Ci era sfuggito a dire la verità, poiché al desk c'era qualcun altro che non ha, evidentemente, il vizio come noi di andare a fare le pulci a chi pensa di aver capito tutto e, al contrario, non ha capito nulla, soprattutto se, inoltre, ignorante (o ignoranti) non come le capre di Vittorio Sgarbi, come le bestie. Poi, però, rileggendo gli articoli, ci siamo imbattuti nel comunicato trasmesso da Daniele Bianucci - ancora lui - a nome delle forze politiche del centrosinistra: Pd, Lucca Futura, Sinistra con Lucca-Sinistra civica ecologista, Lucca è un grande noi, Lucca civica-VOLT-Lucca Popolare, Europa Verde. Dispiace solo che in questo elenco di culturalmente incompetenti sia stato inserito anche Francesco Raspini che stimiamo e che, crediamo, non meriti di essere ridicolizzato in questo modo con una gaffe di carattere storico-politico che meriterebbe una punizione, questa sì, esemplare tipo, diciamolo pure, le dimissioni in blocco di tutta l'opposizione in consiglio comunale per manifesta ignoranza.
Ovviamente da nessuna parte si è levata una considerazione quale quella che stiamo facendo noi, segno che anche a destra la cultura storica latita e non di poco, ma, in fondo, per essere politici o amministratori non serve conoscere la Storia. Purtroppo.
Ma veniamo al comunicato della Sinistra lucchese, roba da far accapponare la pelle. In esso intravediamo e non è una persecuzione la nostra, lo stile di scrittura che di solito utilizza nei suoi comunicati proprio Daniele Bianucci, ci corregga se sbagliamo. Il tono e il testo sono abbastanza simili ad altri parti cui siamo abituati.
Ebbene, ecco il paragrafo in cui è contenuta la bestemmia storica:
Da ormai 10 giorni inutili comunicati stampa vengono consegnati alle redazioni: assistiamo ad una quotidiana gogna mediatica contro la consigliera Vietina, colpevole di aver sostenuto insieme a tutti quanti noi l’iniziativa di oltre 800 persone e oltre 20 realtà associative del territorio nella richiesta al sindaco di riaprire la “Casa della Memoria e della Pace”. E’ il vecchio metodo squadrista “colpirne uno per educarne 100” utile solo a nascondere l’enorme assenza di contenuti di una destra arroccata su se stessa che tenta di chiudere, silenziare, bloccare tutto ciò che non condivide tenendo fede all’obiettivo del leader locale di Casa Pound “per uccidere la sinistra bisogna affrontarla sui terreni dove è dominante: cultura e informazione”.
Poteva sfuggire una simile boiata a chi ha appena ripubblicato la storia di Potere Operaio?, a chi ha scritto un libro sulle Brigate Rosse?, a chi ha dedicato anni di vita a ricostruire la storia dell'editore guerrigliero Giangiacomo Feltrinelli? No che non poteva e, infatti, eccoci qui. Peraltro il documento della Sinistra lucchese prende in prestito anche il nome di Luciano Luciani senza nemmeno sapere che lui, diversamente da loro, la Storia la conosce davvero e una cazzata del genere non l'avrebbe mai fatta. Ma questa è la presunzione dei novelli nipotini di Elly Schlein.
La frase in oggetto è stata utilizzata e la fotografia di Idalgo Macchiarini, dirigente della Sit-Siemens sequestrato nel 1972, il 3 marzo, dalle Brigate Rosse, quando ancora la lotta armata doveva esplodere e da allora è divenuto il motto riconducibile alla formazione di Renato Curcio ed Enrico Franceschini. Altro che fascismo, altro che squadrismo e Mussolini, che il Bianucci li metterebbe, come il prezzemolo nelle polpette, dappertutto.
A questo esponente, evidentemente, della non intellighenzia verniciata di rosso, consigliamo, molto più semplicemente, prima di scrivere di recarsi su Wikipedia, costa nulla ed è utilissima oltreché, a nostro modesto avviso, affidabile. Se lo avesse fatto, così, testualmente, avrebbe letto:
Unum castigabis, centum emendabis è una locuzione latina che significa letteralmente "Ne castigherai uno, ne correggerai cento") e che si può rendere liberamente come "Punire un errore per correggerne cento".
Il significato è analogo a quello del detto cinese Colpirne uno per educarne cento (in cinese 殺一儆百T, 杀一儆百S, shā yī jǐng bǎiP), che compare nel Libro degli Han come motto del funzionario cinese della dinastia Han Yin Wenggui (morto nel 62 a.C.).[1]
In epoca moderna, lo slogan è attribuito solitamente a Mao Zedong, come motto della Rivoluzione culturale lanciata nel 1966 e come giustificazione ideologica delle azioni violente delle Guardie rosse, giustificate con il motivo formativo e deterrente.[1]
In Italia, il motto divenne celebre per il suo utilizzo da parte delle Brigate Rosse nel sequestro Macchiarini (3 marzo 1972), quando il dirigente della Sit-Siemens Idalgo Macchiarini fu fotografato con un cartello al collo che recitava "Mordi e fuggi. Niente resterà impunito. Colpiscine uno per educarne cento. Tutto il potere al popolo armato".
Ad attenuante, molto, ma molto lieve, per il Bianucci e per coloro che, a lui, si sono affidati nella compilazione del documento inviato a tutti i giornali, c'è il fatto che non è il solo sinistroide ad aver compiuto il medesimo errore, ma le nuove generazioni che non conoscono il passato troppo prese a contestare il presente, sono e saranno la rovina di questo mondo.
Tornando al comunicato in questione, una parola sola basta per questo omicidio storico-culturale:
VERGOGNA!