Titoloni di prima pagina: l’Unione Europea ha deciso che Kiev – l’Ucraina – ha diritto di colpire in Russia. C’è più fumo che sostanza, in effetti, perché un’incursione locale con poche forze in territorio russo assai poco pesa sull’equilibrio complessivo delle operazioni. Qualche testata giunge anche a parlare di sorpresa strategica che potrebbe far vincere la guerra a Kiev, scomodando grandi strateghi del passato. Come Scipione l’Africano che portò la guerra a Cartagine obbligando Annibale a far rientro per contrastarlo, sconfiggendolo a Zama. Scipione si era presentato con un vero esercito, cui Cartagine aveva poco da opporre. Un misto di banale condito da una mezza fesseria.
Un paese che – qualunque sia stato il proprio pregresso comportamento, anche provocatorio, ammesso sia vero – viene militarmente attaccato, per il Diritto Internazionale Bellico è legittimato a reagire colpendo gli obbiettivi militari avversari, nel proprio territorio e in quello nemico, e nelle acque e nello spazio aereo internazionali. Gli è precluso colpire tali obbiettivi in territorio (comprese acque e cielo) appartenente ad altri Stati. Ad esempio gli USA non potevano andare a uccidere Osama Bin Laden in Pakistan, Israele non poteva sopprimere Haniyeh in Iran, Putin non poteva far avvelenare avversari a zonzo per l’Europa, i gruppi terroristi palestinesi non potevano eseguire attacchi alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 e nell’aeroporto di Fiumicino nel 1973 e nel 1986. Detto questo, la prassi è che se si riesce a colpire dove non si dovrebbe e nessuno può sanzionare, lo si fa, e ciò non vuol dire che io sia d’accordo.
Ho inoltre parlato di “obbiettivi militari”, sono esclusi quelli civili quindi, e una particolare tutela va a ciò che ha valore artistico e archeologico o che è relativo alla cura della salute degli esseri umani. Eppure nella Grande Guerra furono bombardate Londra e Parigi e nella 2^ GM un po’ di tutto – ancora Londra, Berlino, Roma, Dresda, Amburgo, etc. – concludendo in bellezza con Hiroshima e Nagasaki.
L’Unione Europea quindi non autorizza un bel niente, se non ciò che il Diritto Bellico prevede. Al massimo può consentire all’Ucraina di utilizzare le armi – poche – che ha fornito e fornirà per colpire in Russia. L’aveva suggerito l’ex-Segretario Generale della NATO Stoltemberg, e tutto sommato vi era una logica nel suo invito: vietare agli ucraini di usare sul territorio russo le armi ricevute, era come far combattere un lottatore con una mano legata.
Biden e la “Perfida Albione”, peraltro, l’hanno già autorizzato, mi pare. Non ci fa una gran figura l’UE a giungere buona ultima alla decisione, consapevole di essere azionista di minoranza in termini politici, ma anche nella fornitura di sistemi d’arma.
Non è comunque un caso che poco dopo i russi abbiano centrato l’ospedale pediatrico di Kiev. Per me più che un errore, e più che gratuita crudeltà, è stato un modo della Russia, o per meglio dire di Putin, per far capire che vi è la possibilità di colpire anche questa categoria di targets, per quanto sia espressamente vietato. Un modo cinico per dire: “Oggi va in rovine l’ospedale pediatrico di Kiev. Domani può toccare a quello di Berlino, Parigi, Londra, etc., soprattutto se verrà colpito un obbiettivo russo tutelato dalla normativa internazionale bellica. Siete disposti ad accettare il rischio?”
In uno scontro fra animali, uomini o Stati, è fondamentale l’aspetto psicologico relativo alla disponibilità a subire colpi pur di infliggerne. Il contendente che non è pronto a farsi far male abbandona e perde. È successo anche su un ring femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024.
Se l’Unione Europea è disposta ad accettare l’alea di ritorsioni russe qualora Kiev usi le armi da essa fornite sul territorio di Mosca, ha valutato che queste non possano aver luogo, nella complessa partita a scacchi che sta svolgendosi. In sintesi, la posizione espressa dall’UE sembra voglia dire che i suoi vertici ritengano che Putin stia solo bluffando e non voglia correre il pericolo di un maggiore coinvolgimento di Stati Uniti e Gran Bretagna. L’Europa pertanto, si conferma ancor più ancillare delle due potenze unite dalla stessa lingua e separate dall’Atlantico.
Onestamente non riesco a capire con che coraggio certe testate vogliano farci credere che esista un’Europa-superpotenza. Bene fa a questo punto il ministro della Difesa Crosetto a ribadire che ciò che l’Italia ha dato non potrà essere utilizzato in chiave offensiva, almeno evita di mostrare pretenziosamente i muscoli che l’Italia non ha, come l’Europa che soffre di atrofia da decenni.