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Scritto da Redazione
Piana
04 Dicembre 2020

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Era la mattina del 27 aprile quando da San Leonardo in Treponzio un elicottero attrezzato per il trasporto in alta quota si alzava in volo per dirigersi verso San Ginese di Compito: una rotta che da quel momento in poi avrebbe percorso per tutto il giorno, avanti e indietro, per portare il calcestruzzo dal punto di carico fino ai piedi del deposito idrico “Cecchini”. Fu quella la tappa più impegnativa (e più originale) nell’ambito del progetto di Acque SpA per il risanamento di una infrastruttura fondamentale per il servizio idrico nel comune di Capannori: un’operazione lunga un giorno che richiese settimane di preparazione.

L’obiettivo del progetto, che è durato circa un anno, era quello di risanare completamente il deposito, cogliendo l’occasione per introdurre anche preziosi miglioramenti da un punto di vista tecnologico. Il recupero della struttura si era reso necessario dopo che alcune verifiche avevano evidenziato le condizioni delicate del fabbricato, realizzato totalmente in cemento armato. Sebbene non presentasse problemi tali da rischiare di pregiudicarne la stabilità, né la sua funzionalità - accumulare acqua potabile dalla centrale idrica di Paganico e distribuirla in gran parte dell’omonima località a sud dell’autostrada - il deposito mostrava un degrado naturale per l’esposizione, nel corso del tempo, alle intemperie e all’umidità.

Da qui la programmazione dell’intervento che ha compreso il risanamento conservativo delle strutture in cemento armato dell’intero manufatto, il rifacimento delle carpenterie metalliche e idrauliche, l’installazione di strumenti di controllo delle portate idriche e di un nuovo sistema di telecontrollo. Il deposito è stato disattivato per diversi mesi, ma grazie alla realizzazione di una condotta esterna e all’utilizzo di due “serbatoi alternativi”, installati per l’occasione, è sempre stata garantita la continuità nell’erogazione idrica per gli utenti.

Il problema di come recapitare i materiali al deposito, ubicato in collina, in posizione impervia e raggiungibile soltanto attraverso un sentiero stretto e in buona parte sterrato, è stato risolto con l’utilizzo dell’elicottero, che ha impiegato decine di viaggi per trasportare il calcestruzzo fino a completare il carico equivalente alla capacità di oltre due betoniere. In seguito, sono proseguite le lavorazioni tradizionali, fino ai giorni scorsi, con l’ultimazione dell’intervento e la riattivazione del deposito completamente restaurato. Di questo progetto, resta soprattutto il ricordo di un evento mai accaduto nella storia di Acque SpA, e con ogni probabilità di una esperienza più unica che rara anche nel panorama nazionale del servizio idrico.

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