Venerdi 9 aprile 2021, una data che rimarrà segnata dall’infamia per l’amministrazione Tambellini così come quella del 7 dicembre 1941 lo è per il Giappone dopo l’attacco a Pearl Harbor.
Non usa mezzi termini il consigliere comunale della Lega Giovanni Minniti per condannare il blitz della polizia municipale al Bar Tessieri sanzionato con 400 euro di multa e la chiusura per 5 giorni per aver servito da mangiare e fatto accomodare due mamme, una bambina piccola e due ragazzi affetti da sindrome di down.
Mi chiedo, dice Minniti, quale possa essere lo stato d’animo di chi ha compiuto una azione del genere: la soddisfazione per aver contrastato efficacemente il diffondersi dell’epidemia sanzionando un pericoloso assembramento di persone sane o, piuttosto, la consapevolezza di aver applicato ottusamente le regole senza comprendere le circostanze del caso concreto ovvero le necessità fisiologiche dei bambini e il desiderio di mangiare qualcosa stando seduti ben distanziati da altre persone estranee al gruppo.
“Summum ius summa iniuria” dicevano i maestri del diritto romano il che vuol dire che l’applicazione rigorosa e rigida di una norma può diventare ingiustizia ed è spiacevole constatare, spiega Minniti, che né dalle parti di Palazzo Orsetti né da quelle di Piazzale San Donato conoscano quel principio di civiltà giuridica.
Non è difficile immaginare che gli agenti siano stati sollecitati ad essere inflessibili per consentire a qualcuno di dire che i controlli sono stati fatti, che l’amministrazione comunale ha dato il suo contributo nella lotta contro gli assembramenti, che la linea della tolleranza zero contro chi sgarra ha funzionato per cui, attacca Minniti, la responsabilità politica per l’incresciosa vicenda del Bar Tessieri è da imputare all’assessore alla polizia municipale e al sindaco che non sono stati capaci di dare le giuste direttive orientate al buonsenso ai fini del corretto svolgimento delle attività di controllo. E il buonsenso avrebbe suggerito che, nella fattispecie, le cinque persone sedute al bar non rappresentavano certo un pericolo concreto dal momento che, è facile prevedere, nessuno ci rimetterà la salute. Semmai il danno è stato procurato, da un lato, al proprietario del bar - con i 400 euro di sanzione e i 5 giorni di chiusura con relativi mancati incassi che aggraveranno la sofferenza di una attività che come tutte le altre imprese commerciali è messa a dura prova dalle ingiustificate restrizioni – e dall’altro ai bambini senz’altro impauriti dall’improvvido intervento dei solerti agenti che hanno identificato i presenti.
Chiedo, pertanto, a gran voce che non si dia seguito né al pagamento della sanzione né alla chiusura del bar. Se questo non è possibile è giusto che sindaco e assessore risarciscano i danni dell’ingiustizia e chiedano scusa alle mamme, ai bambini e al proprietario del bar conclude Minniti.