“Migliorare la qualità della vita in aree fortemente urbanizzate, cresciute velocemente e con servizi insufficienti, è una delle sfide più importanti per chi amministra una città oggi. Sant'Anna in questo senso può essere un laboratorio, in quanto ha subito nel corso dei decenni la trasformazione da borgo semi rurale a quartiere di 10 mila abitanti: da solo ha una popolazione più grande di buona parte dei comuni della nostra provincia”. E’ quanto sostiene Gabriele Olivati, consigliere comunale di Lucca per il gruppo "Lucca Civica".
“L'amministrazione di Alessandro Tambellini ha cominciato a progettare e investire anni fa, partendo da ciò che mancava: spazi pubblici, viabilità ciclopedonale e luoghi di aggregazione. Il percorso non sarà breve e servono investimenti, idee e suggerimenti costruttivi per migliorare e rendere sicura la situazione di in un'area già pesantemente edificata. Peccato che dall'opposizione arrivino polemiche strumentali che fanno finta di non vedere, oltre agli investimenti in corso per milioni di euro, l'installazione di telecamere, il nuovo servizio di spazzamento, maggiori controlli sugli abbandoni di rifiuti e l'inclusione del quartiere nel servizio di Polizia di Prossimità. Nemmeno un mea culpa, però, sulla pesante cementificazione causata dal centrodestra negli anni 2000”.
“Ci sono tutti i presupposti, invece, per far sì che gli interventi dei PIU siano solo l'inizio di un ulteriore salto di qualità. L'apertura di viale Luporini e la riapertura in via Catalani offrono ad esempio la possibilità di alleviare il traffico in altre strade residenziali, come via vecchi Pardini. Anche se per liberare definitivamente i centri abitati serve il completamento di grossi interventi regionali o statali, come il raddoppio ferroviario e il nuovo ponte sul Serchio. Qualsiasi intervento non può prescindere infine da un fondamentale obiettivo politico: rafforzare il senso di comunità e innestare un circolo virtuoso che rompa la tendenza all'individualismo e alla mancanza di fiducia reciproca. Non è possibile e nemmeno auspicabile promettere un occhiuto controllo delle autorità su ogni angolo della città”.
Olivati conclude con la sua ricetta: “Più controlli, realizzazione di spazi pubblici belli e funzionali, corsie sicure per i ciclisti e accessibilità universale per i pedoni devono essere pensati nell'ottica di contrastare gradualmente la tendenza all'isolamento dei cittadini, che produce senso di insicurezza e fa mancare il presidio più importante, quello delle persone. Gruppi storici, associazioni di volontariato, attività culturali, sono già presenti diffusamente su tutto il territorio: le persone hanno voglia di conoscersi e stare assieme. Dobbiamo dare loro la possibilità di farlo meglio, e in sicurezza, e allora nessun quartiere sarà "periferia".