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Giovedì 28 Novembre 2024
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da Redazione
Cultura
31 Agosto 2020

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I greci la chiamavano Kalliste o anche montagna nel mare. L'isola della Corsica, una volta, si fa per dire, italiana, oggi è una delle regioni della Francia la quale, a Solenzara, possiede la sua più importante base aerea del Mediterraneo. Quando, il 27 giugno 1980, alle 20.59, nel braccio di mare compreso tra le isole di Ustica e di Ponza, un aereo della compagnia Itavia precipitò in mare con tutti i suoi passeggeri abbattuto da un missile, qualcuno chiamò in causa anche i francesi. Noi che, anni dopo, eravamo addetti al centralino del generale Giovanni Proietti al ministero dell'Aeronautica a Roma, ricordiamo bene la quotidiana rassegna stampa comprendente, era il 1988, numerosi articoli riguardanti la tragedia avvenuta otto anni prima. E rammentiamo benissimo come i francesi negassero a più non posso di aver mai avuto in volo, quella sera, i loro Mirage decollati dalla base di Solenzara. Peccato che diversi turisti italiani, in vacanza in Corsica in quel mese di giugno e in quella sera transitanti per l'unica strada, appunto, che collega Bastia a Bonifacio passando, anche, per Solenzara, raccontassero l'opposto, ossia di aver chiaramente udito e visto aerei militari levarsi in volo proprio dalla base corsa. Per anni è stato negato cioè che, al contrario, era del tutto evidente e cioè che quella sera, nei cieli sopra Ustica, ci fu una battaglia aerea per colpa della quale il Dc9 Itavia scomparve nel nulla o quasi.

Pochi giorni fa, reduci da una trasferta ad Ajaccio, città natale di Napoleone Bonaparte nonché la città con più giornate di sole all'anno - 300 - dell'intera Francia, abbiamo voluto abbandonare le nostre tradizionali spiagge che si trovano a nord di Portovecchio - Marina di Pinarello, St. Cyprien - per andare a visitare quelle, ben più famose, a sud, nel tratto di mare compreso tra Portovecchio e Bonifacio. Anche in Corsica, purtroppo, il Covid-19 ha seminato paura e diffidenza anche se i corsi sono persone difficili alle costrizioni. Basti pensare che nei centri abitati di Portovecchio, Ajaccio e della stessa Bonifacio è obbligatorio l'utilizzo delle mascherine anche all'aperto. Che poi ci sia chi fa quel che vuole, questo è un altro discorso. I corsi che suonano o giocano a bocce in cima alle falaises (scogliere) erose dal vento e dal sale, della mascherina se ne fregano e fanno bene.

Ci dirigiamo, così, di prima mattina sulla strada che da Portovecchio conduce a Bonifacio e che permette di raggiungere alcune tra le spiagge più belle dell'isola. A cominciare da Palombaggia. Per non parlare di Santa Giulia. Scegliamo la prima e dopo un lungo percorso che costeggia il mare, ci infiliamo in un bosco adibito a parcheggio, perfettamente inserito nella natura, assolutamente rispettoso dell'ambiente. Il costo è di appena quattro euro. Lasciamo l'auto in sosta proprio di fronte alla strada che lambisce il parcheggio e che dà ac cesso alla spiaggia dopo aver attraversato un po' di macchia mediterranea. 

All'orizzonte, breve invero, scorgiamo una scritta, Chez Pierre e pensiamo sia uno di quei chiringuito con tanto di sedie a sdraio pièds dans l'eau introvabili in Italia, ma diffusi sulle spiagge libere della Corsica. E così è, infatti. A parte il fatto che più che un chiosco è un vero e proprio ristorante-bar con vista sul mare per non dire nell'acqua e lettini con tanto di materassini imbottiti e comodi. Il prezzo è onesto, 30 euro al giorno la coppia ombrellone compreso e siamo, lo ripetiamo, a pochi centimetri dall'acqua.

