La Lucchese 1905 è alla frutta anzi, alla mancia. Sei punti di penalizzazione, per ora, senza un euro per pagare stipendi, oneri vari e altre spese, compresi i fornitori della città che sono rimasti a bocca asciutta e che invece di portare avanti i decreti ingiuntivi con il Gruppo Bulgarella hanno preferito rateizzare i crediti finendo per rimetterci alla grande. Ormai è evidente che non c'è più trippa per gatti e la figura che ci ha fatto l'assessore sceriffo non è barbina, è molto, ma molto peggio. Si, proprio Fabio Barsanti, quello che ha letteralmente smantellato la struttura sportiva di San Cassiano a Vico in una sorta di guerra ad personam, contro colui che lì ci aveva investito centinaia di migliaia di euro, Claudio Polonia.
E adesso, quando la Lucchese è allo sfascio e il comune non sa dove sbattere la testa avendo speso per la Lucchese più di ogni altra amministrazione, ecco che spunta proprio quel Polonia, proprio lui, il quale invia a Palazzo Orsetti una lettera nella quale si offre di rilevare le quote della Lucchese e chiede però di potersi sedere ad un tavolo ed essere considerato dall'amministrazione un interlocutore affidabile.
Polonia ha già avuto modo di interloquire con la attuale proprietà della Lucchese e si è reso disponibile a pagare le spese più urgenti, che servono a mandare avanti la società, ma chiede di poter conoscere quantomeno lo stato dei lavori per le torri faro, le condizioni della concessione del Porta Elisa e i rapporti di debito/credito esistenti tra società e lo stesso comune.
Sindaco e assessore, però, a quanto pare, non ne vogliono sapere, forse perché con Polonia hanno in corso una causa proprio relativa ai fatti di San Cassiano a Vico. Per cui meglio il fallimento che dare udienza ad un personaggio indubbiamente discusso. Già, ma la Lucchese 1905, fino ad oggi, in mano a chi è stata? Forse che sono meno discussi e discutibili coloro i quali se la sono passata di mano in mano sotto gli occhi della giunta di centrodestra?