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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
18 Giugno 2021

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I dati parlano chiaro: la povertà è in costante aumento. Lo rivela il rapporto e risorse della diocesi di Lucca, "Svegliare l'anima". A fornire informazioni più dettagliate Donatella Turri, direttrice della Caritas insieme all'arcivescovo Paolo Giulietti.

Il 2020 è stato un anno difficile e drammatico dovuto alla pandemia. Essa ha comportato un incremento del 7 per cento in più dei nuovi poveri. Infatti, come ha sottolineato il vescovo, la povertà ha colpito le fasce deboli della popolazione sia dal punto di vista economico, sociale, sanitario e relazionale. Stando ai dati raccolti nei centri di ascolto, il 30 per cento dei cittadini si sono rivolti per la prima volta alla Caritas mentre il restante 70 per cento sono tornati dopo tanto tempo a causa della loro situazione di fragilità. 

"In passato molte donne si presentavano al centro ma dal 2018 ad oggi sono gli uomini che hanno bisogno di aiuto e che quindi si sono rivolti ai servizi Caritas - ha affermato Donatella Turri - Il 63 per cento delle persone comprende una fascia d'età che va dai 25 ai 54 anni, circa il 40 per cento sono famiglie che hanno a carico due o tre figli".

Si tratta dunque di una povertà diffusa che va a colpire vari aspetti della vita quotidiana: il lavoro, la casa e soprattutto la solitudine. Quest'ultima è un fenomeno assai diffuso così come la povertà sommersa dei bambini e delle bambine dovuta alla didattica a distanza e alla mancanza di socialità.

In quanto all'occupazione i dati sono allarmanti. Il 56 per cento non ha un impiego mentre il 25 per cento non è ben retribuito e non riesce ad affrontare le spese quotidiane. Il lavoro è poco stabile, tutelato pochissimo e discontinuo. Gli affitti e le utenze domestiche, altre problematiche emerse dal rapporto. Sempre più persone, ovvero i cosiddetti "appena poveri", non sono in grado di coprire le spese menzionate. Per non parlare della solitudine che colpisce in modo particolare gli stranieri che vivono sul nostro territorio. La maggior parte di essi non hanno contatti diretti con i servizi sociali oppure non sono presi in carico.

"Svegliare l'aurora" evidenzia altri aspetti significativi nei capitoli a seguire. In primo luogo riporta le testimonianze di "testimoni privilegiati", ossia di tutti coloro che hanno vissuto la pandemia in prima persona e che l'hanno raccontata. È il caso di farmacisti o agenzie funebri, tanto per citare solo alcuni esempi.Il rapporto punta anche sui volontari e sulla consulta dell'organismo socio-assistenziale che dal novembre 2019, ha svolto diversi incontri.

"Gli elementi essenziali sono tre: comunità, partecipazione e visione di lungo periodo per lavorare in modo generativo sul welfare di domani" ha concluso Donatella Turri. 

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