La prima cosa che ho visto ieri sera appena ho varcato Porta Elisa è stato un gruppo di persone con le insegne della protesta di sinistra, però senza “bella ciao”: non contestavano il contenuto di un libro, bensì il suo autore, a cui minacciavano una fine nefasta, immediata e violenta.
L’autore è il generale Vannacci, invitato a Lucca per parlare, a chi ne avesse interesse, del suo libro “Il mondo al contrario”, che, avendolo letto, ho trovato pieno di considerazioni condivise dalla maggioranza degli italiani ma comprensibilmente urticanti per la minoranza di sinistra: vi si intrattiene per 370 pagine, che sono davvero tante, ma con un italiano accattivante che aiuta ad arrivare in fondo al libro.
Anche la sua postura di ieri sera è stata accattivante: un uomo gradevole, come gradevole e tranquilla è stata l’attenzione con cui le centinaia di presenti hanno ascoltato le domande di Grandi e poi degli spettatori e le risposte di Vannacci.
Non c’è verso: per épater le bourgeois ormai ci vuol ben altro che il libro di Vannacci o le proteste di piazza.
Il direttore Grandi si incavola con la sua collega della Nazione che, unica, ha lasciato la sala un po' piccata nella sua giovane esuberanza perché non otteneva le risposte che voleva lei.
Ma inquieta di più l’articolo odierno della Nazione che prende spunto dall’incontro, di cui pare importargli molto poco, per fare la cronaca della sua contestazione, che è invece l’oggetto dell’articolo: non mi pare che, questa volta, abbia fatto cronaca coerente col titolo.
Tanto più che il 2 settembre scorso aveva dedicato mezza paginata alla contestazione del libro con i consueti toni violenti e apocalittici da parte della sinistra lucchese.
Sospetto che costoro il libro non lo abbiano letto, si attengono, come da secolare abitudine, alla tecnica della demonizzazione a priori, non sostenuta da fatti concreti, l’insulto per l’insulto, l’allarme per l’allarme.
Sindaco e giunta, chiamati in causa, non hanno reagito: brusio di mosche alle loro orecchie, ma La Nazione ha offerto la cassa di risonanza senza sentire il bisogno di chiedere e pubblicare le idee della controparte.
Vedremo nel prossimo futuro se sia il segnale di una nuova linea editoriale che distacca il giornale principale della Toscana dalle posizioni di equidistanza facendogli scegliere uno schieramento a danno di un altro: ne prenderemo debito conto.
Quanto al Tirreno, l’altro giornale toscano, è schierato da tempo con l’onestà di non nasconderlo; ma la rarefazione delle sue vendite ne fa un giocatore sempre più marginale.
Quanto ai manifestanti lucchesi vorrei rassicurarli: non preoccupatevi, continuate a manifestare, ci pensiamo noi a difendervi, a preservare le libertà comuni che abbiamo ereditato dai nostri nonni e dai nostri padri, sgombrate dal fascismo e dal comunismo: le due piaghe che hanno afflitto l’umanità, anche se il Comunismo ha fatto danni molto più a lungo e tuttora ne combina di cotte e di crude, là dove non ci siamo noi a fare la guardia. Sgombrate anche dall’islamismo oscuro e oppressivo: questo in nome nientemeno che di Dio, quello in nome del sole dell’avvenire.
Vorrei vedervi manifestare a Hong Kong dove fareste la fine dei due mila ragazzi scomparsi per aver protestato senza minacciare di morte nessuno, oppure a Pyong Yang, o ancora a Cuba, o in Iran, magari senza velo o col velo indossato “in modo improprio”.
Ragazzi, contestate pure, ma tenetevi stretto il nostro modello di vita, che vi permette di farlo; noi sopportiamo i vostri insulti, le vostre provocazioni, le vostre minacce. Ma toglietevi dalla testa di riuscire a farci perdere questa libertà che sembrate non vedere l’ora di togliere a chiunque non la pensi come voi. Bella ciao la cantiamo noi perché temiamo che sareste voi “l’invasor”: potendolo!