Francesco Raspini ha agito magistralmente, senza cattiveria, ma sapendo già dove si sarebbe andati a parare. Del resto e come ha detto il comandante della polizia municipale, il sindaco era già stato informato il 7 febbraio del risultato dei due sopralluoghi alla piscina di Gianmarco mancini a Vecoli, ma Pardini ha sempre evitato di rilasciare dichiarazioni in merito, probabilmente, nella speranza che il tempo guarisse tutte le ferite. Peccato che, al contrario, così non è stato e la figura che ha rimediato questa mattina tentando di aggrapparsi sugli specchi per giustificare la sua inattività verbale e non solo, va ad aggiungersi a quelle della nomina di Sistema Ambiente, di Luciano Luciani e di qualche altra.
Nemmeno l'evidenza ha scalfito il sindaco e i suoi palafrenieri tutti tesi a dimostrare che nessuno è colpevole prima della condanna definitiva come se la violazione di Mancini fosse solamente una questione penale e non, anche, oggettivamente, politica e amministrativa. Avere una piscina abusiva in un luogo paesaggisticamente vincolato per 25 anni e costruirci intorno anche una pavimentazione non può andare d'accordo con la presidenza di un'azienda come la Geal se non altro per una questione etica e di forma. Vero che la forma, spesso, non coincide con la sostanza, ma in questo caso pare proprio di sì.
"Io - ha spiegato Pardini - ho preferito mantenere il silenzio su questa vicenda proprio perché, come del resto abbiamo appreso, ci sono più persone coinvolte e c'è una inchiesta della magistratura. Quindi, intervenire sarebbe stata, a mio avviso, una invasione di campo anche perché la magistratura deve essere libera di indagare e di valutare senza alcuna intromissione esterna. Oggi abbiamo appreso che i fatti stanno in un certo modo e ne prendiamo atto, ma non ritengo che questo sia sufficiente per rimuovere Mancini dal suo incarico".
Armando Pasquinelli, capogruppo della Lega in consiglio comunale nonché avvocato personale e difensore di Mancini: bell'esempio di imparzialità politica.
A nostro avviso e noi pensiamo di conoscere bene Pardini, se fosse stato per lui Mancini sarebbe già un ex. In realtà si trova e qui ha ragione la Sinistra, 'ostaggio' di alcune forze politiche che una volta azzannato l'osso (del potere) non hanno alcuna intenzione di mollarlo.
Ha parlato, ci dicono, anche Lido Fava: meglio che non lo abbiamo ascoltato, altrimenti non gliene avremmo di sicuro risparmiate. Il fatto è che la gente dimentica che, a volte, stare zitti è meglio che aprire la bocca, soprattutto quando si ha ben poco da dire.
Se questa è l'aria nuova che si respira a palazzo dei Bradipi, beh, allora, indossiamo nuovamente tutti le mascherine perché al peggio non c'è mai fine.