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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
27 Marzo 2020

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Il direttore di Confartigianato Lucca, Roberto Favilla, interviene sull'attuale situazione di emergenza che si trova a vivere il nostro Paese.

"Spiace dover constatare - esordisce -, che la situazione sanitaria in cui si trova il Paese sia ancora preoccupante sotto tutti i punti di vista. Basti pensare in quali condizioni sono costretti a lavorare i medici, alla mancanza di Dispositivi di protezioni individuali, mascherine, guanti, camici ecc. Ma mi spingo oltre e penso a chi non supera l'infezione da coronavirus ed è lasciato morire da solo, avvolto in teli, messo in una cassa e poi sepolto a volte senza che nemmeno i parenti più stretti possano salutarlo".

"Eppure - incalza - questo cozza con i principi con i quali sono cresciuto, e che la scuola, i genitori mi hanno insegnato. Credevo di essere stato fortunato a nascere in un Paese che oltre ad essere la culla della civiltà, fa anche parte dei 10 Paesi più industrializzati del mondo, con un buon tenore di vita, con una sanità considerata una fra le migliori rispetto ad altre nazioni, in una società dove c'è libertà di parola e di opinione ecc. ecc. Sicuramente devo ricredermi, perché se in un Paese come  la Cina, in una Regione l’Wuhan, con una popolazione come l'Italia, i morti per coronavirus sono stati – mi riferisco a fonti ufficiali - molti meno dei nostri ed i contagi nell'arco di 3 mesi sono quasi a zero, devo pensare che, in Italia, la cosa o è stata presa sottogamba, oppure che non siamo stati in grado di affrontare questa emergenza".

"Mancano medici - continua Favilla -, ma sono anni che si prevede che ci sarebbe stata una carenza, dopo l'introduzione del numero chiuso a medicina, ma quello che deve stupirci è che non sono carenti i medici ora che siamo in emergenza, ma già mancavano quelli di base, sono insufficienti i posti letto nelle terapie intensive, perché, anziché potenziare gli edifici degli ospedali già esistenti, abbiamo voluto costruirne di nuovi, vedi il S. Luca, con un numero di posti ridotti, che va in tilt già quando ci sono i picchi di influenza. Ma noi ci curiamo  con il contenitore, - i muri dell'ospedale per capirci - , oppure abbiamo bisogno di strumentazioni, laboratori, medicinali e medici capaci? Se i milioni di euro che sono stati spesi per costruire l'Ospedale San Luca, fossero stati utilizzati per potenziare il Campo di Marte, struttura ancora oggi  più che dignitosa, magari con attrezzature all'avanguardia, assumendo anche medici per ridurre le liste di attesa per le prenotazioni mediche, non era forse meglio?"

"Eppure - spiega - tutti noi, chi più chi meno, prosegue Roberto Favilla, lasciamo,  ogni mese,  con la nostra busta paga somme per la sanità, per la pensione, per le infrastrutture per i servizi e sono cifre enormi. Nonostante ciò grandi infrastrutture non ne sono state fatte, almeno a Lucca; le scuole sappiamo come funzionano, manca di tutto; la pensione, anche se riusciremo a conquistarcela vivremo sempre con il patema d'animo di sapere se ci sarà garantita fino alla morte; ci mancava solo che prendessimo coscienza che anche la nostra sanità è stata ridotta ad un colabrodo  che fa acqua da tutte le parti e che non ci possiamo fare affidamento in caso di bisogno. Ma allora mi domando, in che Paese vivo, forse era meglio nascere in un Paese povero, dove non c'è niente, ma almeno  sai che non puoi contare su nessun aiuto. Qui ci hanno illuso per anni che tutto andava bene, finché non si è verificata la prima tempesta!"

"Ora che siamo consapevoli che non è così - prosegue il direttore - dobbiamo prendere coscienza che siamo stati ingannati,  che nessuno ci ha detto che vivevamo al di sopra delle nostre possibilità e occorreva risanare l’economia e azzerare innanzitutto il Debito Pubblico anche con grossi sacrifici. La maggior parte delle aziende italiane sono micro piccole imprese, 4 milioni circa, che danno lavoro a otto  milioni di persone. Molte fra queste, almeno  per alcuni settori, vengono da una crisi che le ha indebolite e tante, direi migliaia nella nostra provincia, sono state costrette a chiudere con un concordato, un fallimento e molte altre sono, ormai, alla canna del gas. Purtroppo chi  sopravviverà al coronavirus dovrà cominciare a preoccuparsi per quelle aziende che rimarranno, anzi occorre farlo fin da subito".

