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Scritto da Redazione
Piana
05 Marzo 2020

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Sulla partenza dei lavori per il sottopasso, il gruppo Lega Altopascio accusa l'attuale amministrazione di aver promesso per anni il raggiungimento di obiettivi che, in realtà, sono ancora molto lontani.

Sono, in particolare, i consiglieri della Lega Francesco Fagni e Simone Marconi a porre l'attenzione sul problema che, a loro dire, sembra non aver mai fine: "la tiritera – proseguono – riguardante il raddoppio ferroviario, e la conseguente risoluzione della questione del sottopasso ferroviario altopascese, sembra non avere fine! Il primo cittadino e la sua giunta avevano annunciato che la partenza dei lavori sarebbe avvenuta nel 2018".

I due consiglieri ricordano, infatti, come, fin dall'inizio, avessero fatto notare che questa elaborazione, così com'era stata concepita da RFI, non stava in piedi perché mancava di una serie di studi collaterali e di dati essenziali come il superamento di vari problemi di dislivello, di pericolosità idrogeologica, di raggi di curvatura e di vicinanza alle abitazioni. "La risposta che ci fu data a questi dubbi – ricordano – fu che RFI disponeva di fior fior di Ingegneri e Architetti e che non potevamo esser certo noi a sindacare il lavoro che avevano svolto".

Lo scorso 29 settembre, poi, gli amministratori altopascesi sono andati a Roma per partecipare alla seduta del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, insieme agli altri sindaci dei comuni attraversati dalla tratta del raddoppio. In quell'occasione – come raccontano Fagni e Marconi – si sono visti respingere quello che è stato reputato non un progetto esecutivo, come avrebbe dovuto essere, ma piuttosto poco più di una bozza di progetto. Le obiezioni? Le stesse che sia la Lega che il Comitato, nato allo scopo, avevamo cercato invano di suggerire all'amministrazione comunale.  "Naturalmente tutto questo – continuano – noi non lo abbiamo saputo dal Sindaco di Altopascio, ma da quello di Pescia durante una riunione pubblica. Oggi abbiamo scoperto che D'Ambrosio e Toci si recheranno di nuovo in Regione, per confrontarsi sulle nuove ipotesi formulate da RFI. Ancora? – si chiedono – dovremo subire ancora ipotesi che non arrivano dal territorio, ma che invece un ente terzo vuole propinarci a suo uso e tornaconto?"

Secondo i due consiglieri questa sarebbe un'occasione unica per il Comune che potrebbe approfittare per effettuare altre importanti opere: "la soluzione migliore per noi resta quella della bretella di collegamento tra la rotonda di via Bientinese e la zona industriale del Turchetto. La realizzazione di quel tratto di strada, perfettamente finanziabile come opera collaterale al raddoppio ferroviario, consentirebbe di realizzare un superamento del passaggio a livello di via Francesca Romea molto meno invasivo anche dal punto di vista dell'impatto ambientale. Aspetto, quest'ultimo, che sembra esser stato dimenticato nella progettazione di RFI".

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