Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento di Legambiente Capannori sul progetto degli assi viari a firma di Maria Cristina Nanni, una opinione condivisibile per tutta una serie di motivi:
Il progetto Anas dell'asse Nord-Sud (quello Est - Ovest è praticamente scomparso, vanificando di fatto l'intero progetto!) è preistorico, inadeguato, insostenibile ed anche vano. Questo prevede viadotti estranei al contesto, offensivi per il paesaggio, difeso invece dall'articolo 9 della Costituzione.
Un progetto autoritario e anti-democratico: sono stati negati gli esiti dell'inchiesta pubblica, non è stato tenuto conto delle osservazioni del comune di Capannori e delle associazioni, né dei cittadini.
Proseguono gli espropri come se il progetto fosse di interesse nazionale, mentre pare non averne le caratteristiche. Non c’è stata interazione tra i portatori di interesse e il commissario; un progetto di tale entità avrebbe meritato un confronto autentico con la popolazione.
L'asse, che insisterebbe su un'area delicata come quella del Paleo Serchio, metterebbe a rischio una zona tutelata da vincoli ambientali come quella dei laghetti di Lammari, dai quali si discosta di pochi metri.
La proposta di compensazione consiste nella messa a dimora di qualche albero, azione risibile rispetto all’impatto dell’opera e a quello del cantiere, che durerebbe diversi anni (come gestire efficacemente i flussi in questo lungo periodo?).
Il consumo di suolo e la cementificazione non permettono la normale ricarica delle acque di falda convogliando troppo rapidamente quelle superficiali verso il mare, o di farla evaporare troppo velocemente.
Oltre a ciò è prevista la tombatura dei pozzi artesiani che attualmente consentono l'approvvigionamento idrico centinaia di famiglie non servite dall'acquedotto, che dovrebbero arrangiarsi con autobotti. Non sembra essere una soluzione sostenibile, dato che per la prima volta nella storia ci troviamo nel secondo anno consecutivo di un’emergenza idrica.
Il famoso paradosso del matematico Braess, in aggiunta, dimostra che l'apertura di una nuova strada in una rete stradale non implica un miglioramento del traffico, anzi in determinate circostanze può provocare un aumento del tempo medio di percorrenza.
Occorre progettare una mobilità sostenibile, cambiare intelligentemente il trasporto delle merci da gomma a ferrovia, come l’Europa indica chiaramente. La mobilità sostenibile non è un miraggio avveniristico, è ciò che porta avanti l’Europa, e passa dal raddoppio della ferrovia, dalle metropolitane di superficie, dall'incremento del trasporto pubblico, da una seria pianificazione.
Ricordando che importanti aziende del territorio si sono mosse in questo senso, già funzionano gli scali merci (Frizzone e Castelnuovo Garfagnana) e col raddoppio della ferrovia, necessitano di ampliamenti e ammodernamenti.
Questo progetto non ha bisogno di “piccoli aggiustamenti”, ma di essere riposto in un cassetto, come storia di una follia scampata.
La tutela dell'acqua, dell'aria, del suolo e della biosfera deve essere la guida degli amministratori lungimiranti che hanno per davvero a cuore il bene della comunità di oggi e di domani.
Entro il 22 di marzo Enti, associazioni e singoli cittadini sono invitati ad inviare nuovamente le osservazioni, con la speranza di essere ascoltati.