Una riapertura graduale e ragionata ed una comunità di intenti a livello europeo, per un intervento che vada ad essere incisivo sul piano economico perché "O si vince tutti o si perde tutti". Queste sono state le linee principali del discorso di Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri, durante il proprio discorso davanti ai due rami del Parlamento, al Senato prima ed alla Camera poi. Due discorsi sobri, che non hanno avuto particolari incidenti di percorso, conditi da un appello verso le opposizioni: "daremo sempre ascolto a coloro che, rendendosi conto della gravità della situazione, adottano un atteggiamento costruttivo". Dai banchi di Lega e FdI sono scattate urla e qualche fischio.
"Il virus - ha scandito il premier - ha costretto a misure di estrema urgenza adottate sempre con la premura, da parte mia, affinché fosse assicurato il coinvolgimento di una maggioranza più ampia possibile. Il Governo ha elaborato una strategia in cinque punti per il prossimo futuro: far rispettare il distanziamento sociale e mantenimento delle mascherine fino alla scoperta del vaccino;
un rafforzamento delle reti sanitarie del territorio per combattere il virus; un incremento di Covid hospital nel Paese, in modo da permettere a tutti gli operatori del settore sanitario di lavorare in sicurezza; deve esserci un uso corretto dei test molecolari (tamponi) e epidemiologici (analisi del sangue), così da poter avere una fotografia chiara e netta su quella che è la condizione odierna del Paese".
Poi è stato toccato un punto dirimente: la nuova app, Immuni. Conte ha precisato che "Non sarà obbligatoria, poiché sono pienamente consapevole di quanti e quali siano i fondamenti costituzionali coinvolti". Il Presidente ha però ribadito quanto sia importante l'isolamento dei contagiati, che non devono in alcun modo costituire nuovi focolai. "Chiaramente faremo in modo che chi no volesse scaricarla non abbia restrizioni di sorta e limitazioni di alcun tipo. Sono consapevole che, soprattutto su questo aspetto, il Parlamento deve essere coinvolto puntualmente, visto che sono coinvolti molteplici diritti costituzionake fondamentali. Si prospetta adesso una fase molto complessa, dobbiamo procedere ad un allentamento, i motori del paese debbono potersi riavviare, ma questo riavvio deve prevedere una riorganizzazione dell lavoro, degli spostamenti e del distanziamento sociale. Il ritorno alla normalità è un aspirazione comprensibile di tutti".
Poi Conte ha parlato di Europa: e lo ha fatto in modo chiaro e netto: no al Mes del 2008, si ad un sostegno comunitario comune, altrimenti "si perde tutti insieme". Un punto in cui il Presidente del Consiglio ha mantenuto con forza la posizione che, da settimane, va ripetendo in ogni intervento pubblico, in ogni intervista, in ogni vertice europeo. Un punto ch, però, giovedì, quando i leader degli stati membri si riuniranno, verrà messo a dura prova. Conte ha spiegato come si stia ragionando, con otto Paesi, di introdurre mezzi di sostegno economico alternativi, ma ha fatto capire di esser pronto a gesti istituzionalmente estremi, come quello del diritto di veto: "Farò tutto quello che è in mio potere – ha scandito Conte – per assicurarmi che il nostro Paese non debba confrontarsi in alcun modo con meccanismi figli del passato e che non hanno fatto altro che recare danni a più economie. Servono risposte e servono adesso". Tra quarantotto ore sapremo.