Spesso il telespettatore sente dire di "non cambiare canale perchè si consumano le pile al telecomando" e se lo fa "perde tempo". Sono due modi ironici che Paolo Del Debbio ripete ogni giovedì quando lancia la pubblicità durante il programma 'Dritto e Rovescio' in onda su rete4. Ironia a parte, ieri sera il giornalista televisivo, ospite del festival Dillo in sintesi ha presentato "Le 10 cose che ho imparato dalla vita" uscito il 30 novembre per Piemme Edizioni. Con lui anche Antonio Padellaro, fondatore del Fatto Quotidiano e autore del volume "Le 7 cose di cui vergognarsi" (edizione Paperfirst). A moderare l'evento Nanni Delbecchi che ha portato avanti l'intervista attraverso il confronto con i tomi mettendo in evidenza i temi comuni che legano entrambi gli autori.
Paolo Del Debbio, come ha racconatato, ha scritto il libro ad agosto quando si trovava in vacanza a Lucca mentre Padellaro durante il lockdown.
Nel primo caso non si tratta di un'autobiografia, ma "molto più semplicemente il racconto di una serie di esperienze e delle riflessioni che il saggista ha fatto su di esse". Il motivo? Semplice:" L'ho fatto sperando che possa risultare di qualche utilità, non nel senso di offrire soluzioni ma, molto più modestamente, qualche spunto per pensare alle domande e alle risposte che ognuno di noi inevitabilmente si pone o che la vita stessa pone a noi".
Secondo Padellaro una delle cose di cui vergognarsi è il conformismo dell'informazione, l'annoiare il prossimo, rimpiangere il passato inteso come assenza di memoria. La firma del Fatto Quotidiano cita un esempio per far capire meglio il concetto di conformismo. Ricorda Enzo Forcella, inviato di politica del quotidiano La Stampa. Siamo a un congresso socialista tenutosi a Napoli - scena tratta dal libro dello stesso Forcella - da dove segue le cronache. Le invia al giornale ma non vengono pubblicate. Forcella è sul treno Roma- Napoli e decide di scrivere una lettera di dissioni perchè si è sentito calpestare la sua dignità in seguito alla mancata pubblicazione del pezzo.
"Scrivere un articolo annoiandosi? - si è interrogato Padellaro - Figuriamoci chi lo legge! Ho avuto direttori straordinari come Claudio Rinaldi. Se le proposte durante le riunioni non piacevano faceva un segnale di disapprovazione e poi sbadigliava. Quello che voglio dire è che bisogna sdare un prodotto croccante prima di andare in ediola".
Nel corso dell'intervista Nanni Delbecchi ha rivolto domande inerenti alla politicaa Paolo Del Debbio soffermandosi su alcuni capitoli del suo ultimo libro.
"Non faccio politica - ha risposto il giornalista televisivo -.Nel 1993 mi sono occupato del centrodestra e ho scritto il primo programma di Forza Italia in una prospettiva liberal-democratica. Poi l'impegno amministrativo con la giunta Albertini nel comune di Milano e nel 1997 mi dimetto da Forza Italia".
Paolo Del Debbio ha affermato che ciò che manca al centro destra sono essenzialmente la riforma tributaria e la riforma istituzionale. Oggi si vota per sensazione, prima si sceglieva la persona e inizialmente sper appartenenza.
Oggi l'autore di "Le 10 cose che ho imprato dalla vita" è al timone di "Dritto e Rovescio" ma dopo la chiusura di Quinta Colonna - Il Settimanale è rimasto fuori dagli schermi televisivi ( ha scritto libri come quello su Ezio Vanoni) e invitato alla Festa del Fatto Quotidiano dove ha spiegato i motivi della chusura del programma.
"La prima chiamata di solidarietà mi è arrivata dal Fatto Quotidiano - ha affermato - ricordando l'intervista alla Versiliana insieme a Giovanni Floris e a Bianca Berlinguer".
Poco prima di giungere alle conclusioni è stato toccato il tema che riguarda il conflitto russo-ucraino e il ruolo dell'opinione pubblica in tutta questa vicenda, cioè cosa ne pensa il pubblico. Nella parte finale del dibattito DelBecchi si è soffermato sul giornalismo televisivo con un occhio di riguardo a una igura di spicco, ovvero quella di Fedele Confalonieri. Del Debbio ha iniziato a lavorare come assistente, poi in Fininvest raccontando le sue esperienze. Padellaro invece ricorda momenti di riflessione sulla televisione.
Al termine della presentazione i due autori hanno firmato i libri in una sala Ademollo colma di persone attente e curiose di ascoltare il confronto.