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"Tutte le morti sono dovute ad una situazione progressiva di acidità organica"
(Dr. Cee W. Crile M.D.)
Lo sapevi che le reazioni del nostro corpo, di fronte ad un'ambiente acido o basico, possono cambiare?
La nostra alimentazione purtroppo oggi è caratterizzata da tantissimi cibi che portano acidità al nostro corpo, e non parlo solo dell'acidità che proviamo allo stomaco, ma l'acidità del sangue e dell'urine e del liquido delle cellule…
Negli esseri umani, il pH del sangue deve rimanere costante attorno a pH 7.35/7.45, altrimenti la malattia può sopraggiungere.
Cosi, come il pH dei liquidi del corpo, i quali, per mantenere la buona salute, devono rimanere tutti leggermente basici, a parte l’acido cloridrico dello stomaco e la prima urina della mattina. Quando il ph si sposta verso l'acidità si dà origine alle malattie di cui soffre l'essere umano in questo momento. Pertanto, correggere questo pH organico è la soluzione alla maggior parte delle sofferenze organiche.
Voglio ricordare anche che la vecchiaia è il risultato anche della perdita cronica di bicarbonati nel sangue e del continuo aumento delle intossicazioni che producono infiammazioni e quindi fenomeni di acidosi locale e/o corporea.
La nostra dieta, in media, ha un pH inferiore a 7 (acido).
Immaginiamo ad esempio il seguente piatto: una bella fiorentina o un petto di pollo, accompagnati da riso o pasta, fagioli, e magari un dolce con la panna ed il caffè, per non parlare di chi conclude il pasto con un amaro o una coca cola per digerire meglio!!!
Ecco questo è una stile alimentare con un pH compreso tra 3,5 e 4 circa; quindi acido.
Tutti i nostri organi, attraverso i quali passa quel cibo prima di raggiungere l'intestino, dalla bocca, dall'esofago, dallo stomaco e dal pancreas, hanno il compito di alcalinizzarlo, in modo che gli acidi non raggiungano l'intestino tenue.
Mangiando qualcosa di acido, come l’esempio fatto sopra, mettiamo i nostri organi a lavorare intensamente per neutralizzare quell'acidità, poiché la loro missione è proteggere a tutti i costi l'intestino tenue, affinché quel carico acido non arrivi lì.
Abbiamo messo il nostro organismo ai lavori forzati!!!
Per questo poi non si dorme bene e alla mattina (fateci caso d'ora in avanti) al risveglio si fa fatica a muovere le dita della mano, a girare i polsi e così con tutte le giunture del nostro corpo.
Ma l'intorpidimento della mano è uno dei segnali che vi indica che c'è acidosi nel vostro organismo.
Una punta di bicarbonato di sodio e qualche giorno a cibi alcalini e vi sentirete immediatamente meglio.
I danni da acidosi
Il primo grande disagio avviene nel sangue, che diventa denso e viscoso, caratterizzato da globuli rossi aggregati che non riescono a fare al meglio il loro compito, come trasportare ossigeno e nutrienti alle cellule. Inoltre questo non permette ai fagociti di fagocitare batteri perché non riescono a "passare" tra i globuli rossi aggregati.
Il pH di qualsiasi elemento dell'organismo deve essere in equilibrio: pena, il cattivo funzionamento fisiologico fino ad arrivare addirittura alla morte.
Lo stomaco e il pancreas producono enormi quantità di bicarbonato di sodio per alcalinizzare questo alimento pesante e acido.
Sfortunatamente, il prodotto di scarto dello stomaco dopo aver prodotto così tanto bicarbonato di sodio sarà l’acido cloridrico. Poiché nel nostro stomaco c'è un eccesso di questo acido, le conseguenze saranno acidità, reflusso e bruciore di stomaco (un male tanto patito ad oggi)
Quando avvertiamo questi disagi, invece di ascoltare il campanello d'allarme del nostro corpo, facciamo quello che abbiamo imparato: prendiamo dei farmaci per neutralizzare l'acidità (come l'alka-selter o gaviscon…).
Non è forse vero?
Vale la pena notare che non è un caso che questi tipi di farmaci siano quelli in cima alla lista dei best seller in tutte le farmacie. E se siamo curiosi di leggere da cosa sono fatte la maggior parte di queste pillole o polveri “miracolose”, vedremo che si tratta di bicarbonato di sodio e/o sali minerali.
Ma questa, purtroppo, non è la soluzione.
Non possiamo giocare con il corpo dandogli acido nel cibo e alcalinità nei farmaci!!!
…ma il corpo si dà sempre da fare per mantenere l’omeostasi.
