Il mio amico Marcello Petrozziello, top player tra gli addetti stampa, lo ha sempre saputo pur non schierandosi mai, sin da quando era lo stesso mister Tambellin Man a dichiarare che Raspini, noi presenti ad una cena per i Comics di Confcommercio, lo aveva allevato e preparato bene per la successione alla sua poltrona di sindaco. E ancora una volta ci ha, politicamente, azzeccato. Il fiuto politico o si ha o non si ha.
Che il figlio del notaio proprietario della sede elettorale di Alessandro Tambellini alle soglie del primo mandato fosse già in rampa di lancio lo sapevano tutti, ormai, ma questa mattina, sul quotidiano La Nazione, è apparsa, in esclusiva, una intervista a firma del caposervizio Francesco Meucci, con cui il Nostro rompe gli indugi e annuncia erga omnes la sua scelta.
Ad essere onesti e a differenza di molti, forse anche di tutti ad eccezione degli addetti ai lavori, la cosa che ci ha sorpreso di più non è tanto il contenuto dell'articolo che non abbiamo neanche letto, quanto il fatto che Raspini, probabile, ma non certo, candidato unico del centrosinistra, abbia scelto come veicolo di diffusione il quotidiano fiorentino che, storicamente e a Lucca in particolare, è sempre stato vicino alle posizioni del centrodestra più o meno moderato.
Rammentiamo ancora, metà anni novanta, la visita pastorale di un allora caporedattore in ascesa inviato da Firenze il quale, piovuto una mattina al secondo piano della redazione di piazza del Giglio, tanto per non lasciar dubbi in proposito, disse chiaramente che il giornale era schierato con Silvio Berlusconi e con il centrodestra, quindi, se a qualcuno la cosa non piaceva, poteva anche fare le valigie e togliere il disturbo. Questo, se non erriamo, per lo spazio riservato, durante la campagna elettorale, ai candidati a sindaco che non poteva, evidentemente, avere lo stesso rilievo e la medesima impaginazione.
Spiegata, così, la nostra sorpresa quando abbiamo scoperto che Francesco Raspini aveva 'tradito' quello che, a tutti gli effetti e da sempre, è stato il quotidiano di riferimento del centrosinistra e, in particolare, della sinistra lucchese, ossia Il Tirreno. C'è da dire che da quando in via S. Croce il caposervizio non è più Marco Innocenti, le cose sono, probabilmente, cambiate. In meglio o in peggio non sta certamente a noi dirlo.
Onestamente, che la Nazione di Lucca si fosse avvicinata a Francesco Raspini lo avevamo già compreso quando ancora Meucci non era sbarcato a piazza del Giglio per sostituire Piero Ceccatelli, ma è indubbio che questa anticipazione, un indubbio scoop politico e giornalistico, ne è la testimonianza principale.
C'è da domandarsi e immaginiamo che a Livorno e in via Santa Croce lo abbiano già fatto, come ciò sia potuto accadere ossia come mai un candidato a sindaco dichiaratamente di centrosinistra abbia preferito concedere l'esclusiva ad un giornale piuttosto che a quello, per definizione, più vicino e, potenzialmente, alleato. Perché è bene chiarirlo subito: i candidati evitano, ovviamente, di fare scelte che possano danneggiarli sotto il profilo della pubblicità elettorale, ma quando decidono di rilasciare interviste così importanti e, soprattutto, a quotidiani che non sono i più letti in tutta la zona di competenza, vuol dire che tra il candidato medesimo e il suo referente giornalistico c'è una simpatia reciproca.
Sul suo profilo facebook il neocandidato Raspini ha pubblicato, oggi, il seguente post:
Questa mattina in un’intervista pubblicata da La Nazione ho deciso di comunicare la mia decisione di candidarmi alle prossime elezioni comunali. Certo manca ancora molto, ma a fronte delle voci di corridoio, dei sussurri e dei “dico e non dico”, credo che sia più serio e trasparente verso i cittadini metterci la faccia e dichiarare apertamente la propria disponibilità. Per quanto mi riguarda offro tutto l’impegno, l’energia e la passione di cui sono capace per metterle al servizio della nostra Lucca.
Serve che il centrosinistra formuli al più presto una proposta chiara alla città ed individui una figura riconoscibile per avviare quel percorso di apertura e dialogo necessario per progettare i prossimi anni. Non è questo il tempo dell’improvvisazione perché le sfide del futuro saranno durissime.
Immagino una città capace di mettere tutta se stessa, testa, braccia e anima, per gestire, promuovere, accompagnare e creare la ricostruzione post-Covid: ricostruzione di pezzi di economia e ricostruzione sociale.Una Lucca accogliente, che funziona, vivibile, a misura di famiglia, dove anche le imprese possono crescere e svilupparsi.
Una città non indifferente alle disuguaglianze tra i suoi cittadini, che sappia mettere al centro delle sue politiche la lotta alla povertà e alla svalutazione del lavoro. Soprattutto quello dei giovani e delle donne, categorie devastate da quest’anno di pandemia. Una città capace di fare squadra con i territori vicini e protagonista, insieme a loro, della rinascita e di un futuro migliore! La strada è lunga, mettiamoci in cammino.
Perché, secondo voi, Francesco Raspini ha deciso di tuffarsi per primo nell'agone preelettorale anticipando tutti i suoi potenziali concorrenti? Ma, soprattutto, ha fatto bene?
La risposta è sì. Chi 'mena' per primo mena due volte, cosa che, evidentemente, a destra non hanno ancora compreso.