Il più bel derby degli ultimi anni al Palamartini se lo aggiudica la Pantera per 3-2 contro una giovane e gagliarda Nottolini. Partita tosta per le azzurre che portano…
Una sfida che fa venire in mente i tempi gloriosi del volley lucchese, un po' più datato quello della Pantera, recentissimo invece quello della Nottolini delle gestioni Baroni e Gradi coincise con un' infinità di partecipazioni nella B nazionale
Arriva la prima sconfitta in campionato per le Spring, al termine di una partita che le ha viste sempre inseguire le avversarie. Nel secondo tempo riescono a ricucire lo svantaggio di 16 punti della prima parte della gara, ma la rimonta si ferma ad un possesso e viene vanificata dalla lotteria dei tiri liberi finali
Fischio di inizio e primo possesso per il BCL, è un inizio di partita molto guardingo, il primo canestro arriva dopo due minuti di gioco da un libero, firmato Simonetti, il secondo canestro arriva dopo altri due minuti
Torna di scena a Lucca la Fabo Herons Montecatini domani alle ore 18 ospitando Jesi, i termali hanno rischiato di dover traslocare per la squalifica del campo ma il ricorso è stato accettato in quanto non c'erano gli estremi per una punizione così severa
È stato un altro fine settimana di intensa attività per la Pugilistica Lucchese, impegnata in più trasferte tra sabato e domenica. La squadra lucchese guidata dai maestri Giulio Monselesan…
Partita insidiosa per le Spring, che solo nel secondo tempo riescono ad aver ragione delle giovani e veloci avversarie e mantengono l'imbattibilità con sei vittorie su sei incontri disputati
Una serie D mai così piena di emozioni per il volley lucchese con cinque squadre tutte motivate a raggiungere i loro obiettivi, chi più alti chi di valorizzazione per il loro vivaio. Poi i numerosi derby che fanno tirare fuori ad ogni giocatrice l' orgoglio affrontando il match con grande intensità agonistica ed emotiva
Dopo una partenza più che convincente (un pareggio e due vittorie consecutive) arriva la prima netta sconfitta per la squadra di serie A2 del Tennistavolo Lucca: nello scontro…
Continua il rinnovamento della Nottolini in vista del prossimo campionato di B1. È stata messa sotto contratto anche la massese Alessia Sgherza, 25 anni, alta 1,87. Una schiacciatrice dalla grande potenza offensiva che può attaccare dalla prima e dalla seconda linea assicurando fisicità ad una squadra che si propone con ambizione come dichiarato dai dirigenti Gradi e Bertini oltre che dal D.S. Oronzo Miccoli, grande protagonista di questo mercato estivo, avendolo elaborato sia in entrata, sia in uscita. Ma le novità non sono ancora finite perchè la società bianconera ha altri colpi in canna soprattutto per il reparto di attacco. Le bianconere sotto la guida di Stefano Capponi vogliono infatti continuare a recitare un ruolo di primo piano e per farlo sono pronte a puntellare la rosa in ogni reparto.
ALESSIA SGHERZA DA NORFOLK IN VIRGINIA A GARLASCO
"La mia tecnica si è molto evoluta negli ultimi due anni-dice la nuova banda s1 della Nottolini-perchè nonostante la mia altezza ero maggiormente predisposta a fare la banda ricevitrice. Tutto è cambiato quando l'allenatore Fred Chao due anni fa mi offrì una borsa di studio. Dopo aver accettato mi sono trasferita al Norfolk in Virginia, dedicandomi ad una selezione studio-sport e ad un master in scienze motorie. Ora schiaccio di prima linea senza problemi e nell'ultimo campionato statunitense abbiamo portato a termine la prima divisione, paragonata al campionato italiano si può definire una A1, in una tranquilla posizione di centro classifica."
GLI ULTIMI ANNI
Ci può riepilogare il suo cammino delle ultime stagioni?
"Ho sempre preferito giocare vicino casa e dopo una parentesi a Garlasco nella stagione 2018-19 ho giocato a La Spezia in B2, quindi le due stagioni in Virginia. Nel novembre dello scorso anno terminò il campionato e mi sono di nuovo trasferita in Italia accettando l'offerta di Garlasco perchè già conoscevo l'ambiente che mi rassicurava. A Garlasco in B1 abbiamo nell'ultima stagione terminato il campionato riuscendo nell'obbiettivo di salvare la categoria. Per cui nel 2021-22 ho terminato il campionato sia in Virginia che in B1 a Garlasco."
I suoi rapporti con l'A2?
"Sono stata nella rosa del San Giovanni in Marignano in Romagna ma da riserva senza mai giocare. Ero ancora troppo giovane per meritarmi il posto da titolare."
Perché ha scelto la Nottolini?