Quando il livello di tossine nel corpo raggiunge il massimo tollerabile, l'organismo inizia una pulizia naturale attraverso quello che noi chiamiamo sintomi o influenze
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Diarrea
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Mal di testa
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Raffreddore
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Eruzioni cutanee
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Ascesso
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Febbre varia
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Aumento dei muchi corporei
E anche a livello emozionale l'acidosi dà vita ad emozioni acide come:
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Diffidenza
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Acidità
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Irritabilità
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Aggressività
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Stanchezza
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Pesantezza
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Sonnolenza
Quando immettiamo troppi acidi, l'organismo non riesce più a correggere questa condizione con le cosiddette crisi di guarigione e dopo molti anni, se una persona non cambia le sue abitudini, soprattutto alimentari, verrà a crearsi un malattia cronica in grado di durare per anni.
Questo lo possiamo vedere conoscendo le 7 fasi dell’acidosi di cui vi parlerò la prossima volta.
Quando c'è troppo acido, il corpo nella sua infinita saggezza produce più netturbini (globuli bianchi).
I globuli bianchi sono responsabili della pulizia dell’intera area in cui si trovano i globuli rossi. È davvero impressionante vederli aspirare batteri, lieviti, proteine non digerite, acidi, tossine, ecc.
Una volta che un globulo bianco è pieno di rifiuti, deposita tutto ciò che ha raccolto nel fluido linfatico in modo che tutti i rifiuti vengano eliminati attraverso il sudore e le feci. Per questo è molto importante prendersi cura del microbiota intestinale, poiché se viene danneggiato con una dieta acida, una delle cose che succede è che si l’intestino si infiamma e quindi viene bloccata una via di eliminazione molto importante, dando inizio a un ciclo di squilibrio che causerà poi il caos nella nostra salute.
L'organismo quindi fa veramente molta fatica a porre resistenza all'elevata quantità di acidi prodotti e si indebolisce, diventando suscettibile ai germi, al freddo, alla fatica o all'esaurimento nervoso.
Prendiamo consapevolezza che le malattie potrebbero essere la causa di un'acidosi in corso!
Queste malattie però potrebbero “scomparire” portando dei cambiamenti alimentari mangiando cibi alcalini come la verdura o la frutta matura e idratando il corpo con acqua pura, alcalina ricca di antiossidanti, come quella ottenuta con il Coral Mine e l'H-500 che portano l’acqua ad un ph di 8.5 – 9.5 .
Alimenti acidi che producano acidi durante la digestione come le carni:
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Bevande: quasi tutte le bevande gassate, acqua esclusa, tendono ad essere molto acide. I vari tipi di Cola, ad es. Hanno un ph che si aggira intorno al 2,4, mentre limonate e aranciate vanno da 2,9 a 3,2. Pensa che per neutralizzare gli acidi di una sola lattina di coca cola occorrono 42 bicchieri di acqua alcalina!!!
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Cereali: tutti i cereali, ad eccezione del MIGLIO, lasciano delle ceneri acide. Frumento (pane, pasta, pizza, crackers, grissini, focacce ecc.) ed avena sono i più acidi di tutti,
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Latticini: i latticini di vacca, i formaggi sono generatori di molta acidità ed andrebbero sostituiti con quelli di capra o di pecora.
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Carni: la digestione dei prodotti proteici (soprattutto la carne rossa accompagnata con il vino) crea una notevole quantità di acido urico. Il fegato di un animale carnivoro (ma non l'uomo) è in grado di trasformare l'acido urico causato dall'alimentazione in una sostanza più semplice: l'allantoina che viene espulsa con l'urina.
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Prodotti conservati: contengono acido citrico, acido ascorbico, acido cloridrico, tra cui prodotti conservati in scatola e tutti i succhi di frutta ed i vari tipi di "latte" derivati dai cereali o legumi come latte di soia, avena, riso, ecc
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Tutti gli alcool
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Farmaci
Alimenti basici che alcalinizzano l’ambiente quando li mangiamo
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Tutta la frutta matura
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Verdura di stagione matura
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Joghurt
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Cibi che abbondano in minerali come potassio, magnesio e calcio;
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Acqua con limone
Consapevoli di come gli acidi possono interferire nel nostro stato di salute occorre seguire uno stile alimentare equilibrato dove non deve essere eliminata per forza la carne o la pasta, ma insieme ad essa che acidifica, è importante associare un alimento alcalinizzante come la verdura.
Pasta al ragù, carne e fagioli, polpo e patate!!!
Bere acqua alcalina lontano dai pasti può aiutare veramente tanto tutto l’organismo ed in poco tempo raggiungere risultati di salute veramente ottimali.
Spero di avervi fatto riflettere abbastanza sulla causa dei vostri comuni sintomi e malattie e non perdetevi il prossimo articolo dove vi rivelerò le 7 fasi dell’acidosi
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Questo mese vi voglio parlare dell’allevamento a mano chiamato anche da imbecco o allo stecco per i pappagalli o comunque di qualsiasi altro uccellino. Ovviamente la tecnica cambia a seconda della tipologia di uccello.
