Economia e lavoro
“Si può anche lasciare la Camera di Commercio in centro storico, ma non escludiamo la possibilità di trasferirla nella prima periferia”
“Sì ad un’alternativa in centro storico, ma senza chiudere le porte alla possibilità di trasferire direttamente tutta la Camera di Commercio all’esterno della cerchia alberata delle Mura”. Confartigianato Imprese…

La dirigente scolastica del Polo Fermi Giorgi Donata De Cristofaro replica alle osservazioni apparse sui media
In qualità di Dirigente del Polo Fermi-Giorgi, desidero esprimere alcune riflessioni a fronte dell’articolo recentemente apparso sulla stampa locale, che propone un quadro critico dell’Istituto Professionale “G. Giorgi”.

Richiesta di chiarimenti sul futuro dell'Istituto Professionale G. Giorgi
L'Assemblea Sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori del Polo Fermi-Giorgi lancia un appello urgente al Presidente della Provincia e all'intera comunità scolastica, per denunciare una situazione ormai divenuta insostenibile, che mette seriamente a rischio il presente e il futuro dell'Istituto Professionale G. Giorgi

Aprile-giugno 2025: assunzioni in lieve calo a Lucca e Pisa, stabili a Massa-Carrara
Nel trimestre aprile-giugno 2025 si rileva un lieve calo della domanda di lavoro da parte delle imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa, rispetto allo stesso…

Si è riunita oggi la prima Commissione De.C.O. Il progetto prosegue con vigore su impulso dell'assessore Paola Granucci
Si è svolta questo pomeriggio, martedì 15 aprile, la prima riunione ufficiale della Commissione per la Denominazione Comunale d'Origine Lucca (De.C.O. Lucca), segnando un passaggio importante nel…

Sofidel verso l'acquisto di alcuni asset produttivi della società Royal Paper negli Usa
Sofidel e Royal Paper hanno raggiunto un accordo su un'offerta "stalking horse", soggetta a offerte migliori e superiori, nonché alle necessarie approvazioni e alle altre condizioni di chiusura

Lucca Talent Garden: carta, commercio e sostenibilità, digitale, comunicazione e natura. Al via i nuovi corsi per coltivare i propri talenti
Lucca Talent Garden prosegue con un'ampia gamma di corsi di formazione gratuiti, progettati per sviluppare abilità preziose in diversi settori. Il progetto è rivolto a giovani di età…

Paper Week: Raccolta e riciclo di carta e cartone 40 anni di economia circolare al servizio del Paese: lunedì 7 il convegno di apertura
Si apre domani, lunedì 7 aprile alle 10,00 a Palazzo Guinigi la Paper Week – Lucca capitale del riciclo di carta e cartone 2025 con il convegno «Raccolta e riciclo…

Verdemura 2025: appuntamento con la grande mostra mercato del giardinaggio e del vivere all'aria aperta. Protagonisti i narcisi
A Lucca sboccia la primavera con VerdeMura venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 aprile 2025. Appuntamento con la 16esima edizione di VerdeMura, la prima grande fiera italiana ad aprire ufficialmente la stagione…

Lucca, quasi 80 mila euro per i giovani volontari del Terzo settore
Sono 17 i progetti vincitori del bando "Siete presente. Giovani e associazionismo" realizzato da Cesvot e finanziato da Regione Toscana-Giovanisì