"Tutti me ne hanno sempre parlato molto bene. Per tanti è un punto di arrivo perchè Capannori è una piazza importante per il volley. Una società seria e disponibile. Ho subito notato l'ottimo clima che si respira in palestra e mi sono subito sentita a mio agio con tutto lo staff. Ho anche visto qualche video dove si avverte il calore dei tifosi. Non vedo l'ora di cominciare".
Si sta quindi delineando la Nuova Nottolini dopo il centro completamente nuovo con gli arrivi di Lucrezia Salamida, Lavinia Mariani e Chiara Bruni. La regista che dovrà sostituire l'ex capitana Francesca Bresciani è Ambra Trevisiol, sicuramente una delle migliori dell'intera B1. Riconfermate le opposte Lunardi e Coselli, verranno inserite alcune atlete del settore giovanile: in primis Noemi Fatone. Novità anche in difesa per il probabile arrivo di Caterina Bini come secondo libero dopo il rinnovo a Ilaria Battellino. La Bini è attualmente in forza alla Pantera ma non ci dovrebbero essere ostacoli per il suo trasferimento a Capannori, salvo una cospicua contropartita a livello di giocatrici.
PAOLO GRADI: VOGLIAMO RIPRENDERCI IL PRIMATO DEL GRANDUCATO DI TOSCANA
Il presidente Paolo Gradi mette mano al portafoglio e sta portando a Capannori fior di giocatrici. "Vogliamo riprenderci il primato del Granducato di Toscana come avevamo due stagioni fa-dice con aria decisa-e la nostra campagna di rafforzamento non è ancora finita...."
In effetti i presupposti di crescita ci sono anche se con tanti rinnovamenti ci sarà molto da lavorare per coach Capponi che non nasconde la sua soddisfazione nel mercato che sta attuando da protagonista la società:
"Sta nascendo un mix perfetto di esperienza e gioventù. Ci sarà molto da lavorare ma questo non mi preoccupa. L'importante è non mettere troppa pressione alle ragazze per non incorrere in cali di gioco come nella scorsa stagione quando la mia squadra era sulla strada per giocarsi la promozione in A2. ".
Quella del giussanese Alberto Elli è stata una carriera ciclistica senza rimpianti ed anche piena di soddisfazioni. Dall'87 al 2001 quindici anni di professionismo raccolti in un contenitore dove a livello di partecipazione non manca niente: dai campionati del mondo, al Tour de France, ai campionati nazionali ed alle classiche monumento. Sfiorò il successo alla Milano-Sanremo del 97, giungendo secondo battuto in volata dal tedesco Erik Zabel e conquistò il terzo gradino del podio nella Freccia Vallone del 98; ma i podi per lui sono tanti, molti di più dei successi che sono 26, non pochi per uno che è stato prevalentemente un gregario di lusso di grandi campioni come Zabel, Ullrich, Argentin e Bugno, riuscendo però a ritagliarsi un po' di spazio e di momenti per i successi personali. Passò professionista nel 1987 alla Remac-Fanini, dopo vari successi fra i dilettanti fra i quali il Piccolo Giro di Lombardia. Finalmente si coronava il suo sogno ed anche in questa circostanza, ma nel ciclismo è un ritornello, il sogno si realizzava grazie ad Ivano Fanini, l'attuale patron di Amore e Vita che ha lasciato un ottimo ricordo di sé fra tutti i corridori che ha valorizzato. Nel 1988 indossò la maglia Seven Up dello stesso gruppo Fanini.
ERA TIFOSO DI SARONNI MA FINI' PER APPREZZARE MOSER
Erano sempre i tempi del dualismo Moser-Saronni ed anche Elli fu contagiato da questa rivalità che vedeva in TV ma che poi avrebbe vissuto di persona trovando i due campioni alle corse, conoscendoli personalmente.
"Ero tifoso di Saronni-prosegue Elli-ma una volta conosciuto apprezzai maggiormente il carattere aperto e socievole di Francesco Moser divenendone un grande ammiratore. Che emozione poi trovarmi sul palco a fine corsa Adriano De Zan, il più grande comunicatore di sempre, la voce che con i suoi commenti faceva innamorare gli sportivi al ciclismo. De Zan è inimitabile, sempre sorridente, aveva buone parole per tutti. Il mio primo importante podio? Al primo anno da professionista con la Remac Fanini. Giunsi secondo nella Coppa Agostoni valevole per il campionato italiano. Vinsi la volata di un gruppetto ristretto di 7-8 unità. Purtroppo la fuga di Bruno Leali non fu ricucita e mi dovetti accontentare del posto di onore, che fu comunque festeggiato dai miei tifosi accorsi numerosi all'arrivo di Lissone, nelle mie zone natie, in provincia di Monza e della Brianza. I miei primi direttori sportivi negli anni alla Fanini sono stati Franco Gini, Olivano Locatelli e Piero Bini."
