La presidente Luisa Colombini Gnutti è introvabile e non risponde al telefono. Al suo posto parla l'ultimo dei... mohicani ossia il consigliere di amministrazione rimasto, da solo, in carica e ci mette, personalmente, la faccia.
"La signora Colombini Gnutti è una persona un po' particolare - esordisce Matteo Benigni di fronte alla nostra osservazione sul fatto che, nonostante la promessa di contattarci 12 giorni fa, ancora non si è fatta viva - ma posso farmi io da portavoce".
Lei è l'ultimo dei mohicani nel senso che se ne sono andati tutti ed è rimasto solamente lei.
Esatto e spero, sinceramente, di restare fino alla fine.
E' lei che si è sempre occupato delle questioni amministrative della società?
Sì.
Ebbene, sono stati pagati gli stipendi allo staff tecnico, ai giocatori e al responsabile del settore giovanile?
Posso dire che entro questa settimana tutti i debiti verranno saldati.
Lo dice perché ha già i soldi o perché spera che arrivino?
Non ci sono ancora, ma la signora Gnutti è persona di parola e sono sicuro che entro la fine di questa settimana tutto sarà sistemato.
Sarà anche di parola, noi, a dire la verità, avevamo ricevuto la promessa che entro dieci giorni saremmo stati contattati per ascoltare la verità dalla voce della presidente, ma non solo non ci ha cagati di striscio, ma non ha risposto a decine di telefonate che abbiamo fatto.
Complessivamente il debito dovrebbe ammontare, per i mesi di novembre, dicembre e gennaio, a circa 50-60 mila euro versati i quali la società Basket Club Lucca si rimetterebbe in pari. Poi si tratterà di arrivare fino alla fine della stagione. Quel che accadrà, poi, nessuno lo sa. Intanto l'assenza della presidente all'ultima partita casalinga non è stata gradita e ha suscitato perplessità e qualche polemica.
L'avvocato e vicepresidente Florenzo Storelli ha rassegnato le dimissioni 15 giorni fa ed è, a tutti gli effetti, fuori dal giro e dal gioco. Matteo Benigni è l'unico che tiene le fila ed è in diretto contatto con Luisa Gnutti.
Noi attendiamo domenica, non molliamo l'osso anche perché ne va dell'immagine di una città che, francamente, ne ha già passate abbastanza per avere il bisogno di assistere ad un'altra débacle societaria.