Francesco Fagni e Simone Marconi (Gruppo Lega Altopascio) vanno giù pesanti contro il sindaco di Altopascio Sara D'Ambrosio: "Leggiamo con dispiacere articoli di stampa che danno come probabile il rinvio a giudizio del sindaco D'Ambrosio e della sua giunta, insieme ad altri tecnici, per la questione del fontanello. Il dispiacere è dato dal fatto che come Lega (insieme al resto dell'opposizione), avevamo segnalato con spirito collaborativo all' amministrazione comunale il clamoroso errore in cui stava cadendo; fummo derisi e sbeffeggiati: arrivò inevitabile la denuncia da parte del comandante della polizia municipale (da poco assunto proprio dalla D'Ambrosio) tanta era l'evidenza delle irregolarità. La cosa più brutta è ciò che è stato fatto dopo per riparare il danno... come spesso accade la toppa è stata peggio del buco".
"Le accuse se confermate - proseguono i due esponenti del Carroccio - sarebbero molto gravi e sarebbe comunque stato più corretto e onesto da parte del sindaco non accanirsi, per una volta mettere da parte l'arroganza, fermarsi, chiedere scusa e collocare il fontanello (che sarebbe stato utile per tutti!) dove leggi e regolamenti lo consentivano; magari lasciandolo in Piazza Benedetto Croce dove era già stato programmato dalla passata amministrazione. Auguriamo naturalmente a tutte le persone coinvolte di uscire indenni da questa brutta storia, nella speranza che non ci siano altre vicende da cui sia lecito aspettarsi analoghi risvolti, che non danno certo lustro alla nostra cittadina. Il sindaco D'Ambrosio sembra tuttavia chiudere "in bruttezza" il suo mandato: a pochi mesi dalle elezioni comunali infatti questa amministrazione può contare su ben ZERO opere fatte, nonostante l'allentamento del patto di stabilità (dal 2016!) e la florida situazione patrimoniale del Comune ereditata dalla passata amministrazione. Un mandato questo che lascia ai cittadini un comune distrutto e una struttura tecnica completamente devastata, con un fughe di personale evidentemente maltrattato, certificati medici a iosa e una barriera impenetrabile posta colpevolmente tra istituzione e cittadini".