I SUOI SUCCESSI
Per versatilità e caratteristiche Elli si difendeva su ogni tipo di tracciato, era supportato da un carattere forte e da un motore che non si inceppava nelle corse lunghe ma che dava il meglio di se nelle brevi corse a tappe. Ecco quindi per lui il successo al Midi Libre del 97, ai 2 Giri del Lussemburgo ed alla Vuleta di Murcia. Nelle corse di un giorno primeggiò anche nel Trofeo dello Scalatore, Trofeo Matteotti, Milano-Vignola ed altre classiche importanti nazionali come il G.P. di Camaiore del 96. Dopo gli anni con Fanini ha corso per le più importanti squadre di allora come Ariostea, GB- MG, Casino, Deutsche Telekom e Index. Un " diesel" capace di tenere portando a termine 11 Tour de France dal 90 al 2000 ottenendo il miglior piazzamento con un settimo posto nell'edizione gialla del 94 vinta da Miguel Indurain davanti a Ugrjumov e Marco Pantani.
"Trovarmi spesso nelle fughe assieme a questi fuoriclasse sono momenti che non potrò mai dimenticare. Non li legherò mai a nessun rimpianto perchè quelle erano le mie dimensioni ed ho ottenuto quanto erano le mie possibilità".
ERIK ZABEL IL SUO CAPITANO PREFERITO
Elli in carriera ha avuto come capitani dei veri fuoriclasse. Ma qual'è quello che ha ammirato di più?
"Senza nulla togliere agli altri, devo dire il tedesco Erik Zabel: un'autentica forza della natura. Un esempio di eleganza e grandezza. Ammiravo la sua caparbietà e meticolosità che riversava negli allenamenti. Sono stato a contatto con tanti campioni. Alla Telekom avevo due capitani: Ullrich e Zabel. Sono stato convocato in nazionale dal 92 al 96 ed ho partecipato nel 92 al trionfo di Gianni Bugno ai mondiali di Benidorm, altro campione eccezionale che rendeva semplici le cose più difficili. Ma nessuno mi ha colpito come Zabel".
I QUATTRO GIORNI IN MAGLIA GIALLA AL TOUR DE FRANCE
Verso il finale di carriera Alberto Elli riesce a stupire tutti facendosi ricordare per sempre nella corsa a tappe più prestigiosa, coronando il sogno di indossare la maglia gialla e lo fece per 4 tappe indossandola nell'edizione 2000 al termine della 5.a tappa Vitré-Tours tenendola fino all'8.a tappa Agen-Dax. Quest'ultima fu vinta da un altro italiano: Paolo Bettini.
"Non potrei mai dimenticare quei giorni-commenta Alberto Elli. Il Tour ti dà una popolarità enorme, non soltanto nel vincere una tappa o la classifica finale, ma anche nell'indossare la maglia gialla. Ero consapevole che non l'avrei portata a Parigi ma già indossarla in quattro giorni è stato per me qualcosa di incredibile, soprattutto all'età di 36 anni quando ormai avevo perso ogni speranza".
Gli fu scucita nella prima tappa pirenaica da Dax a Lourdes-Hautacam dallo statunitense Lance Armstrong poi vincitore di quella edizione.
"Per me-ricorda Elli-fu un momento culminante della mia carriera che stava volgendo al termine. Il Tour de France è l'evento sportivo più importante del mondo subito dopo l'Olimpiade ed il mondiale di calcio".
IL RINGRAZIAMENTO A CIOLI E FANINI
Una carriera ciclistica di tutto rispetto per Alberto Elli, segnata dalla maturazione con le squadre di Cioli che a quei tempi sponsorizzava il meglio che il ciclismo proponeva. La sua Remac era uno sponsor che tutti avrebbero voluto. Cioli, scomparso nel 2009, scelse Ivano Fanini e da quel momento per Elli si spalancarono le porte con il professionismo.
"La squadra di Ivano fu per me una grande opportunità-conclude l'ex ciclista lombardo-poi Fanini è sempre stato un grande motivatore ed ha sempre agito nel ciclismo come un padre dei suoi corridori. Lui vuole bene a tutti: a quelli che hanno vinto con la sua maglia ed anche a coloro che l'hanno semplicemente indossata. Mi mancano molto gli incontri con lui. Fino a qualche anno fa abitavo fra Liguria e Toscana ed ogni tanto andavo a trovarlo nella sua sede per ricordare i bei momenti vissuti assieme. Ora lavoro e mi sono trasferito a Bellagio e ci vediamo meno di frequente. Faccio l'accompagnatore turistico in bicicletta e molti miei clienti sono del Nord Europa, dove la bicicletta continua ad essere il mezzo preferito dai cittadini. Non potrei mai lasciare del tutto le due ruote. Fanno parte della mia vita e del mio modo di essere. Il ciclismo mi ha insegnato tanto e cercherò sempre di trasmettere le mie esperienze e questi valori".