Anno XI 
Giovedì 24 Ottobre 2024
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da Redazione
Politica
27 Marzo 2020

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"L'azienda Cisa di Mugnano (parte di Faper Group di Fabio Perini) specializzata nella produzione di centrali di sterilizzazione per strumenti chirurgici, ha inventato e proposto  una soluzione per far fronte all'emergenza mascherine protettive monouso, attraverso il loro riuso. E' in attesa di validazione da parte dell'Istituto superiore di sanità, anche se sembra non servirebbe un'autorizzazione specifica: si faccia presto da Roma a dare l'ok, invece di tergiversare". Lo sottolinea il gruppo consiliare della lista civica SìAmoLucca in una nota nella quale precisa che, in questa situazione emergenziale e grazie a questa novità, tutto potrebbe dipendere dall'autorizzazione dei singoli responsabili ospedalieri  e/o delle ditte appaltatrici della sterilizzazione dentro gli ospedali.

"Ogni nosocomio infatti potrebbe così provvedere in modo autonomo al riuso delle mascherine stesse che verrebbero riconsegnate in forma personalizzata allo stesso operatore, una volta rigenerate e ottenuto l'abbattimento/inattivazione della carica virale - commenta il gruppo consiliare - . L'idea a noi piace, perché consentirebbe a tutti gli operatori, e non solo a quelli ad alto rischio, di poter lavorare con strumenti di sicurezza, che attualmente non è possibile reperire per tutti. Vogliamo anche precisare che, in questo momento di catastrofe biologica, siamo in uno stato di necessità del riuso senza nulla togliere al monouso, che non deve mai perdere il suo ruolo principale. L'operazione proposta dalla Cisa spa consentirebbe di lasciare il monouso a quei reparti dove la diffusione dei droplets (goccioline aeree ) è altissima, come le unità di terapia Subintensiva e Terapia Intensiva". 

"La proposta è ammirevole, in quanto si tratta di un'azienda italiana e per di più lucchese - conclude SìAmoLucca  - che ha mostrato estrema sensibilità  a cercare di risolvere una importantissima criticità dell'emergenza  coronavirus e  mantenere al tempo stesso sicurezza all'operatore. Tocca ora anche alla politica nazionale stimolare quanto prima la realizzazione di quanto proposto, che richiederebbe soltanto "tre ore di lavoro professionale" per aggiornare un'autoclave di cui gli ospedali italiani sono tutti dotati. Proprio in questo caso dunque la politica può fare la differenza per stimolare le Amministrazioni locali e le Istituzioni nazionali anche eventualmente con una legiferazione d'urgenza se necessaria".

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