Riaperture: i sindaci della Piana di Lucca scrivono a Confcommercio Lucca - Massa Carrara, rispondendo così all'appello inviato loro dal presidente Rodolfo Pasquini. "Abbiamo ricevuto la lettera-appello dal presidente Pasquini - scrivono gli amministratori locali Alessandro Tambellini (Lucca), Luca Menesini (Capannori), Sara D'Ambrosio (Altopascio), Leonardo Fornaciari (Porcari), Marzia Bassini (Montecarlo), Andrea Bonfanti (Pescaglia) ed Elisa Anelli (Villa Basilica) -. Confcommercio pone l'attenzione sul tema delle riaperture dei negozi che, a oggi, con le normative vigenti, non sono contemplati nelle categorie ritenute essenziali e quindi, come previsto da decreto e come impone la zona rossa, sono chiusi. Condividiamo le preoccupazioni e comprendiamo le necessità, non più rinviabili, dei molti commercianti che in questa fase soffrono di più le restrizioni dovute al contenimento del contagio da Covid-19. L'ingresso in zona rossa della Toscana si è reso obbligatorio per l'aumento dei contagi, che ha determinato anche un notevole incremento dei ricoveri nei presidi ospedalieri, fortemente congestionati".
"A seguito dell'emanazione delle linee guida per consentire le riaperture - continuano - le attività hanno adeguato i propri negozi in tempi rapidi e con investimenti in alcuni casi importanti: comprendiamo quindi la proposta di Confcommercio di gestire su prenotazione la clientela dei negozi attualmente impossibilitati a vendere in presenza. Situazione analoga, anche se con protocolli sanitari diversi, vivono le attività artigianali, quali parrucchieri, barbieri e centri estetici, e le attività sportive, a partire proprio dalle palestre: attività economiche ugualmente penalizzate, in alcuni casi chiuse da molti mesi, che possono comunque garantire, attraverso quei protocolli e quegli investimenti fatti nei mesi scorsi, sicurezza, scaglionamento negli ingressi, prevenzione. Come Sindaci della Piana di Lucca riteniamo che sia opportuno iniziare a programmare le riaperture, dare tempi certi, prevedere modalità per convivere con il Covid senza penalizzare ulteriormente interi settori commerciali e artigianali: questo non significa, ovviamente, aprire tutto e subito domani come se non fosse successo niente e dimenticarsi improvvisamente di tutte le regole e di tutti i protocolli che seguiamo da oltre un anno; ma significa, al contrario, consentire ai commercianti, agli artigiani, agli operatori turistici, ai lavoratori delle palestre e dei centri sportivi, agli albergatori e agli operatori culturali di organizzare e programmare il proprio lavoro in vista della ripartenza.
"È giusto che chi è deputato a decidere, programmi, in tempi molto rapidi, le riaperture compatibilmente con l'emergenza sanitaria in corso e quindi produca atti volti a mettere questi settori economici e questi lavoratori nella condizione di lavorare attraverso il rispetto dei protocolli del Comitato tecnico-scientifico - concludono gli amministratori locali -. A questo proposito ci faremo portavoce delle istanze presentate presso gli organi istituzionali competenti, affinché diano risposte certe e rapide alle necessità legittime sollevate".