I banchi vuoti cominciano a pesare. Le aule prive delle risate dei ragazzi e della loro voglia di vivere iniziano ad essere desolanti.
"Il governo ha completamente abbandonato la scuola e la usa come metro di strumento di propaganda": è la denuncia di Giovani Comunisti e Rifondazione Lucca di fronte alle ultime scelte sulla questione.
"Un teatrino - lo definiscono - Un atteggiamento distruttivo assunto dal governo e dalla Ministra Azzolina è l'apice della ridicolezza di un esecutivo incapace di creare un piano d'azione funzionale che potesse non tanto eliminare ogni problematica, cosa per chiunque impossibile, ma almeno riuscire ad affrontare la situazione in modo preparato e competente, riuscendo a mediare tra il diritto allo studio e alla crescita degli studenti e il diritto collettivo alla salute. Due diritti fondamentali per ognuno di noi".
Tante erano le idee a inizio anno e tante sono tutt'oggi: "Si sarebbe dovuto aumentare il numero di aule, degli spazi scolastici, dei mezzi pubblici e dei docenti regolari. Tutte cose finanziabili con il Recovery Fund e che nel post-pandemia avrebbero potuto risolvere problemi che la nostra istruzione già aveva - continuano - basti pensare alla ridicola situazione del liceo delle Scienze Umane e dell'Istituto Professionale Civitali che ormai da due anni sono lasciati a sé stessi nei container all'ex ospedale Campo di Marte senza nessuna sicurezza su quando potranno tornare nella sede storica di Via San Nicolao, da cui furono spostati perché letteralmente cadeva a pezzi".
Soluzioni gridate a gran voce nel periodo di campagna elettorale regionale, ma che nessuno ha ascoltato: "Tutti, ogni amministrazione, a ogni livello, ha fatto orecchie da mercante, sperando che le cose si risolvessero da sole, ma questo non è successo e non solo è grave, ma è anche un crimine e una violenza al nostro paese, che dovrebbe farci tutti riflettere, perché ha radici lontane nel tempo - concludono - Riaprire adesso forse è un rischio, ma noi siamo comunque a favore. Gli studenti stanno subendo dei disagi enormi non solo dal punto di vista culturale, ma sociale e di crescita individuale. Siamo dunque pronti a dare battaglia a fianco di studenti e insegnati per una scuola pubblica aperta. La cultura non è un piacere secondario, la cultura è vita, e come tale va vissuta".