Papa Francesco sarebbe uscito allo scoperto, se tale è essere stato tradito da uno dei suoi dipendenti vescovi o cardinali che ha messo sulla pubblica piazza una sua esternazione che oggi può definirsi omofoba. Per cui diciamo che è stato lasciato allo scoperto, facendo conoscere a tutti che, sostanzialmente, non gradirebbe gay in seminario atteso che sono più sensibili alle lusinghe della carne.
A mio avviso la maggiore o minore sensibilità a tali sollecitazioni non dipende dall’inclinazione sessuale, omo o etero-sessuale, ma se il papa la pensa così, il mio parere rimane del tutto irrilevante. Ha sicuramente dati statistici e esperienza da vendere. E non gli è sfuggito che, nei casi finiti sui media, anche se si parlava di pedofilia di alcuni religiosi evitando di precisare il sesso delle vittime, queste erano pressoché sempre maschi.
Resta comunque il fatto che – oltre ad aver espresso un’idea decisamente in controtendenza – ha utilizzato proprio quelle definizioni che da anni si cerca di proscrivere, ritenute insultanti e criminalizzate, cui si preferisce un acronimo, in continua evoluzione, credo oggi giunto a “LGBTQ+”.
Un “Off Record” epocale che, concettualmente, è assai più netto e pesante dei sottili distinguo del generale Vannacci, imperniate sulla corretta definizione di “normalità”. Netto in quanto mai il generale più famoso d’Italia aveva parlato di escludere da qualsivoglia ambiente, men che meno il militare, gli omosessuali. Pesante atteso che la valenza di un’affermazione del citato neo-candidato leghista non potrà assolutamente mai paragonarsi a una del sommo pontefice.
Esplosiva, direi, in quanto – con buona pace di una parte dei cronisti “Vannacci’s headhunters” – nessun soldato gay, donna, o di colore si è mai presentato per riscuotere la taglia con la prova che il generale abbia utilizzato nel corso della lunga carriera frasi ispirate a becero dileggio nei loro confronti. E la cosa dovrebbe far pensare, ancorché possa essere comprensibile che gli ingranaggi cerebrali facciano fatica a girare se impastati di segatura.
Un “Off Record” che, una volta di più, esprime tutto il conflitto interno alla Chiesa, e il dissenso verso un papa che vede accrescere la folla contestatrice in porpora e scarlatto, desiderosa magari di un’abdicazione.
Ora si scatenerà una parte della sinistra, ovviamente, quella che cattolica non è, professa un ateismo sostanziale, e va a caccia di consensi fra le tante minoranze rumorose. Non può mancare l’appuntamento con un dire volgare e aggressivo verso un’importante frangia del proprio elettorato. Mi piacerebbe, per tutti, sentire l’on. Zan, il cui disegno di legge avrebbe permesso d’incriminare il papa, ove avesse proferito queste frasi in Italia. Da come si scaglia contro chi lui ha deciso che la pensi diversamente, è piuttosto energico e impietoso. Interessante anche sentire il parere della Berlinguer, di Sommi e di tanti altri. Se dovevano vivisezionare i discorsi altrui per trovare un appiglio per arzigogolare una critica, qui il pastrocchio-papocchio è bell’e servito in chiaro, senza problemi d’interpretazione. Frasi come quelle di Francesco non possono essere rimodellate dialetticamente.
Contestualmente un’altra parte della sinistra, cattolica, erede di una parte della Dc, non vorrà sentirne di attacchi a Sua Santità. Insomma, le indicazioni del papa produrranno altra frattura, ad un’entità politica politraumatizzata di suo dall’aver voluto assemblare realtà politiche piuttosto diverse e dal logoramento da potere perduto, per rifarsi a celebre boutade del divo Giulio Andreotti.
E che dire di chi è gay, ma ha sincera fede e devozione, e ritiene in perfetta buona fede che la vita ecclesiastica si attagli al proprio modo di concepire il mondo? Come può accettare di sentirsi etichettare come un pervertito comunque, che alla prima tentazione cadrà in peccato, arrecando scandalo alla Chiesa?
Ultima considerazione, infine, è connaturata a tutti i “fuori onda” carpiti fraudolentemente. Ove la frase fatta filtrare da qualche acerrimo nemico del pontefice fosse vera, atteso che è in contro-tendenza con quanto esplicitato ufficialmente, siamo sicuri che altri messaggi formulati, e non contraddetti da indiscrezioni, costituiscano realmente il papa-pensiero? È possibile che siano mancati altri “fuori onda” che dimostrino quanto a volte anche l’unico monarca assoluto europeo abbia dovuto mascherare le proprie reali opinioni?
Credo che tale aspetto sia il più pericoloso per la credibilità del papa e del suo messaggio. Il peso e la valenza delle parole del pontefice sono tali che gli si possa perdonare di agire e pensare in modo divergente? Soprattutto sono tali che lui se lo possa perdonare?
Chi lo ha attaccato – tornando alle perifrasi calcistiche a me care – stavolta è proprio entrato da dietro.