Negli ultimi tempi un numero sempre maggiore di pappagalli è presente nelle abitazioni. Rispetto ai decenni scorsi, nei quali la maggior parte dei pappagalli era composta da animali prelevati in natura, ora la quasi totalità di essi proviene dagli allevamenti. Ultimamente sempre più persone desiderano avere uno o più pappagalli già domestici e quindi la pratica dell’allevamento a mano si è sempre più sviluppata.
Di pari passo anche le aziende del settore ornitologico hanno messo a punto pappe pronte per l’imbecco dei pulli di qualità sempre più elevata nonché tutta una serie di accessori per aiutare le persone nell’allevamento a mano del proprio pappagallo. Prima di iniziare faccio una piccola considerazione personale. Ritengo sia necessario per il benessere psicofisico del pappagallo allevare contemporaneamente almeno 2 soggetti , altrimenti si rischia di far legare troppo il
pappagallo alla specie umana e di conseguenza far si Chen on voglia avere a che fare con i membri della propria specie. Infatti nel caso in cui venga allevato singolarmente , è possibile con l’arrivo della maturità sessuale (differente per ogni pappagallo), sopratutto inizialmente, sia veramente difficoltoso gestire il vostro pet, troppo legato alla specie umana tanto da tentare con la persona preferita un impossibile accoppiamento e allo stesso tempo mostri alcuni
atteggiamenti aggressivi con gli altri membri della famiglia.
Innanzitutto prima di far entrare nella vostra famiglia un pappagallo da allevare a mano è necessario conoscere molto bene le caratteristiche della specie scelta fatevi consigliare da chi è più esperto di voi e non fatevi affascinare dai colori.
A questo punto, una volta scelta la specie e il luogo dove prenderlo e l’età corretta del pappagallo - appena impiumato - assicuratevi di avere il tempo necessario per imbeccare e coccolarlo dopo l’imbeccata, ricordando sempre che la vostra disponibilità in termini di tempo dovrà essere quasi totale in quanto sia durante il giorno che la notte in qualsiasi orario il pullo potrebbe richiamare la vostra attenzione per essere imbeccato.
Mi preme mettervi in allerta riguardo all’onestà di alcuni allevatori, infatti alcuni non ci penseranno due volte a darvi un pappagallo in cattive condizioni di salute, o con meno giorni di vita (= più difficoltà nello svezzamento) garantendovi però un prezzo più basso. Vi consiglio anche di chiedere all’allevatore di abituare il pappagallo alla siringa qualche giorno prima che voi lo prendiate. Prima che il pappagallo arrivi nella vostra abitazione, tutto dovrà già essere
predisposto. È quindi necessario:
– una camera calda con all’interno un termostato per tenere sempre sotto controllo la temperatura, una lampada per riscaldarlo ovviamente schermata per non infastidire il pullo, una piccola bacinella d’acqua per aumentare l’umidità in caso di necessità e pure una piccola ventola, che è utile per favorire il ricircolo dell’aria. Come fondo per la camera calda, del truciolo di faggio è la soluzione ideale o in alternativa 1/2 strati di scottex, che garantiscono una pulizia più efficace e una corretta valutazione delle feci.
- Delle siringhe senz’ago per imbeccare il vostro pappagallo. I primi giorni non saranno facili, ma in poco tempo il pappagallo capirà e la sporcizia intorno al becco si ridurrà notevolmente grazie alla sua collaborazione. Inoltre sono utili anche per misurare la quantità di pappa che il pappagallo ingerisce, che deve corrispondere a circa il 10% del suo peso ad ogni imbeccata. – la pappa da imbecco di buona qualità.
– un termometro per alimenti che servirà a misurare la temperatura della pappa (ricordo che la temperatura deve attestarsi tra i 37,5-38,5 °C, nè di più né di meno).
– scottex per pulire sia la sporcizia che rimane intorno al becco, sia la pappa che soprattutto le prime volte verrà inevitabilmente sparsa in piccole quantità anche sul tavolo.
– materiali per disinfettare la siringa utilizzata per le imbeccate. Dopo averla utilizzata un po’ di volte andrà comunque cambiata.
– bilancia da cucina, in grado di misurare precisamente anche il grammo in più o in meno.
A questo punto tutto è pronto per cominciare, prendiamo il pappagallo dal negozio o dall’allevamento e lo portiamo a casa. Scegliete un pappagallo che non sia ai primi giorni di vita, ma che abbia già diversi giorni in modo che i genitori si siano già occupati di lui per qualche settimana e che sia ricoperto già da una sorta di piumino.
