Il segretario del circolo centro storico del Pd, Roberto Panchieri, risponde a Remo Santini sulla questione manifattura.
"Tagetik può entrare in manifattura a tre condizioni: il pieno rispetto della legalità, un processo partecipativo che porti a progetti condivisi e la proprietà pubblica dell'intero complesso. La domanda è la seguente: Santini vuole veramente Tagetik alla manifattura, o ha in mente qualche altra soluzione?" scrive in una nota.
"Non mancano i contenitori ad hoc appena fuori dalle mura della città - continua - quanto ai tre argomenti citati faccio presente non vi è stata alcuna forzatura della legalità, il processo partecipativo è stato garantito dal consiglio comunale, cioè la sede deputata per discutere con metodo democratico tutto ciò che attiene gli interessi della città".
"Personalmente ritengo che l'iter della legge regionale sul processo partecipativo non si attagli al tema in discussione - va avanti - secondo Santini, la proprietà deve rimanere pubblica ma il comune non ha i soldi per ristrutturare e rigenerare l'edificio se non rinunciando per molti anni a fornire ai cittadini più deboli e bisognosi i servizi essenziali. Ci può spiegare il consiglliere dove troverebbe le risorse? Quali sono le realtà imprenditoriali interessate all'operazione e altre a cui non vendere ma dare in concessione l'edificio per alcune decine di anni?"
"E poi la proposta di dare in concessione per decine di anni ai privati per garantirne la redditività dell'impresa. A quale criterio di "interesse pubblico" si iscriverebbe, anche se Santini non ce lo dice, toccherebbe al comune ristrutturare l'edificio? Dopo la presunta vittoria qualcuno dei "vincitori" ha brindato u un bellissimo terrazzo di uno splendido edificio della città. Si è trattato di un gesto molto grav ed offensivo per tutta la comunità che descrive bene il clima di faziosità apportato da alcuni esponenti di alcuni comitati per niente spontanei".
"Nei mesi scorsi è stato artificiosamente creato un clima di vera e propria guerra civile delle parole che ha aperto una ferita profonda nella politica lucchese, difficile da rimarginare - conclude Pnchieri - adesso l'obiettivo politico, come si evince da quello che dice Santini è chiaro: bloccare qualsiasi tipo di possibilità di ripresa del dialogo su basi diverse tra amministrazione comunale e Cssa di Riparmio".
"Per fare questo si è disposti a trasferire la guerra anche dentro la dirigenza della fondazione.Ma a volte le cose vanno in maniera diversa da come si sperava e si spera. Potrebbe persino accadere che, nel nome dell'interesse esclusivo della comunità, comune e fondazione possono trovare l'intesa su un processo di avanzamento intorno a un progetto unitario concordato. Alcuni ostacoli sono già stati superati, altri lo saranno presto, perchè senza il contributo della fondazione per i grandi interventi non si va da nessuna parte.. Nessuno, nemmeno Santini, può pensare di vincere e di governare".