Secondo alcune indiscrezioni nei prossimi giorni verrà inaugurato il centro diurno per immigrati in via Brunero Paoli nel centro storico. Qui, fino a qualche tempo fa e prima che intervenisse la decisione dell'amministrazione comunale di sostituirli, c'erano i cosiddetti cessi alla turca tanto di moda nelle scuole vintage del centro storico e a S. Marco.
Il centro diurno è a disposizione degli immigrati che ci vanno a lavarsi. "C'era un solo servizio igienico - ci racconta una testimone... oculare - alla turca appunto. Ne hanno fatti tre normali, oltre a una zona lavanderia. Ma intendiamoci, è cosa buona e giusta. Come dice il saggio, siamo tutti di ciccia e sangue, il colore e la provenienza sono dettati dal caso. Ottimo adeguare i servizi per chi ha bisogno. Del resto, se permetti ad uno straniero di entrare lo devi, poi, aiutare, integrare, educare. Altrimenti viene assoldato dalla criminalità. E' una cosa scontata. Ma quando diventa solo spot elettorale, allora, sale la rabbia. Se non sbaglio all'ospedale ci sono studenti che fanno lezione nei container, magari sarebbe cosa buona e giusta anche trovare una scuola dove non ci piove dentro".
Oppure, trovare i soldi per fare dei cessi normali anche per dei bambini che, spesso, per non cacare e perdonateci il francesismo, se la tengono fino a casa perché non riescono ad usare con facilità i cessi alla turca. Ci piacerebbe sapere cosa pensa la dirigente della scuola Pascoli, che abbiamo inutilmente atteso al telefono per dieci minuti senza ricevere risposta e senza che si sia degnata di richiamarci. A differenza, invece, di un collaboratore dell'istituto comprensivo della scuola Martini a S. Marco che ringraziamo per averci spiegato quello che tutti pensano, ma che nessuno, per la solita ipocrisia-vigliaccheria,paura delle conseguenze ha il coraggio di denunciare.
Provate a domandare, caro Tambellini, cara Vietina e caro Marchini, se invece di pensare a ristrutturare quella schifezza della ex manifattura tabacchi, Coima può studiare un progetto per far defecare al meglio i nostri pardon, i vostri figli.