Chiedete quindi se possibile al negoziante o all’allevatore di iniziare a fornire qualche giorno prima delle imbeccate con la siringa in modo che una volta giunti a casa il pappagallo sia già predisposto ad essere imbeccato. Inoltre se è la prima volta, come già detto in precedenza (ma è bene ribadirlo) chiedete di provare materialmente ad imbeccare in modo tale da non essere colti alla sprovvista quando capiterà effettivamente di farlo. Vi consiglio anche di affidarvi ad un veterinario aviare di fiducia o essere già pronti a chiamarne uno in caso di complicazioni con il pullo.
Detto ciò, una volta giunto a casa è necessario metterlo nella camera calda già predisposta con temperatura che può essere intorno ai 35 °C per i pulli non ancora completamente ricoperti di piumino, 28-31 °C per i pulli completamente ricoperti di piumino per poi ridurre ancora la temperatura intorno ai 24-28 °C quando sarà perlopiù ricoperto da piume.
Siamo giunti all’imbeccata. Riscaldate l’acqua e versatela sulla pappa che avrete già predisposto su una ciotolina. È necessario mescolare la pappa all’interno della ciotolina per eliminare eventuali grumi e attendere che la temperatura del composto sia intorno ai 37,5-38,5 °C come detto in precedenza. A questo punto aspirate la pappa con la siringa, eliminate eventuali bolle e con pazienza e tranquillità imbeccate il pappagallo.
Esso non dovrà venir imbeccato all’interno della camera calda che altrimenti verrebbe sporcata di cibo, ma in una ciotola adatta alle sue dimensioni o comunque sopra lo scottex appoggiato sopra un tavolo.
Prima di fare questa operazione è necessario pesare il pappagallo, cosicché sia possibile fornire il 10% del suo peso corporeo.
Qualora non sia ancora sazio potrete aumentare la quantità di pappa fornita fino ad un massimo del 15% del peso corporeo. Una volta finita l’operazione, il gozzo del pappagallo sarà pieno. Nel caso i lati del becco siano sporchi di pappa , pulire delicatamente con acqua e cotton fioc o scottex fino alla completa rimozione della stessa.
A questo punto bisognerà interagire con il vostro pappagallo per migliorare il feeling a meno che non abbia voglia di dormire (più piccoli sono è più tempo lo passano dormendo, un po’ come i neonati).
Sarà quindi necessario creare una sorta di tabella in modo da distribuire i pasti equamente nell’arco della giornata in relazione al suo periodo di vita (meno giorni ha e più frequenti saranno le imbeccate). Il pappagallo andrà pesato ogni mattina prima della prima imbeccata per sapere se c’è un aumento del suo peso (sintomo di buona salute).
Siamo arrivati al punto più critico dell’allevamento a mano, lo svezzamento. Quando le imbeccate giornaliere saranno diventate 3, è opportuno introdurre del cibo all’interno della camera calda.
Per esempio si possono utilizzare le spighe di panico, semi morbidi e facilmente digeribili che invoglieranno il pappagallo in fase di svezzamento a becchettarli.
Oltre ad essi, pure frutta e verdura a pezzettini sono ottimi alimenti per la dieta del vostro pappagallo, che se abituato sin da giovanissimo non avrà problemi ad accettare in futuro. Vi consiglio di introdurre anche gli estrusi.
Una volta che avrà iniziato a nutrirsi anche da solo e con l’inizio dei primi voli, sarà possibile inserirlo in una gabbia di dimensioni adatte.
Quando vi accorgerete che nel gozzo del pappagallo, tastandolo, oltre alla pappa saranno presenti anche dei semi o i pezzettini di frutta, significa che il pappagallo ha capito che quel cibo
è quello con il quale dovrà nutrirsi in futuro. Senza nessuna forzatura sarà quindi possibile passare a 2 imbeccate giornaliere.
Con il cambio di alimentazione, sarà possibile intravedere una leggera diminuzione del peso, cosa normalissima.
Per non preoccuparsi basterà guardare altri fattori per capire se un pappagallo non sta bene come per esempio l’inappetenza, la sonnolenza, feci liquide e di colore verdastro e respiro affannoso. In poco tempo il pappagallo sarà quasi completamente autonomo, ma comunque un’imbeccata serale male non farà; aspettate che sia lui a non volerla più piuttosto che toglierla voi arbitrariamente. In quest’ultimo caso il vostro rapporto potrebbe leggermente incrinarsi, cosa che non succederà se aspetterete che sia lui a non volerla più.
Io con i miei vecchietti ogni tanto anche usandolo come premio continuo a dargliela, può essere utile anche per dare delle medicine o delle vitamine indispensabili in alcuni periodo dell’anno per integrare l’alimentazione , che più attenta possibile non sarà mai come l’alimentazione naturale.
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