Non sono passati inosservati i cinque video pubblicati sul profilo social di Capannori, da Natale a oggi, contro le discriminazioni dell'ideologia LGBT+. Tanti gli oppositori, tra quest'ultimi l'associazione Family Day che ritengono di dover difendere i propri figli da una iniziativa che è "Un'operazione che non vuole tutelare, ma diffondere l'ideologia gender collocando una strategia ben più ampia, promuovendo una visione della sessualità che relativizza la famiglia naturale come uno stereotipo sessista".
L'accusa arriva a seguito della lettura dei dati: "L'osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori parlano chiaro - afferma l'associazione - In otto anni sono stati segnalati 212 casi in totale, ovvero meno di 26 l'anno in tutto il Paese. Di fatto dunque, fermo restando che non è tollerabile nessuna forma di discriminazione, l'Italia è uno dei luoghi più gay friendly d'Europa".
A questa considerazione se ne aggiunge un'altra: "Altro fatto molto grave, poi, è che uno dei video abbia come protagonista Mario Meli, attivista gay morto suicida nel 1952 a 31 anni che nel suo libro esprime chiaramente come approvasse e incitasse la pederastia intesa come il desiderio degli adulti per i bambini di entrambi i sessi - continuano - Intollerabile dunque che un personaggio come Meli, il quale affermava inoltre come la liberazione dell'eros e la realizzazione del comunismo passassero attraverso la riconquista della transessualità e il superamento dell'eterosessualità, possa essere considerato figura di riferimento".
Una vera denuncia, quella di Family Day al comune di Capannori: "Si tratta di un'iniziativa ideologica e discriminatoria. Un gravissimo atto di cui chiediamo al sindaco l'immediata rimozione - concludono - È inaccettabile che una istituzione pubblica diventi la cassa di risonanza di un personaggio che nei suoi scritti teorizzava tesi pericolose per l'integrità fisica e psichica dei minori".