Se gli ospedali, e in particolare i pronto soccorso, son diventati terra d’aggressione delle ragioni devono esserci. Che spiegano, ma non giustificano, sia chiaro. Maggior violenza nella società, scadimento del rispetto per il pubblico e l’autorità, ma non si dimentichi lo scadimento dell’assistenza offerta, anche a livello di tratto col pubblico, frutto anche dei tagli alla sanità. Col tempo son andati scomparendo i presidi di polizia, fatta eccezione per i nosocomi di maggior rilievo, ma non era certo la loro presenza che poteva evitare devastazioni e pestaggi, atteso che si riducevano sovente alla presenza di un solo agente. Da tempo, invece, specie nei reparti aventi in cura malati psichiatrici, è invalso l’uso di far ricorso a Guardie Particolari Giurate (GPG).
Ad onta del solito esponente politico che vorrebbe fosse ricondotto tutto al pubblico, il peggioramento del livello di sicurezza generale, e l’espandersi dei fenomeni di pura violenza devastatrice, vandalica e finalizzata ad arrecare gravi danni fisici, rendono di fatto insufficienti le forze di polizia a competenza generale. Queste, semplicemente, non ce la fanno a presidiare tutto, in quanto oggi, se si compie un’analisi approfondita, si scopre che dovrebbe essere presente ovunque una pattuglia delle forze di polizia, h 24. E spesso una non basta, e lo vediamo. Con l’applicazione dell’orario di lavoro e dello straordinario ciò è semplicemente impossibile, e sempre maggiore è diventato il ricorso agli Istituti di Vigilanza Privata.
A volte sento fantastici teorici individuare nel cattivo impiego di risorse del PNRR la ragione di tutti i mali, per cui il nuovo governo doveva assumere altri agenti e pagare loro più straordinari. Peccato che quando erano al governo loro non lo fecero, anzi, con Renzi bloccarono pure il turn-over delle assunzioni, che consentiva ogni anno di assumere almeno un numero di reclute pari ai congedamenti. Solo l’Arma finì in breve con circa 10 mila uomini “sotto”. Per non parlare dei continui ribassi sulle gare d’appalto per pulizie e mense, a dispetto dell’aumento dei costi
In sintesi, oggi – fatti salvi quegli obbiettivi che devono rimanere affidati alla forza pubblica, sempre maggiore è il numero di quelli che richiedono sicurezza, realizzabile solo attraverso il privato. Insomma, si aprono praterie infinite, e al solito, dipende tutto da come e chi le sfrutterà.
Non vedo nulla di male se metropolitane, scali aerei, ferroviari e portuali son presidiate da GPG, come del resto accade talvolta. Nulla contro che questo personale sia impiegato anche presso nosocomi, a protezione della struttura, e indirettamente del personale sanitario. Ho detto questo per sottolineare come occorra un’evoluzione normativa, che oggi vede la GPG utilizzabile per la tutela esclusiva dei beni.
Ma l’altro rischio che voglio sottendere riguarda il particolare ambiente ove questo personale sarà chiamato ad operare. Un ospedale, con malati, richiede particolare professionalità e tratto, nella gestione delle emergenze.
Oggi alla GPG è richiesto solo che esploda un certo numero di colpi al tiro a segno, per il resto, un istituto vale l’altro. Non è aspetto da poco. Nessuno è chiamato a valutare la maggiore o minore competenza delle GPG all’assolvimento del compito, non si procede ad una vincolante analisi delle capacità d’intervento – desumibili dall’addestramento ricevuto e dalle qualifiche fatte conseguire – e questo fa considerare da più di un istituto spese inutili le somme destinate alla preparazione del personale.
Ecco, se l’affidamento delle strutture sanitarie alla vigilanza privata sarà solo un ulteriore modo per consentire di puntare ad un perverso ribasso delle tariffe, innalzando gli utili con l’aumento delle ore di lavoro prestate su cui rosicchiare un minimo margine di guadagno, sarà perduta un’occasione importante dallo Stato.
Occasione per elevare le capacità di strutture sempre più coinvolte nel settore della sicurezza, per realizzare anche quel “salario minimo” decoroso e dignitoso che – almeno nella pratica – credo vada tutelato, ma anche per risolvere un problema senza doverne creare un altro.
La strada, a mio parere, passa dal richiedere agli Istituti una maggiore professionalizzazione, da testare e valutare con parametri oggettivi e stringenti, che escludano le valutazioni troppo discrezionali sovente impiegate dalla Pubblica Amministrazione in sede di gare d’appalto. Sarà una tutela per lo Stato – committente – e per i cittadini, che da fruitori del servizio non possono finir per essere vittime incolpevoli che pagano le tasse per un prodotto di scarsa qualità. Nonché per quelle imprese che non operano nel settore col solo obbiettivo dell’utile, ma ricercano d’affermare una loro dignità.