Sarti, Burgnich, Facchetti. Nell'immaginario comune dell'epoca era come recitare l'Ave Maria, così mi raccontano quelli più grandi di me, che hanno vissuto ogni pezzetto di quegli anni ruggenti, tra i primi anni '60 e la fine degli anni '70.
Tarcio Roccia, il gigante buono della Grande Inter di Helenio Herrera, è morto a 82 anni. Tarcisio Burgnich era un altopascese di adozione, ha vissuto a Badia Pozzeveri e qui ha ancora la sua casa. Ed è un ricordo che viaggia su due dimensioni quello che ci lega a Burgnich: c'è la dimensione personale, colloquiale, quotidiana, che unisce specialmente i residenti di Badia e in generale di Altopascio alla sua figura, quando lo incontravano al bar o in paese, due chiacchiere, qualche aneddoto, le considerazioni sull'attualità. C'è poi la dimensione collettiva, quella che appartiene a tutti noi, tifosi o meno, amanti del calcio o meno: perché Burgnich è stato un campione, di quelli veri e genuini, una roccia che rendeva inaccessibile il passaggio degli avversari. L'ex difensore di Udinese, Juventus, Palermo, Inter e Napoli è scomparso stanotte dopo una lunga malattia nella casa di cura San Camillo a Forte dei Marmi. Negli ultimi anni viveva in Versilia.
Sono tantissime le immagini che ognuno di noi ha nella mente quando pensa a Burgnich, iconica quella del 1970 a contrasto con Pelè. Immagini che attraversano epoche e generazioni, proprio per la grandezza del personaggio, per la sua unicità. In nerazzurro, Tarcisio Burgnich ha vinto quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Ha vinto anche un campionato con la Juve e una Coppa Italia con il Napoli. Con la Nazionale è stato campione d'Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970.
Alla famiglia di Burgnich va il grande abbraccio del nostro paese e di tutta la comunità. Altopascio non lo dimenticherà e proprio per questo stiamo già pensando a un momento per ricordare pubblicamente Tarcisio Burgnich.