Zoff è stato poco in panchina, eppure prima dei mondiali del Messico del 1970 perse il posto di titolare a favore di Ricky Albertosi, allora al Cagliari, per via della sciagurata amichevole in Spagna, pareggiata 2 a 2 dopo essere stati in vantaggio 2 a 0. Non si capì il perché, lo infilò due volte un suo difensore, Salvadore Sandro. Ad ogni modo quel magico mondiale, vivificato dopo il consueto girone iniziale disastroso dalle vittorie du Messico e – soprattutto –Germania nella “partita del secolo”, dette il destro al grande Giorgio Gaber per comporre una canzoncina sulle mosse di una samba lenta, che inanellava i nomi dei calciatori - Domenghini e Mazzola … Boninsegna … De Sisti … Riva … - fino a citare coloro che, come Rivera, facevano panchina “con Zoff”.
Beh, a quello m’è venuto da pensare nel continuare a ricevere spezzoni di moviola relativi alla tiratina di capelli del fu prode Prodi. Al di là della tiratina, se c’era o meno, del negare pure di fronte all’evidenza come si fa in area di rigore, a me sembrava “’na strunzata”, sempre per scomodare quelli del mitico e ormai andato “Drive In” berlusconiano.
In effetti in quella manciata di secondi s’era consumata l’ennesima rottamazione di un grande vecchio della politica: Fassino fra “balocchi e profumi” nel Duty Free Shop aeroportuale, e ora Prodi per vanità.
Dall’altra parte ci ha pensato il destino portandosi via Silvio quando stava per diventare il vero grande problema per l’alleanza di centro-destra, col suo endemico non voler accettare di non costituire il partito più forte della maggioranza, incapace a giocare da mediano.
Vada quindi in panchina, il Mortadella, ch’è meglio. Con o senza cagnolino e giardinetti.
Elly, conquistato lo scettro del potere del PD, si sarà fregata le mani: svaniva il pericolo, ogni tanto resuscitato, di un nuovo ulivo. E per resuscitarlo l’unica era puntar su Prodi, che aveva battuto 2 volte il berlusca. È dura per certi pervicaci sostenitori di un centro-con-un-pizzico-di-sinistra accettare la realtà, ma come gli allenatori di calcio è bene non tornino nella squadra ove hanno vinto, la stessa regola vale in politica, specie se il tempo ha lasciato tracce impietose su viso, capelli, incedere, voce e persino capacità di discernimento.
Ho detto, di Prodi-Mortadella, che trattasi di fine per vanità, e mi spiego. Con la deriva assunta dal PD fra immigrati, LGBTQ+, alleanze con AVS e Potere al Popolo, con lo strascico fatto di Soumahoro, Salis, picchiatori da strada mascherati e incappucciati, ci voleva solo uno come Romano per alimentare la speranza di innestare una pianta d’ulivo nel roveto. Onestamente altri che siano credibili in questo ruolo, non ne vedo, la stagione di Renzi è finita.
Magari dimenticando che, con l’eliminazione delle tasse di successione e di quelle sulle donazioni da parte del “perfido berlusca”, pare che il Mortadella si sia affrettato a profittarne per aiutare i propri pargoli, che so’ piezz’ e’ core, si sa. Salvo poi reintrodurre i balzelli appena tornato al governo. Insomma, mica è fesso e i fatti suoi se li sa fare, alla faccia della solidarietà tanto sbandierata da chi ambisce a posti in certe liste elettorali
Il suo apparire e farsi intervistare qua e là, in quest’ultimo anno, è frutto di questa nostalgia per il potere, non certo in chiave di sostegno per Elly: troppo diversi l’ha fatti il destino. Sperava, ma non aveva fatto i conti con l’imperioso oste Chronos: il Tempo.
E allora quella voce impastata, quegli occhi che – nel rispondere – vagavano sugli astanti quasi a cercare sostegno, quell’irritarsi perché la domanda della retequattrista Lavinia Orefici non era concordata – e a risentirla con un filo di serenità non era manco troppo provocatoria – e non era quella che voleva, quella tiratina di capelli tanto simile a quella d’orecchi del maestro delle elementari dei suoi tempi, e anche dei miei, hanno dato alla Elly la prova che nessuno le darà fastidio. Resta Sala, ma col caos prodotto a Milano sta provvedendo da solo a farsi impallinare. Prodi poteva replicare il trito concetto della contestualizzazione delle frasi discusse o discutibili del Manifesto di Ventotene, senza perdere le staffe, inutile girarci su e “star con lui” senza se e senza ma.
Va da sé che analoga tranquillità ha pervaso la Presidente del Consiglio, per la quale solo una credibile proposta di grande centro con un po’ di sinistra, potrebbe far paura. Ma in atto non esiste.
Ora che l’elettore medio, quello con la testa sulle spalle, pragmatico e impietoso, ha capito che c’è qualcun altro da rottamare, per manifesta inadeguatezza secondo solo a Sleeping Joe Biden, a destra si sta più tranquilli.
In panchina... in panchina... con Zoff
Scritto da Carmelo Burgio
Politica
31 Marzo 2025
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