La federazione Lucca e Versilia del Partito Comunista Italiano annuncia un presidio per la mattina del 26 aprile all'ospedale San Luca di Lucca e all'ospedale Versilia di Lido di Camaiore, per protestare contro le condizioni del servizio sanitario nazionale e la proposte del governo relative all'autonomia differenziata.
"Le preoccupazioni sulla tenuta del servizio sanitario nazionale sono sempre maggiori e altrettanto fondate - avvertono dal PCI -. Il definanziamento perpetrato negli anni da governi sia di centro sinistra che di centro destra e l’apertura verso una sanità privata hanno prodotto nel paese effetti drammatici, di cui a farne le spese sono sempre e soprattutto le fasce più deboli".
"Ne emerge una situazione di gravità eccezionale, sulla quale incombe oggi lo spettro dell’autonomia differenziata; da più parti viene denunciato il timore per la sconfitta dei principi costituzionali ma sembra che ciò sfugga al senso comune - afferma il Partito Comunista -. In questo panorama, le costanti, ripetute ma soprattutto inascoltate denunce fatte dai lavoratori e dalle lavoratrici del mondo della sanità ed in particolare di quella della nostra provincia continuano a riempire le cronache dei giornali, senza che ad esse facciano seguito provvedimenti strutturali".
"La politica, almeno quella che si dice di sinistra, dovrebbe avvertire il dovere di riappropriarsi dei principi che ispirarono l’istituzione del SSN e lavorare al suo totale recupero, per ristabilire un patto di solidarietà tra chi governa e le persone perché il diritto alla salute sia davvero esigibile e il rispetto del lavoro garantito".
"Invitiamo dunque la regione, la direzione aziendale e i sindaci dei comuni della Versilia e della Lucchesia ad incontrare in una assemblea pubblica i lavoratori, le lavoratrici e le comunità nel tentativo di stabilire di nuovo quel patto e, con dati alla mano e al di là delle sole dichiarazioni di intenti, dire in modo chiaro cosa sia possibile fare concretamente oggi per ricostruire un futuro che assicuri il rispetto dell’art. 32 della Costituzione" si conclude la nota.