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Tutto è iniziato con l’agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), che consisteva in una detrazione del 110 per cento delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi edilizi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico e alla riduzione del rischio sismico degli edifici.
La norma, che si sommava a molti altri bonus già esistenti, in alcuni casi da molti anni, dava ai cittadini una opportunità più unica che rara. Lo Stato erogava grazie al meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito (vero motore del provvedimento) fondi molto consistenti tali da poter eseguire le opere praticamente gratis. La misura inizialmente era volta praticamente a tutti. A chi aveva un vecchio rudere da mettere a nuovo ma anche a chi aveva una casa recente. A chi aveva una prima casa ma anche a chi aveva la villa al mare come seconda. Nessun problema…. Si anticipava il costo e poi si chiedeva il rimborso in banca ma molto spesso non era necessario alcun esborso. Ci pensava il mitico “General Contractor“ a scontare direttamente lui la tua fattura per cui il committente non doveva nemmeno aprire il portafoglio per trovarsi la casa messa a nuovo. Certo..c’erano alcune regole da rispettare come la conformità edilizia o la preesistenza di un vecchio impianto di riscaldamento e altre regole ma alla fine si portava tutto in banca e “taac….….arrivava il grano sul conto“. Casa ristrutturata gratis o quasi e tutti contenti. Dal committente, ai tecnici, alle imprese, ai fornitori etc…
Ma questo sogno come accade spesso si è trasformato nel corso del tempo in un vero e proprio incubo. Rispetto alla sua prima versione originaria, entrata in vigore il 19 maggio 2020, l’articolo 119 del DL 34/2020 è stato modificato moltissime volte!!!!. Un po’ come giocare una partita di calcio e trovarsi ogni 10 minuti ad un cambio di regola. Modifiche sempre più restrittive che hanno portato oggi a mettere in gravissime difficoltà imprese e cittadini. Tanto per cominciare quello che in teoria era gratis non si è dimostrato affatto tale in quanto l’inevitabile esplosione dei prezzi ha portato i costi di molte voci oltre i limiti massimi imposti dai prezzari per cui la differenza doveva essere versata dal committente e poi quasi tutte le banche che prima acquistavano crediti come non ci fosse un domani per riempire la propria capienza fiscale oggi non ne vogliono nemmeno sentir parlare portando moltissime imprese anche solide che hanno applicato lo sconto in fattura a suo tempo ad avere il cassetto fiscale pieno con importi anche per milioni e cittadini che hanno iniziato i lavori uno o due anni fa a non saper a chi cedere il proprio credito non avendo la possibilità di terminare le opere. Certo...esiste la possibilità della detrazione dalle somme in quattro/cinque annualità dal proprio irpef ma trattandosi in genere di importi molto importanti (spesso oltre i 200 mila per unità immobiliare) capiamo che non sono molti coloro che hanno una capienza così elevata da poter detrarre 40/50 mila euro l’anno dalle tasse.
Fu il governo Draghi per primo a dichiarare chiaramente che questa opportunità non era sostenibile per le casse dello Stato e che aveva inoltre causato frodi per svariati miliardi (anche se la gran parte sono riferibili ad altri bonus come quello per le “facciate“ o bonus ristrutturazione). Sono molti gli operatori e cittadini anche della nostra provincia che si trovano in una situazione davvero pessima. Imprese con moltissimi soldi sul cassetto che non possono monetizzare e che non hanno i soldi per pagare tasse, personale e fornitori e privati con la casa sventrata che non abitano e che non possono nemmeno terminare. L’attuale governo è intervenuto su questo provvedimento ma senza apportare al momento soluzioni davvero efficaci in quanto la linea del ministro Giorgetti segue quella del suo predecessore. Questo articolo non vuole tanto porre l’accento sulla correttezza di quella Legge né innescare discussioni sul fatto che debba essere abolita (cosa che peraltro è molto vicina alla realtà odierna) o renderla addirittura strutturale come continuano ad invocare coloro che a suo tempo più l’hanno voluta. Serve solo a fotografare una situazione che è oggettivamente disastrosa e a raccogliere testimonianze dai lettori. Sia di chi per fortuna è riuscito a completare il tutto senza troppi intoppi (e sono per fortuna molti) e sia di coloro che invece non si trovano in questa fortunata condizione.
