Nei cosiddetti negoziati per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza, il Qatar è al servizio di Hamas. In realtà il Qatar è Hamas e pertanto non può essere un «onesto intermediario» (come invece ha dichiarato sul “Wall Street Journal” l’ambasciatore qatarino negli Stati Uniti, Meshal bin Hamad Al Thani). Per salvare gli ostaggi, che sono il salvavita dei membri di Hamas, dobbiamo quindi capire che cosa significhi la “mediazione del Qatar” nei negoziati. Da molti anni il Qatar porta avanti un letale doppio gioco con gli Stati Uniti. Il piccolo Emirato sostiene tutte le organizzazioni terroristiche islamiste (Isis, Al-Qaeda, talebani, Hamas). Nel 1996 nascose a Doha Khalid Sheikh Mohammed (KSM), diventato la mente dell’11 settembre. Quando il Fbi venne ad arrestarlo, informando anticipatamente soltanto l’emiro, KSM scomparve nel giro di poche ore. Molti americani credono di essere in debito con il Qatar per aver ospitato la base Centcom. La verità è esattamente il contrario: è il Qatar a essere in debito con gli Stati Uniti. Senza la presenza di questa base, il minuscolo Emirato sarebbe già stato divorato dai Paesi vicini. Una sola dichiarazione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti riguardo al trasferimento – o alla presa in considerazione di uno spostamento – di questa base dal Qatar in un altro Paese (come gli Emirati Arabi) è tutto ciò che serve per ottenere almeno il rilascio degli ostaggi con cittadinanza americana. Il Qatar esiste soltanto perché le varie amministrazioni americane hanno accettato il doppio gioco. Criticato perché ospita i leader di Hamas, il Qatar si è affrettato a dire che sono stati gli Stati Uniti a chiedere di portarli a Doha. Questo potrebbe essere vero: le amministrazioni americane sono capaci di danneggiare i propri interessi. Adesso però Washington deve chiedere al Qatar di espellere i capi di Hamas o, meglio ancora, di estradarli negli Stati Uniti affinché siano processati per l’omicidio di americani (il 7 ottobre Hamas ha ucciso almeno 32 cittadini statunitensi). Washington probabilmente non farà nulla di tutto ciò. Non possiamo aspettarci niente nemmeno dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che è responsabile di aver permesso al Qatar, negli ultimi dieci anni, di inviare 1,5 miliardi di dollari ad Hamas. Le famiglie degli ostaggi possono però scatenare l’inferno nei media e nella politica. Il Qatar è incredibilmente sensibile quando viene denunciato in qualità di sponsor del terrorismo. Il Qatar sa che cosa significherebbe essere definito per quello che è: verrebbe cancellato dalla mappa. Sostiene Hamas, ma non si suiciderà per questo. Mostrare al Qatar dove lo sta portando questo sostegno porterà al rilascio degli ostaggi, perché Doha è l’unica ancora di salvezza di Hamas e pertanto Hamas farà la volontà del Qatar.
Di Yigal Carmon, presidente del Middle East Media Research Institute ed ex consigliere dell’antiterrorismo per due primi ministri israeliani