dalla commissione toponomastica, voluta dall'amministrazione Pardini per gestire al meglio tutte le pratiche che riguardano appunto l'attribuzione di nuovi nomi a spazi pubblici. Soltanto nel caso della intitolazione della piazzetta in centro storico al pittore Possenti, il cambio di nome interesserà tre attività commerciali e 2 famiglie di residenti.

"La commissione sta lavorando a pieno ritmo – afferma l'assessore alla toponomastica Moreno Bruni – per rispondere positivamente alle molte sollecitazioni che ci vengono da parte di gruppi di cittadini e associazioni. Siamo molto soddisfatti di questo impegno e in particolare riteniamo che attribuire ai luoghi pubblici della nostra città e del territorio nomi di illustri concittadini non sia un mero esercizio agiografico, ma significhi, profondamente, apportare un contributo concreto a tenere viva la memoria della nostra storia passata e recente".

Ora che la giunta ha dato il via libera alle tre intitolazioni, sarà necessario il nulla osta della Prefettura perché diventino effettive.

Brevi biografie:

Norma Cossetto nasce a Santa Domenica di Visinada (Labinci), piccolo borgo agricolo dell'entroterra istriano, non lontano da Parenzo, o Poreč, territorio ora appartenente alla Croazia. I suoi genitori, Giuseppe e Margherita, sono possidenti terrieri non facoltosi ma benestanti secondo gli standard dell'epoca. Norma frequenta al suo paese la scuola materna e quella elementare fino alla classe quarta, e poi si trasferisce a Gorizia, dove frequenta il liceo classico conseguendo nel 1939 la maturità con ottimi voti. Alla fine dell'estate si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia, all'Università di Padova, superando brillantemente tutti gli esami. Nell'ottobre del 1941 ottiene una supplenza come insegnante di lettere al liceo Gian Rinaldo Carli di Pisino e l'anno seguente consegue un nuovo incarico presso l'Istituto Magistrale Regina Margerita di Parenzo. Riesce ad ottenere anche brevi docenze a Spalato ed Albona, coronando così il suo sogno di intraprendere la professione di educatrice. Fidanzata con un incursore dei mezzi d'assalto della Regia Marina, Norma è una ragazza ben inserita nel contesto sociale in cui vive. Nell'estate del 1943, Norma gira in bicicletta per i comuni dell'Istria raccogliendo materiale per la sua tesi di laurea, intitolata L'Istria rossa e dedicata allo studio del territorio istriano ricco di bauxite. Nello stesso periodo, la famiglia Cossetto si vede costretta a lasciare Visinada perché, all'arrivo dei partigiani titini in paese, iniziano le minacce dirette verso i vari componenti della famiglia. Il 25 settembre un gruppo di partigiani titini irrompe in casa Cossetto razziando ogni cosa. Il giorno successivo prelevano Norma che viene portata nella ex caserma dei Carabinieri di Visignano dove i partigiani la tormentano, promettendole libertà e mansioni direttive, se avesse accettato di collaborare con il Movimento Popolare di Liberazione. Al netto rifiuto, viene rinchiusa con altri parenti, conoscenti ed amici nella ex caserma della Guardia di Finanza a Parenzo. La mattina seguente alcuni membri della famiglia Cossetto cercano di farle visita portando cibo e vestiario di ricambio ma vengono allontanati con la scusa che l'indomani tutti gli arrestati sarebbero ritornati alle proprie abitazioni. È il 30 settembre e la mattina seguente invece della liberazione giunge un nuovo ed inaspettato trasferimento. I tedeschi sono in procinto di arrivare a Parenzo e uno degli ultimi autocarri a lasciare la città prima della colonna germanica è quello dei prigionieri che il Comitato Popolare di Liberazione manda ad Antignana, dove vengono rinchiusi, prima nella ex caserma dei Carabinieri, ed in seguito nell'edificio della locale scuola. La situazione repentinamente precipita perché i componenti del presidio partigiano iniziano a torturare e malmenare tutti i detenuti. Tutte le donne vengono violentate e seviziate. Norma, che continua a rifiutare ogni collaborazione con il Movimento Popolare di Liberazione, viene portata in una stanza a parte dell'edificio, spogliata e legata ad un tavolo. Qui è ripetutamente violentata da diciassette aguzzini, e dopo giorni di sevizie viene gettata nuda nella foiba di Villa Surani, sita alle pendici del Monte Croce, vicino alla strada che da Antignana porta al villaggio agricolo di Montreo. È la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943.