Quale è la situazione in questo momento? Per chi deve cominciare sulle unifamiliari il bonus è sceso al 90 per cento ma con molti altri paletti che lo rendono quasi impraticabile. Stessa percentuale per i condomini salvo coloro che hanno già iniziato i lavori che ancora godono della percentuale precedente ma come dicevo all’inizio il vero motore del provvedimento è di fatto bloccato. Per tutta una serie di ragioni le banche non acquistano più i crediti fiscali e questo non è un problema solo per chi deve ancora cominciare ma soprattutto per chi è rimasto in mezzo al guado. Per le imprese che hanno anticipato per i loro committenti centinaia di migliaia di euro e per cittadini che lo hanno fatto per le proprie abitazioni dando per scontato che poi sarebbero rientrati di quelle somme, che prima venivano liquidate in tre stati di avanzamento lavori. Somme che molto spesso sono state reperite utilizzando i risparmi di una vita o addirittura prestiti e mutui.
Ho parlato pochi giorni fa con una giovane coppia che dopo aver comprato un’abitazione con un mutuo si è poi affidata ad una società che prometteva loro sia la ristrutturazione edilizia che l’efficientamento energetico grazie allo sconto in fattura. Questi ragazzi oggi si trovano con i lavori fatti a metà con la ditta che non può finire per mancanza di liquidità (le banche hanno chiuso i rubinetti praticamente dall’oggi al domani) e casa ovviamente inabitabile. Si trovano a dover pagare sia il mutuo di questa casa che l’affitto della abitazione in cui sono costretti a vivere adesso e non vedono alcuna luce in fondo al tunnel. Temo che di casi come questo ce ne siano molti, moltissimi e mi auguro davvero che qualcosa di concreto possa dare più serenità in futuro a cittadini ed imprese.
D. Moro
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“Il mancato rinnovo del taglio delle accise a fine anno ha portato ad una serie di reazioni negative a catena. Vittime alla stessa maniera gli automobilisti, con il costo del carburante che torna ad impennarsi, ma vittime anche i gestori degli impianti i cui guadagni sono fissi a prescindere dagli aumenti e legati solo ai litri erogati che dal primo gennaio sono crollati”.
E’ ancora una volta Confesercenti Toscana Nord, con il suo presidente del sindacato benzinai Faib Alessandro Vietina e con il responsabile Adriano Rapaioli, a lanciare l’allarme sulle pesanti conseguenze che il ritorno delle accise stanno già causando a famiglie ed imprenditori.
“Due euro al litro: è questo il livello che, anche in provincia di Lucca, si rischia di sfiorare per benzina e gasolio in questi primi giorni dell’anno – spiegano Vietina e Rapaioli -. La decisione del governo di reintrodurre la quota piena delle accise determina, infatti, un aumento di 30 centesimi su un litro di carburante rispetto allo scorso marzo (quando ci fu il primo taglio delle accise) e di 18 centesimi rispetto a dicembre. Secondo le stime del nostro Ufficio Studi, in media i rincari incideranno, su base annua, per 300 euro a famiglia rispetto a marzo 2022; e ogni pieno costerà 15 euro in più rispetto a 10 mesi fa. C’è poi da considerare l’effetto traino che gli aumenti provocheranno sul costo di tutti i beni di consumo e sull’inflazione, che è già a livelli preoccupanti”.
La situazione che stiamo vivendo, sempre secondo Faib Confesercenti Toscana Nord, “non è purtroppo molto diversa da quella che portò alla decisione di tagliare le accise; siamo ancora in piena crisi energetica, la guerra continua, ed è del tutto evidente che esiste ancora un rischio concreto di nuove impennate delle quotazioni sui mercati internazionali. Invano abbiamo sperato che la riduzione delle accise, pur decisa sull’onda dell’emergenza, potesse diventare permanente e strutturale”. Vietina e Rapaioli difendono poi la categoria dei gestori, troppo spesso considerata la controparte da parte degli automobilisti. “Questa situazione ci danneggia pesantemente e quindi siamo dalla stessa parte della barricata con i consumatori. Vogliamo infatti ribadire che i gestori non determinano il prezzo e che a loro, a prescindere dal prezzo alla pompa, vanno sempre e soltanto 3,5 centesimi lordi al litro. Insomma, con gli aumenti ci perdono tutti: i consumatori e le imprese, ma anche i benzinai perché più cresce il prezzo meno prodotto si vende. Già in questo inizio d’anno la riduzione dell’erogato si avvicina al 5 per cento. Senza contare che l’aumento dal valore del transato farà schizzare anche il costo delle commissioni di bancomat e carte di credito, con cui nelle stazioni di servizio si fanno ormai 8 pagamenti su 10, problema che nessuno sta ancora affrontando nonostante i nostri disperati appelli. A ciò si aggiunga che negli ultimi nove mesi abbiamo sostenuto l’anticipo del taglio delle accise, senza che a oggi ci sia stata riconosciuta alcuna compensazione, come abbiamo più volte chiesto. Ci aspettiamo – concludono i vertici di Faib Toscana Nord – un’urgente convocazione da parte del governo, come promesso dal ministro Gilberto Pichetto Fratin: in ballo c’è il futuro della mobilità del Paese, della logistica e delle persone, oltre quello di 250 mila addetti nelle stazioni di servizio, nella raffinazione e nell’indotto del settore”.