"Ce ne sono alcune - dice il direttore di Confartigianato Lucca -, che non  cita nemmeno per paura di dimenticarne altre, che sono chiuse  ormai da un mese per il covid – 19 e molte di queste non hanno le spalle solide tanto che non sa nemmeno se riapriranno. Per quelle che potranno/vorranno continuare occorre mettere in atto un piano straordinario, da tempi di guerra, come dice il grande Mario Draghi, mettendo a disposizione delle imprese e dei cittadini, liquidità perché, e non credo di sbagliarmi, dopo questo periodo la maggior parte di noi comprerà lo stretto necessario e non certo il superfluo e soldi non ci saranno! Alla fine di questa emergenza saranno le micro piccole e medie imprese ad aver bisogno della terapia intensiva e serviranno tanti ventilatori, leggi banche,  che, senza troppe complicazioni burocratiche, dovranno dare fiducia a chi vuol continuare a svolgere un’attività imprenditoriale. Gli stessi Consorzi Fidi, nati con un nobile intento, si sono trasformati in macchine burocratiche complesse, al pari di quelle dello Stato, tanto che l’istruttoria di una banale  domanda di finanziamento si compone di  oltre 60 pagine. Certo per accedere ad un  finanziamento si deve tener conto dei principi di Basilea, della privacy, della posizione verso la Centrale rischi della Banca d’Italia, dei bilanci, del mod. Unico e di tante altre cose, ma chissà, molti lo sperano,  che il Covid - 19, finalmente, non porti via qualcuno di questi adempimenti! Ci ripetono, quasi tutti i giorni, che la gente non muore per il coronavirus, ma per le altre patologie correlate".

"Ecco, ho paura - prosegue Roberto Favilla - che anche gli artigiani e la micro-piccola impresa in generale, dovranno chiudere per le troppe pastoie burocratiche; il covid 19 sarà solo una delle varie concause. Certo come Confartigianato ci siamo mossi per bloccare il pagamento della restituzione dei finanziamenti, dei mutui, per ottenere piccoli prestiti in maniera rapida, per posticipare il pagamento di tributi e tasse, per azzerare le sanzioni e gli interessi, per mettere in atto la cassa integrazione in deroga e il fondo di solidarietà  bilaterale dell’artigianato (fsba), ma ci rendiamo conto, con il perdurare di questa situazione, che queste misure non bastano. Occorrono misure più forti per rivitalizzare le nostre imprese vediamo se l’ Europa in questa circostanza è madre o matrigna verso l’Italia".

"Concluso dicendo - termina -, che é proprio nei momenti più bui che bisogna riscoprire valori comuni, compreso il buon senso, e fare massa critica per riuscire ad ottenere ciò che veramente serve alle imprese. Confartigianato Lucca, in questi giorni è stata veramente vicina alle sue aziende ricevendo e rispondendo a centinaia di telefonate per chiarimenti in merito ai vari DPCM e  D. L. che il Presidente del Consiglio ed i vari ministri hanno emanato e che non sempre erano chiari. Lo faremo ancora nei prossimi giorni ed in  quelli successivi,  anche per presentare le domande per ottenere quella miseria che sono i 600 euro previsti per il covid - 19 – ,come risarcimento per i danni subiti dagli imprenditori, (meno di quello che si dà a chi percepisce il reddito di cittadinanza!). L’appello finale rivolto a tutti è però quello di non arroccarci sulle varie sigle perché ciò che dobbiamo salvare è di tutti; almeno in questa fase. Credo sia opportuno che le Associazioni di categoria storiche facciano fronte comune per tutelare la sopravvivenza dell’imprenditoria minore, meglio se in  questa fase di concerto con  le Organizzazioni Sindacali anche loro  coinvolte, in prima persona, in questa difficile partita a difesa del lavoro dei loro iscritti. Il patrimonio da difendere, infatti,  è lo stesso per tutti: il lavoro! Parti datoriali e organizzazioni sindacali sono, a mio avviso,  le due facce della stessa medaglia e mai, come in questo momento è necessaria una collaborazione leale per la sopravvivenza degli imprenditori , dei lavoratori e del Sistema Paese".

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