Un richiamo alla calma ed un invito a comprendere come le riaperture, se mal gestite, possano trasformarsi in un boomerang dai danni incalcolabili. Questo, in sintesi, dell'intervento compiuto da Giuseppe Conte fuori dalla prefettura di Lodi, luogo che il primo ministro ha raggiunto nel corso del suo viaggio, nel nord italia, che lo sta portando a contatto con le popolazioni più colpite dal dramma del Covid-19. Il presidente del Consiglio ha sottolineato come decisioni frettolose possano produrre effetti devastanti, e che le scelte intraprese dal Governo sono legate a quanto la task force dell'istituto superiore di sanità ha avuto modo di mettere nero su bianco nelle ultime ore.
Nella mattinata di oggi, infatti, è stato diffuso a mezzo stampa un documento dell'Iss dove, con ben novantadue scenari di riapertura differenti tra loro ipotizzati, si evidenzia quanto un eccessivo ammorbidimento delle misure in essere possa avere la conseguenza di far risalire il dasso di contagio del virus, che ora si trova allo 0,5 nazionale, fino al 2,44. Proprio questo report, acquisito dal Governo in data 22 aprile, ha fatto sì che, all'interno dell'Esecutivo, vincesse la linea della prudenza per ciò che riguarda le riaperture alla data del 4 maggio.
Conte si è soffermato anche sull'aspetto economico della faccenda: "Le sofferenze - ha detto - sono tali e diffuse che è difficile rispondere a tutte e le richieste. Sicuramente cercheremo di intervenire per le richieste delle gran parti di classi sociali che sono in difficoltà. Dobbiamo dare grande sostegno alle famiglie, alle imprese e alle varie classi sociali. Al mondo bancario io dico: occorre uno sforzo da parte vostra per erogare alle imprese il denaro di cui hanno bisogno. Cercate di liberare queste richieste in modo ancora più tempestivamente. E' un atto d'amore, per l'Italia e per le sue imprese".
"Non possiamo permetterci leggerezze. Non possiamo - ha proseguito Giuseppe Conte - procedere con avventatezza, per questo il lavoro dei tecnici è stato fondamentale. Mi dispiace che molti cittadini siano rimasti delusi, ma vi assicuro che l'obbiettivo prioritario è quello di tutelare in ogni modo la salute della popolazione. Non possiamo da una settimana all'altra cambiare obbiettivo programmatico. Abbiamo visto anche in altri Paesi cosa significa cambiare strategie".
Conte ha quindi spiegato come dal 4 maggio saranno nuovamente chiamati a lavoro quattro milioni e mezzo di italiani, un numero cospicuo di persone che si sposteranno, prenderanno mezzi, pubblici o privati, andando di fatto ad incrementare le possibilità di contagio. "Si tratta - ha aggiunto il premier - di un rischio che sembra venir sottovalutato da molti. Eppure dobbiamo renderci conto che se le misure fossero ulteriormente allentate, le conseguenze potrebbero essere di proporzioni disastrose. E pensate che, se così fosse, saremo messi di fronte alla beffa per cui, dopo gli incredibili sacrifici che stiamo facendo in questi mesi, dovremmo ricominciare tutto da zero. Sarebbe tremendo e non possiamo permetterci nulla di simile".
In coda alle dichiarazioni del presidente del Consiglio spazio anche ad altre due questioni su cui lo stesso Conte è stato sollecitato da più parti: il primo aspetto, la scuola, tecnico: "Riaprire l'accesso degli istituti agli studenti ci porrebbe di fronte a rischi inenarrabili".
Il secondo, politico: ad una domanda su cosa pensasse delle dichiarazioni di Matteo Renzi sulla non costituzionalità dell'ultimo Dpcm emesso dal Governo la risposta di Conte non si è fatta attendere: "Ogni opinione è certamente legittima, ma alla fine io sono chiamato ad avere la responsabilità di chi decide".