Romano Silva (Lucca il 20 luglio 1945 – 20 ottobre 2011) – Interessato alle discipline storiche, all'arte e alla musica ebbe modo di avvicinarsi fino dall'adolescenza agli oggetti e alle materie che avrebbero contraddistinto la sua formazione universitaria e la sua carriera di studioso. Nel 1970 si laureò in Storia dell'arte nell'istituto dell'Università di Pisa diretto da Carlo Lodovico Ragghianti proseguendo poi ricerca e attività didattica nell'ateneo Pisano. Al periodo fra il 1970 e 1974 risale la schedatura e la redazione di uno dei primi cataloghi italiani di organi antichi, quelli del territorio lucchese. Dal 1974 si dedicò all'insegnamento nelle scuole pubbliche, prima alla scuola media di Lammari, poi al Liceo Classico ed infine al Liceo Artistico di Lucca. Attivo inizialmente nella sezione lucchese dell'Istituto di Studi Liguri, Silva fu fra i fondatori e principali sostenitori dell'Istituto Storico Lucchese. Del 1985 è la prima edizione della monografia dedicata alla Basilica di San Frediano (edita da Maria Pacini Fazzi). Nell'aprile del 1989 entrò a far parte anche dell'Accademia Lucchese di Lettere Scienze ed Arti come socio ordinario nella classe di Lettere. Fra il 1996 ed il 2007 nell'ambito dell'Istituto Storico Lucchese assieme ad Enrico Castelnuovo e in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa e poi con l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, fu organizzatore di una serie di convegni internazionali dedicati allo studio della tecnologia e della simbologia del colore nel medioevo. Nell'aprile del 2009 entrò a far parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, nel marzo 2010 fu chiamato a presiedere l'Opera delle Mura di Lucca. Dall'aprile 2011 assunse la carica di presidente della Fondazione Licia e Carlo Lodovico Ragghianti, impegno bruscamente interrotto dall'improvvisa scomparsa.

Antonio Possenti (Lucca 11 gennaio 1933 – 28 luglio 2016 ) sviluppò nell'adolescenza interesse per la lettura, per l'arte e il disegno. Completati gli studi classici, si laureò in giurisprudenza a Pisa e, dopo aver svolto il praticantato presso uno studio legale, si dedicò all'insegnamento di diritto nelle scuole secondarie superiori della provincia di Lucca. Durante il periodo d'insegnamento iniziò, da autodidatta, l'attività di disegnatore satirico, succedendo al vignettista Mino Maccari sulle pagine del settimanale Il Mondo, e illustrò alcuni volumi della Collana "Il Ponte" della Arnoldo Mondadori Editore. Nel 1957 incontrò il pittore russo Marc Chagall in Costa Azzurra. Assecondando un'inclinazione al racconto favoloso che ha in seguito mantenuto, anche mediante l'osservazione attenta della "commedia umana" ha espresso la sua poetica originale e inconfondibile toccando spesso letteratura, storia e personaggi della grande tradizione della sua città natale. Dal 1960 ottenne numerosi riconoscimenti esponendo in Italia e all'estero. Nel 1972 venne segnalato per il catalogo Bolaffi da Dino Buzzati e nel 1982 da Pier Carlo Santini. Membro dell'Accademia lucchese di scienze, lettere e arti e dell'Accademia delle arti del disegno di Firenze. Nel corso della sua carriera ha esposto nelle principali gallerie italiane e straniere, ha partecipato a numerose manifestazioni espositive internazionali, tra le altre Fiera d'arte di Bologna, di Colonia, di Milano, Art Basel di Basilea, F.I.A.C. di Parigi, ha esposto con mostre personali in prestigiosi ambienti pubblici: Muse degli Uffizi, Sala d'Armi di palazzo Vecchio a Firenze, Reggia di Caserta, Tour Fromage di Aosta, Palazzo Ducale di Massa, Castel dell'Ovo di Napoli. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti e le sue opere sono presenti in importanti collezioni private e pubbliche italiane e straniere.

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