Ormeggiati a delle piccole boe tre paddles o, come le chiamano qui, trentinette. Vann o con un motore elettrico e il costo del noleggio è di 15 euro per altrettanti minuti, 25 euro per mezz'ora. 

La Palombaggia è un paradiso naturale dove si può prendere il sole senza spendere un euro. Le spiagge, infatti, in Corsica sono assolutamente libere e se qualcuno vuole usufruire di servizi particolari si rivolge, appunto, alle strutture private. I cani sono ammessi. L'acqua è trasparente come non mai, invita a tuffarsi senza esitare.

Mentre ci gustiamo un caffè seduti fronte mare sulle poltroncine coperte da morbidi, ma sostanziosi cuscini, voltandoci ci accorgiamo che sulla parete  sono appesi alcuni manifesti. Uno contro l'uso della droga e ci trova completamente d'accordo. L'altro contro l'invasione dei musulmani e il loro non rispetto delle tradizioni locali e questo ci trova, se possibile, ancora più in linea. 

Ci avviciniamo e leggiamo con attenzione, seguiti dallo sguardo incuriosito di alcuni turisti francesi: 

Messaggio a tutti i corsi.

Non vi lasciate intrappolare da coloro che vi accusano di essere razzisti, degli xenofobi o, addirittura, dei fascisti. 

Non è vero!

Voi difendete la nostra identità

Voi difendete la nostra cultura

Voi difendete la nostra lingua

E' un nostro diritto!

E' un nostro dovere!

Noi siamo un popolo

Noi siamo il popolo corso

 

Ma non è tutto. Ce n'è un altro ancora più diretto:

Ora o mai più

Stop all'invasione islamica

Rispettate le nostre leggi o tornate al vostro paese

 

E ancora un terzo che raffigura il drappo della Corsica:

Se questa bandiera ti disturba

Ti aiuto a fare le valige

 

Entusiasmante. Talmente logico da sembrare uno dei dieci comandamenti. Incredibile. Non ci era mai capitato di ammirare un testo così chiaro, coraggioso, orgoglioso, diretto, maestoso. Così saliamo le scale e ci rechiamo alla cassa del locale dove c'è una donna ad attenderci. Domandiamo e ci spiega che è stato il padre, proprietario del ristorante, corso doc, a voler appendere i manifesti, ma che sono assolutamente condivisi. Nell'aria, del resto, si diffonde una musica corsa che è una vera e propria litania. Non mancano gli immigrati, anche in cucina, di colore e c'è anche un algerino che si occupa delle sdraio, ma nessuno si sogna di comportarsi o contestare eventuali topless o altro. Ecco, manifesti del genere in Italia sarebbero stati rimossi dalle forze di polizia ligie al potere ovunque esso sia.

Confessiamo candidamente che quando ci imbattiamo in segnali come questo, non possiamo fare altro che essere contenti di aver scelto la Coesica come nostro buen retiro alla faccia del governatore della Puglia che ha emanato un bando per favorire chi vuole investire in turismo muslim fiendly. Rubbish.

A pranzo, vale la pena di sottolinearlo, oltre ad una gustosa Ceasar salade con pollo croccante e a una insalata con delle samoussa calde ripiene di formaggio di capra, mangiamo con avidità il più buon assiette de fromages corses mai assaggiato a queste latitudini. Ci alziamo, addirittura, a piatto finito e ci dirigiamo verso la cucina per congratularci. Esce colui che lo ha preparato e gli diciamo che è un assaggio di formaggi servito con l'anima. Tutte le altre volte si limitano a mettere dei pezzetti di formaggio e della marmellata o del miele su un piatto. Qui hanno fatto molto di più. Hanno condito con olio e grani di pepe nero, dando al formaggio un sapore intenso e delicato allo stesso tempo. Non c'è cucina senza anima, non c'è piatto senza cuore.

Video di Ciprian Gheorghita girato con il drone  

(1 - Continua)

 

 

 

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